Discussioni su Bel Air - La notte del massacro - Film (1976)

  • TITOLO INSERITO IL GIORNO 24/07/13 DAL BENEMERITO HERRKINSKI
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  • Davvero notevole!:
    Fauno
  • Quello che si dice un buon film:
    Buiomega71, Teddy
  • Non male, dopotutto:
    Herrkinski
  • Mediocre, ma con un suo perché:
    Keyser3

DISCUSSIONE GENERALE

8 post
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  • Buiomega71 • 26/04/19 10:51
    Consigliere - 26011 interventi
    Io sono Gesù Cristo, e non avrai altro dio all'infuori di me-Prima parte

    True-crime movie sulle gesta di Charlie Manson e la sua family, che segue fedelmente i fatti, tratto dal libro di Vincent Bugliosi (l'avvocato dell'accusa interpretato senza sbavature da George DiCenzo) e Curt Gentry.

    Trasmesso da Canale 5 nel settembre del 1985 (vedi curiosità) in due parti, eppoi sparito nell'oblio, è un'interessante tv-movie che segue alla lettera i fatti riportati nel libro

    Tom Gries (che morirà solamente un'anno dopo, finito le riprese di Io sono il più grande, biopic sulla vita di Cassius Clay) si assume l'onere (dirigendo e producendo) di raccontare per la prima volta (se si esclude l'allucinato istant-movie The Helter Skelter murders) le gesta della family e il trateggio del loro guru Charles Manson.

    La patina di datato tv movie fa capolino quà e là, e ci si concentra soprattutto sugli aspetti processuali e sulle indagini della polizia per incastrare i componenti della family.

    Di non facile visione soprattutto se visto con i sub spagnoli (alcune cose le capivo, altre no, ma la storia è ben nota a tutti, quindi non si hanno enormi difficoltà), sottolineando che si da rilevanza alle indagini e alle aulee di tribunale.

    Tolto questo, il tv movie ha i suoi momenti, come l'incipit degli spari nella notte tra le colline di Bel Air, avvertite da un guardiano e da una coppietta borghese, o al ritrovamento dei cadaveri straziati di Sharon Tate e amici di quella maledetta notte (riconosciuti, con intensa disperazione, dall'agente di Roman Polanski) e al massacro dei coniugi LaBianca (con Helter Skelter scritto con il sangue sul frigo), mentre PIGS fa capolino sulla porta, sempre scritto con il sangue, nella villa di Sharon Tate.

    Ma soprattutto quando la polizia fa irruzione al ranch Spahn e arresta tutti i componenti della family, tirandoli giù dai letti delle baracche (donne e bambini trascinati con brutalità), in un rastrellamento che non fa sconti, poi messi tutti nel centro del ranch dove brilla di luce satanica il ghigno di Charley Manson. Esattamente in questo momento salta fuori il Tom Gries westerman, tra polvere e armi spianate (il ranch Spahn, dove vive la family, era un vecchio set abbandonato dove furono girati degli western), oppure le due ragazze della family che vagano per il deserto e fermano un'auto della polizia in mezzo alla strada, che sembra di vedere Punto zero meets Punishment Park.

    L'anziana donna chiusa in una cuccia per cani, la pistola usata per gli omicidi ritrovata da un ragazzino in mezzo ai cespugli, il vecchio Spahn che si fa "imbeccare" da una ragazza della family, il pulmino di Charley abbandonato in mezzo al deserto perquisito da Bugliosi (una scena analoga sarà ripresa paro paro da David Fincher per Zodiac), dove, tra scarpe e vestiti sparsi ovunque, fanno capolino riviste (come il Time) che ritraggono Adolf Hitler (di cui Manson ne era ossessionato), la confessione di Susan Atkins (Nancy Wolfe) al penitenziario femminile a una compagna di dormitorio (da brividi quando racconta, con spietata lucidità, l'accanirsi su Sharon Tate, che la pregava di salvare il bambino che portava in grembo, di cui alla Atkins non importava nulla), le ragazze della family sporche e scalze, unte e bisunte, illuminate da ferina femminilità.

    Gries narra senza sbavature, attenedosi agli atti processuali, ricostruendo l'epoca con minuziosa fedeltà, soprattutto scavando sui volti (moltissimi i primi piani) e tratteggiando la family (che spesso mette la pelle d'oca) con impressionante realismo.

    Non sempre fluido (alcuni momenti noiosi, come le burocrazie della legge e stanare le prove contro Manson) , ma pervaso da quell'alone di follia pandemica apocalittica inculcata dal guru, che raggiunge l'apoteosi della pazzia nelle parole e nei discorsi deliranti della Atkins.

    Il figlio di Tom Gries, Jon, è William Garretson, il ragazzo inizialmente accusato del delitto Sharon Tate (e sottoposto alla macchina della verità), poi scarcerato dopo l'assassinio dei coniugi LaBianca.

