Discussioni su Blue ruin - Film (2013)

DISCUSSIONE GENERALE

2 post
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  • Gestarsh99 • 5/06/14 13:28
    Vice capo scrivano - 21546 interventi
    Film di vendetta che sa molto di deja-vu (sia per la forma che per il contenuto) ma che in ogni modo il suo sporco dovere di suspense e spettacolo lo espleta più che onorevolmente.

    Qualche dettaglio splatter di troppo ma in fin dei conti non si sconfina mai nel fastidioso territorio torture. Per fortuna.
  • Buiomega71 • 9/07/22 10:53
    Consigliere - 25998 interventi
    Saulnier da una diversa rappresentazione del "revenge movie", e lo fa con silenzi e pochissimi dialoghi (soprattutto nella prima parte "barbonesca" di Dwight, che si divide tra sbertucciare cibi gettati nella spazzatura, una Pontiac rottamosa come giaciglio e crucci pensierosi sulla spiaggia) e con furiose e ferocissime esplosioni di violenza che sconfinano nello splatter (mani squarciate da sprovveduti atti vandalici, teste fatte esplodere a fucilate, brutali fendenti al collo e alla tempia con pugnaletti raccattati alla bell'e meglio, micidiali colpi in arrivo, frecce conficcate nelle carni e tentate estrazioni, dolorosissime, conseguenti), che avranno l'epilogo nel massacro finale, tra donne di "famiglia" cattivissime e mitragliette nascoste sotto al divano.

    Un simil sosia di David Hemmings vendicatore per caso, tanto goffo quanto implacabile (da antologia quando non riesce a rompere il lucchetto di sicurezza da una pistola rubata da un pick up parcheggiato davanti ad un bar, finendo per danneggiare l'arma in questione) che crea subito una strana empatia, home invasion tesissime, silenti e notturne alla Cane di paglia, faide familiari sullo stile di La terra si tinse di rosso (anche se quì, rispetto al cult di Sarafian, è solo un membro della famiglia a dichiarare guerra al clan rivale) e le colpe dei padri che ricadono, irrimediabilmente, sui figli.

    Viaggiando sui binari di un film Sundance mischiato al puro cinema di genere (con sprazzi quasi da western moderno e tocchi di humor nero-le effrazioni di Dwight in case altrui, per farsi il bagno o cambiarsi gli abiti-), Saulnier imprime il tutto in un atmosfera di desolazione, solitudine, rabbia, alienazione e emarginazione, nel cuore profondo della provincia americana del sud-est (che conosce molto bene), dove il culto delle armi spadroneggia (Dwight non ha nemmeno i soldi per comprarsi una pistola, e deve batter cassa da un suo amico di gioventù fanatico di fucili), lo spirito vendicativo brucia lentamente tra attese, agguati e appostamenti e un' impronta nerissima e pessimista che non risparmia nessuno.

    Sanguigna ballata di perdenti e rivalse spietate, che trasuda cinema americano settantiano e che sarebbe piaciuta a Sam Peckinpah.

    Le chiavi sono nella macchina.
    Ultima modifica: 9/07/22 12:11 da Buiomega71