Discussioni su Bastardi senza gloria - Film (2009) | Pagina 4

DISCUSSIONE GENERALE

160 post
  • G.Godardi • 10/10/09 16:15
    Fotocopista - 663 interventi
    Zender ebbe a dire:
    Veramente il Puppigallo, che aveva da poco visto IL BUONO IL BRUTTO E IL CATTIVO, dice che la prima scena di BAASTARDI ne clona una esattamente identica del film di Leone.

    Non mi riferivo a nussuno in particolare,ho solo letto un po' di commenti che citavano Sentieri selvaggi.Adesso non ricordo benissimo l'incipit del film di Leone (ricordo vagamente una faccia (con la barba) inquadrata frontalmenre dopo un movimento di mdp.
    Cmq io mi riferivo alla sequenza (se non è la primissima allora è la seconda)del francese che spacca la legna in lontananza e me al ricordavo abbastanza simile a quella de l'inizio del film di Eastwood.

    Magari se rivedo il film di Tarantino adesso mi accorgo pure io della citazione da Leone ;)ma sul momento non ci avevo fatto caso....
  • Puppigallo • 10/10/09 17:11
    Scrivano - 506 interventi
    Devo dire che, avendo visto da poco il film di Leone, ho notato che la scena è molto simile. Ad esempio, mentre da Eastwood non arriva certo una persona ostile, dal povero barbuto giunge Van Cleef, un cacciatore di taglie, proprio come nel film di Tarantino giunge il cacciatore di ebrei; e all'inizio sono tutti e due amichevoli.
  • G.Godardi • 10/10/09 18:56
    Fotocopista - 663 interventi
    Io cmq facevo riferimento a livello figurativo,di inquadratura,quella da me citata è praticamente uguale a quella de Gli Spietati,e non tanto a un livello tematico,quindi narrativo.
  • Il Gobbo • 10/10/09 20:59
    Segretario - 765 interventi
    Zender ebbe a dire:

    Non riesco a comprendere che significhi artificiosità nel finale: a me pare che il film prosegua in modo esemplare il percorso del regista. Stupido lo capisco, d'accordo, ma non più di quanto non lo fosse PULP FICTION, per dirne una.


    Rispondo per me, in quanto elargitore dell'epiteto (e cercando di non spoilerare): il doppio anticlimax (per quello che fa e per quello che gli fanno) del personaggio di Waltz non ha, per me, nessuna "giustificazione" narrativa: non sta in piedi, non ha coerenza interna.
  • Il Gobbo • 10/10/09 21:00
    Segretario - 765 interventi
    Zender ebbe a dire:
    Veramente il Puppigallo, che aveva da poco visto IL BUONO IL BRUTTO E IL CATTIVO, dice che la prima scena di BAASTARDI ne clona una esattamente identica del film di Leone.

    Non solo quella: i primissimi secondi sono figli diretti della scena di Frank Wolff in C'era una volta il West
  • Matalo! • 11/10/09 11:39
    Call center Davinotti - 614 interventi
    inquadrare una figura incorniciata da una porta aperta è citare sentieri selvaggi, volenti o nolenti. l'incipit può essere simile all'arrivo di sentenza nella casa del complice di bill carson, che inroduce il suo personaggio ne il buono il brutto il cattivo. Ma anche l'incipit di "Un genio due compari un pollo" allora....Ma a me viene da pensare sempre..."E allora?"; sono qualità queste citazioni? Nel caso di Bastardi non fanno che confermarmi la sua essenza di giocattolone senza scopo
  • Matalo! • 11/10/09 12:53
    Call center Davinotti - 614 interventi
    http://content8.flixster.com/photo/10/99/27/10992754_tml.jpg