    Straordinario Steve Railsback nel ruolo di Charlie (con una somiglianza fisionomica di incredibile iperrealismo) che si destreggia tra boccacce in aula, intonando canzoni in cella e che ghiaccia il sangue con il suo sguardo satanico e la sua ghignata luciferina

    Non di meno le ragazze della family, su tutte Nancy Wolfe nel ruolo di Susan Atkins , che mette a disagio quando, con naturalezza, descrive la mattanza in casa Tate/Polanski, dove Gries stringe sul suo viso allucinato, che sembra di vedere gli sguardi lucidi e senza emozioni degli assassini con l'alopecia de Sindrome del terrore

    Marilyn Burns (che solo due anni prima scappò dalle grinfie di faccia di cuoio e famiglia), nella parte di Linda Kasabian, un pò messa in ombra in questa prima parte e menzione speciale per Cathey Paine , nei panni di Leslie Van Houten , di straordinaria bellezza e fanatismo, selvaggia e abbagliata da barlumi di follia femminea (vedi il suo interrogatorio) che buca lo schermo.

    Polanski è citato all'inizio (dove compare anche il suo agente per il riconoscimento delle vittime), quando la polizia si trova sul luogo della strage a casa sua (e il corpo insanguinato di Sharon, a terra, vicino al divano del salotto, è ancora un pugno nello stomaco)

    Anche se i limiti televisivi frenano la violenza grafica, Gries si rifà sui racconti dettagliati dei componenti della famiglia (soprattutto le ragazze) e mostra i cadaveri inzuppati di sangue di quelle notti di morte e orrore.

    Per il momento un buon prodotto (mettendo in conto l'anno in cui è stato realizzato e la destinazione televisiva) che riapre un ferita mai del tutto rimarginata.
    Ultima modifica: 28/04/19 22:53 da Buiomega71
  • Buiomega71 • 27/04/19 09:54
    Consigliere - 26011 interventi
    Io sono Gesù Cristo, e non avrai altro dio all'infuori di me-Seconda parte

    Nella seconda parte si entra nel vivo del processo (praticamente quasi tutto ambientato nell'aula di tribunale) con la testimonianza della "pentita" Linda Kasabian (una Marilyn Burns intensissima) che accusa Charlie , le sue tre adepte (Leslie Van Houten-partecipe solo al delitto La Bianca-, Patricia Krenwinkel e Susan Atkins) e Tex Watson (Bill Durkin) di essere i responsabili del massacro nella villa di Sharon Tate e i coniugi La Bianca.

    Gries riporta il "giorno in pretura" più fedelmente possibile, come se fosse un docu-dramma, e concede poco al di fuori dell'aula (il flashback dell'arrivo della Kasabian allo Spahn ranch della family, dove Charlie l'accoglie, per poi cantare-chitarra tra le braccia- con tutta la "famiglia", di notte, intorno al fuoco, la preparazione notturna della mattanza in casa Tate-con sospette censure ottiche, vedi home video, nel momento della strage-), mentre all'esterno del tribunale gruppi di giovani ragazze invasate urlano in coro " Cristo è stato ucciso due volte", distribuendo opuscoli , sbandierando l'innocenza di Manson e indicando Bugliosi (l'avvocato dell'accusa) come il demonio.

    Tra Manson e i suoi scatti d'ira in aula (non dissimili da quelli del santone, suo emulo, di Quella notte in casa Coogan, quando cerca di avventarsi sul giudice con un balzo felino sbraitando come un ossesso e placato dagli agenti), con vaneggiamenti, minacce e discorsi deliranti, e il suo avvocato che c'ha da obbiettare ogni qualvolta la teste Linda Kasabian apre bocca (obbiezioni sistematicamente respinte dal giudice), ghiaccia , però, il sangue, il cieco fanatismo delle sue tre adepte , impregnate di follia femminea e isterismi di massa, vere e proprie "bambole che uccidono" assoggettate al potere del loro guru.

    La pubblicazione di stampa delle affermazioni di Nixon sulla colpevolezza di Manson, i Batles (e soprattutto il loro pezzo Helter Skelter) visti come angeli dell'apocalisse (il quinto angelo è proprio Manson), i passi della bibbia, la rivoluzione dei neri che annienteranno la razza bianca, la family unica supertiste dell'ecatombe prossima ventura, le ragazze "iniziate" sessualmente da Manson (con descrizione di relativi congiungimenti carnali orgiastici), l'odio verso le classi agiate, la fascinazione per Hitler, tutti tasselli (fondamentali) minuziosamente svicerati durante le indagini e nel processo.

    Inquietante il prefinale, con le ragazze completamente calve e con incisa una x in fronte, che sembra abbia effetto "pandemico" anche tra gli altri membri della family (al di fuori dal tribunale), assumendo i tratti orrorifici e "contagiosi" dell'estensione dei folli "zombi" assassini, malati di alopecia, della Sindrome del terrore.