    Mi ero ripromesso di segnarlo giorni fa ma poi me ne dimenticavo
    anche Hugo Stiglitz è una citazione (il fatto di essere vecchio mi permette di ricordare certi attori)
    Hugo Stiglitz (Città del Messico, 28 agosto 1940) è un attore messicano, senz’altro uno dei più noti del suo Paese. Ha avuto il suo apice a cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta, quando girò in Messico alcuni horror ben noti come Tintorera e La Noche de los mil gatos. Ma l’attore ha lavorato anche negli Stati Uniti, col film Under the Volcano, nel 1984.
    In Italia ottenne una certa notorietà nel 1978, quando impersonò il barbuto ed enigmatico capitano dello yacht maledetto de Il triangolo delle Bermude. Ha recitato anche in Incubo sulla città contaminata, horror fantascientifico del 1980 diretto da Umberto Lenzi, dove gli fu di nuovo assegnata la parte del protagonista. Nel film diretto da Quentin Tarantino "Bastardi senza gloria" (2009) è presente un personaggio di nome Hugo Stiglitz, chiaro omaggio di Tarantino all'attore.(wikipedia)
  • Zender • 12/10/09 10:38
    Capo scrivano - 47790 interventi
    Mai capito perché bisogna per forza discutere sulla citazione o non citazione. La citazione può essere inutile, non vedo perché dannosa. Che ci sia o meno per quel che mi riguarda non cambia nulla. Non mi piace Tarantino perché "cita" ma per come dirige, scrive, usa le musiche, compone la sceneggiatura ecc. ecc. ecc...
  • Tarabas • 12/10/09 11:52
    Segretario - 2069 interventi
    Zender, per quanto mi riguarda il mio "problema" con Tarantino è che il suo cinema è ormai ridotto a un collage (o un ipertesto, se vogliamo) di cinema di genere (e di sottogenere). Il che per me rappresenta una dichiarazione di impotenza creativa, di rinuncia a produrre qualcosa di originale rifugiandosi nel gioco cinefilo.Se questa è la cifra del suo cinema, non mi posso esimere dal puntare la mia attenzione su quell'aspetto.
    Volendo fare un riferimento molto alto e forse fuori luogo, è lo stesso fenomeno che Thomas Eliot descrive - relativamente alla supposta impossibilità di creare nuova poesia - ne "La terra desolata", per concludere dicendo al suo lettore "These fragments I have shored against my ruins". Ossia, ho puntellato le mie rovine con frammenti di altre creazioni, visto che io non so più creare.
    Vabbé, ho sdottoreggiato fin troppo. :)
    Il tutto, ovviamente, è opinione personale del sottoscritto, savasandir.
  • Zender • 12/10/09 12:55
    Capo scrivano - 47790 interventi
    Capisco il tuo problema, Tarabas. A me la cosa non ha mai infastidito perché la trovo una reinvenzione del genere, così come lo fu Pulp fiction. E' la cifra del suo cinema, da sempre. Secondo me è qualcosa di originale proprio per come sa ripescare rielaborando, aggiornando, aggiungendo. E' un ready made molto più complesso e credibile di qualsiasi tentativo duchampiano, per dire. In questo modo non lo fa nessuno, a parer mio. Poi il cinema di Tarantino avrà sempre gli stessi limiti, che però per me tali non sono (necessariamente). Capisco che per taluni lo siano, ovvio. Ha fatto qualcosa di nuovo, continua a fare la stessa cosa (anche se non ha più le caratteristiche del "nuovo", ovvio). Resta cinema a parer mio godibilissimo, realizzato magnificamente a prescindere da qualsiasi ragionamento sul valore effettivo della sua proposta, su cui si può discutere quanto si vuole.
  • Capannelle • 12/10/09 13:01
    Scrivano - 3514 interventi
    Zender ebbe a dire:
    Mai capito perché bisogna per forza discutere sulla citazione o non citazione. La citazione può essere inutile, non vedo perché dannosa. Che ci sia o meno per quel che mi riguarda non cambia nulla. Non mi piace Tarantino perché "cita" ma per come dirige, scrive, usa le musiche, compone la sceneggiatura ecc. ecc. ecc...

    Sottoscrivo. Anche per me la "citazione" è come la corazzata potemkin per fantozzi. Nel senso che rimane in terza fila, in piccionaia, rispetto ad altri fattori del film. Chi le glorifica o le condanna rischia di perdere di vista l'essenza del film.
  • G.Godardi • 12/10/09 15:15
    Fotocopista - 663 interventi
    Sempre meglio la citazione aperta ed esibita di Tarantino che certi plagi alla Giorgio Faletti1 :)
  • Matalo! • 12/10/09 16:09
    Call center Davinotti - 614 interventi
    Peccato che il cinema di Tarantino si fondi in primis sulla citazione reinventata. Il resto è in secondo piano. Racconta storie? No? E' un film sulla guerra? No. Un film di denuncia sulle assurdità della guerra? No, Tarantino se ne fotte.Non ha questioni morali.Se cerchiamo un cinema postmodernista che è anche sguardo sul mondo son più adatti i fratelli Coen.Mettere in terza fila il bric-a-brac citazionista di Tarantino significa non parlare di Tarantino ma di qualcun altro. Perchè si sorvola sull'infantilismo Tarantiniano?
  • G.Godardi • 12/10/09 16:36
    Fotocopista - 663 interventi
    Si ma i f.lli Coen spesso fanno venire due palle....invece Tarantino è sempre divertente,anche in questa occasione in cui mi sono divertito meno che nei film precedenti.

    Tarantino racconta storie e che storie!
    Sembrerebbe facile costruire una storia fatta solo di citazioni(sempre ammesso che il cinema di tarantino sia così,e a mio avviso non lo è)ma non è così,lo dimostra il fatto degli innumerevoli cloni tarantiniani (di lui o del suo stile) che finiscono solo per annoiare (Ritchie su tutti).
    La citazione,le citazioni,sono valide solo se producono un nuovo senso.Altrimenti sarebbe solo un montaggio antologico di situazioni già viste...
  • Matalo! • 12/10/09 17:08
    Call center Davinotti - 614 interventi
    scusa ma i fratelli coen fan venire due palle a te non a tutti....A me alcuni loro film non annoiano affatto; a parte il Grande Lebowski (sembra impossibile annoiarsi), "Fargo" e "L'uomo che non c'era" non mi sembrano pallosi.Devo, per contro, accusarli di una certa sentenziosità da primi della classe e rei di eccessivi private jokes, nei momenti minori della loro carriera. E qui allora penso davvero che l'ultimo Trarantino sia adatto per chi manda il cervello in vacanza. I cloni tarantiniani sarebbero da analizzare attentamente;superficialmente (io) mi sento di dire che un fenomeno dirompente come il suo (Pulp fiction lo ritengo un film eccezionale da sempre) non poteva non stimolare degli epigoni, sia per quanto riguarda coloro che prendono a prestito alcune sue innovazioni (e tra questi i Coen, così come fecero con un altro più giovane di loro, Sam Raimi), sia per chi furbescamente si attacca al tram delle mode, sia tra chi dimostra che senza lui è solo una piccola parte del suo genio creativo (Roger Avary). Il tempo farà giustizia di loro,rivalutandone alcuni e dimenticandone altri (ora non saprei chi).
    Allora chiedo gentilmente a monsieur Godardi se mi sa dire che cos'E' il cinema di Tarantino, perchè temo mi sfugga qualcosa. Lo chiedo cortesemente, non è una provocazione.
    Può essere un fatto artistico pari a quello che fece Godard nei 60? (temo di no)
    Uno sguardo sul mondo (per me lo è pulp fiction, volontariamente o meno, ma non importa)?
    La consacrazione della morte creativa del cinema (può essere...spero di no)?
    Un gioco di lusso senza altri scopi (nichilistico, non mi piace ma poterbbe essere vero e io potrei essere nel torto)
    La continuazione di un empasse creativa?(presente dopo Jackie Brown. Io credoin un nuovo corso creativo, ma a me non piace affatto)
    i fan bigotti di Tarantino si adeguano e reputano il suo l'unico modo di fare cinema (Tarantino suscita fedi pari a quelle che suscitano Von Trier, Greenaway, forse anche per un'indiscutibile forza artistica)
    Ultima modifica: 12/10/09 17:16 da Matalo!
  • Matalo! • 12/10/09 17:13
    Call center Davinotti - 614 interventi
    Scusate mi sbaglierò ma ho l'impressione che pensare al Tarantino2 come un artista che si regge in primis sulla reinvenzione citazionaria sia per alcuni da considerare come un ridimensionamento. Guardate che è dai tempi di Deleuze e di Opera Aperta che si pensa che il gioco linguistico della citazione reinventata sia il sostrato filosofico delle opere della contemporaneità. tarantino potrebbe aver avuto anche lui questa intuizione. Perchè no? Molti intellettuali prima di lui e a tutt'oggi la vedono così.Lui la fda partendo dal basso (dai b-movies). Il mio pensiero va oltre questo, io trovo da superare dopo tanti anni questo atteggiamento artisico perchè si finisce in un pericoloso nulla.
  • Matalo! • 12/10/09 17:18
    Call center Davinotti - 614 interventi
    Artistico, non arTISICO...scusate...
    Anche se casualmente...non ci sta affatto male ;-)
  • G.Godardi • 12/10/09 18:07
    Fotocopista - 663 interventi
    Il problema dei Coen è che nella loro filmografia i film che non mi annoiano saranno si e no 4 o 5,il che ad occhio e croce corrisponde a metà della loro filmografia.
    I Coen li ho sempre reputati troppo freddi e troppo solipsistici.Raramente riesco ad immergermi nei loro film totalmente,ne rimango sempre in disparte.