    Raggelanti i volti delle tre ancelle del male, calve, dietro le sbarre, dopo la condanna (che da pena di morte si tramuterà in ergastolo)

    Helter Skelter dei Beatles risuona come un tormentone inquietante in questo true crime movie fedelissimo ai fatti e appassionante.

    Su tutto allegga ancora l'ombra di Sharon e Gries mostra rispetto per le vittime, non eccedendo mai nel morboso o nell'explotation gratuita (anche per la destinazione televisiva), ma rimane, comunque, quell'alone disturbante e malefico di una vicenda terribile che resterà per sempre viva nelle nostre memorie

    Immenso Steve Railsback nel ruolo di Manson, con i suoi sguardi agghiaccianti e febbrili, non solo di impressionante somiglianza, ma anche di incredibile ( e folle) immersione nel personaggio

    Come sono straordinarie Marilyn Burns (Linda Kasabian) e soprattutto Nancy Wolfe (Susan Atkins), Cathey Paine (Leslie Van Houten) e Christina Hart (Patricia Krenwinkel) che sembra proprio di avere davanti le tre sanguinarie ragazze della family, fedeli a Manson fino alla morte (da antologia quando vanno in "estati" mentre Charlie si difende al banco degli imputati, sciorinando un discorso delirante da pelle d'oca)

    Ormai assuefatti al legal thriller (genere che particolarmente non amo), il prezioso lavoro di Gries (pur con le sue lentezze) è un documento indispensabile per chi è legato a quel periodo, soprattutto acceso dall'interesse per la family e lo strazio della povera ( e mai troppo compianta) Sharon Tate (che a me manca ogni giorno di più)

    Un rituffo nel passato, a volte doloroso, ma necessario.
    Ultima modifica: 27/04/19 14:35 da Buiomega71
  • Raremirko • 28/04/19 20:48
    Call center Davinotti - 3862 interventi
    Interessante, spero di trovarlo in dvd.
  • Fauno • 28/04/19 21:11
    Contratto a progetto - 2743 interventi
    Lo trovi, e non costa neanche così caro, solo che ha i sottotitoli in spagnolo e l'audio inglese o spagnolo.
  • Raremirko • 28/04/19 21:15
    Call center Davinotti - 3862 interventi
    Fauno ebbe a dire:
    Lo trovi, e non costa neanche così caro, solo che ha i sottotitoli in spagnolo e l'audio inglese o spagnolo.


    Non cerco altro, son studente universitario di lingue; a sprazzi, ma lo sono.


    Io intendevo comunque mercatini et similia...
  • Raremirko • 28/04/19 21:17
    Call center Davinotti - 3862 interventi
    Sul tema comunque mi piacque pure Van Bebber; vedremo ora cosa dirà Tarantino...
  • Buiomega71 • 28/04/19 21:27
    Consigliere - 26011 interventi
    Ho specificato tutto in home video (da noi venne trasmesso su Canale 5 35 anni fa, e poi l'oblio-vedi curiosità-).

    Credo ci sia pure un dvd americano in regione 1 (che presenta i sub in francese e spagnolo) che dovrebbe essere lo stesso master utilizzato nel dvd spagnolo che posseggo.

    Per chi fu ossessionato dalla family e dal suo guru (più per carpirne la totale follia e il cieco fanatismo) è comunque da vedere (vieppiù che si attiene ai fatti scritti da Vincent Bugliosi nel suo libro)

    E solo che, ogni volta, si rivanga la family e Charles Manson (quì impersonato da uno Steve Railsback di impressionante somiglianza non solo fisica) mi si riapre la ferita sulla mia amatissima Sharon Tate (e la fine che ha fatto Susan Atkins è il meglio che le poteva capitare, marcendo in galera)

    Come scrivevo sopra, difatto, necessario ma doloroso.
    Ultima modifica: 28/04/19 22:54 da Buiomega71
  • Raremirko • 28/04/19 22:43
    Call center Davinotti - 3862 interventi
    Buiomega71 ebbe a dire:
    Ho specificato tutto in home video (da noi venne trasmesso su Canale 5 35 anni fa, e poi l'oblio-vedi curiosità-).

    Credo ci sia pure un dvd americano in regione 1 (che presenta i sub in francese e spagnolo) che dovrebbe essere lo stesso master utilizzato nel dvd spagnolo che posseggo.

    Per chi fu ossessionato dalla family e dal suo guru (più per carpirne la totale follia e il cieco fanatismo) è comunque da vedere (vieppiù che si attiene ai fatti scritti da Vincent Bugliosi nel suo libro)

    E solo che, ogni volta, si rivanga la family e Charles Manson (quì impersonato da uno Steve Railsback di impressionante somiglianza non solo fisica) mi si riapre la ferita sulla mia amatissima Sharon Tate (e la fine che ha fatto Susan Atkins è il meglio che le poteva capitare)

    Come scrivevo sopra, difatto, necessario ma doloroso.



    Mi sa che il libro l'ho pure letto, minuziosissimo.