    Con Tarantino questo non era mai successo,a parte appunto questo ultimo film,ma è una considerazione che avevo già fatto in precedenza.Sono un fan di tarantino ma non sono un bigotto....se c'è qualcosa che non mi convince nei suoi film lo dico...e questa volta è stato così.(l'ho trovato un po'troppo freddo stavolta,troppo manierista,insomma come mi accadeva spesso per i Coen)


    Cmq preciso innanzitutto che non è per lo statuto citazionistico che amo i film di T.,ma per il sto stile inconfondibile,di cu la citaz. ne è solo una parte.

    Che cos'è il cinema di T.?Forse bisognerebbe chiederlo a lui...per me sono "solo" film che mi divertono molto più di altri,e che solo in secondo luogo mi attivano altre "riflesioni".
    Una visione sul mondo e una visione sul cinema?Dici che queste due cose T. non lo dia?
    Certamente è un suo mondo,un mondo fatto quasi esclusivamente di cinema,di cui il mondo reale sembra farne parte solo in seconda istanze come contenitore del primo mondo.Il cinema di Tarantino forse è Tarantino stesso.E'il mondo di uno spettatore che si è fatto cinema.E' il mondo di uno di noi,forse di una parte di tutti noi.E cmq ognuno ha il suo mondo cinematografico e la propria idea di cinema.


    Cmq sono solo opinioni personali,e ognuno ha le sue...come diceva il buon vecchio Clint.
  • Matalo! • 12/10/09 18:25
    Call center Davinotti - 614 interventi
    G.Godardi ebbe a dire:
    Il problema dei Coen è che nella loro filmografia i film che non mi annoiano saranno si e no 4 o 5,il che ad occhio e croce corrisponde a metà della loro filmografia.
    I Coen li ho sempre reputati troppo freddi e troppo solipsistici.Raramente riesco ad immergermi nei loro film totalmente,ne rimango sempre in disparte.

    E già questo riduce il discorso da generale a personale.
    Potrei dire lo stesso io di tarantino ma non posso operchè la comprensione di un fenomeno va oltre il dato soggettivo e perchè ha fatto pochi film



    e perchè il problema non è la noia


    certo che se come dici:"Certamente è un suo mondo,un mondo fatto quasi esclusivamente di cinema,di cui il mondo reale sembra farne parte solo in seconda istanze come contenitore del primo mondo.Il cinema di Tarantino forse è Tarantino stesso.E'il mondo di uno spettatore che si è fatto cinema.E' il mondo di uno di noi,forse di una parte di tutti noi.E cmq ognuno ha il suo mondo cinematografico e la propria idea di cinema."

    beh, se non è solipsismo questo....



    "Una visione sul mondo e una visione sul cinema?Dici che queste due cose T. non lo dia? "

    Dopo Pulp Fiction...no, non mi sembra
  • G.Godardi • 12/10/09 18:30
    Fotocopista - 663 interventi
    Caro Matalo missà che qui non se ne viene più fuori....te la vedi un certo modo e io in un altro...ci tengo solo a precisare a sto punto che non sono uno di quelli che ha osannato l'ultimo film,e anzi mi stupisce molto il fatto che abbia avuto tanti consensi unanimi in molti....

    Probabilmente tu consideri Pulp Fiction il capolavoro di T.,mentre per me il suo capolavoro rimane il dittico di Kill Bill.
    Preciso inoltre che seguo T.dall'inizio della sua carriera e che ho visto tutti i suoi film in ordine cronologica nei momenti in cui sono usciti.