Discussioni su Appartamento ad Atene - Film (2011)

  • TITOLO INSERITO IL GIORNO 11/10/12 DAL BENEMERITO PIGRO
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  • Quello che si dice un buon film:
    Lucius
  • Non male, dopotutto:
    Pigro, Galbo

DISCUSSIONE GENERALE

7 post
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  • Pigro • 11/10/12 11:19
    Consigliere - 1661 interventi
    Il film è sicuramente raccomandabile come opera prima, per la sua discreta originalità (senza esagerare) nel panorama del cinema italiano. Ma volevo qui ribadire ciò a cui accenno nel commento, perché la cosa mi ha molto disturbato.

    Il titolo indica come ambientazione Atene. Pure i dialoghi ogni tanto ribadiscono che siamo ad Atene. Orbene, dove decidono di girare il film? A Gravina e Altamura! E si vede!!
    Il racconto ci dice che siamo nella casa di una borghesia molto benestante di Atene, che viene requisita da un alto ufficiale di stanza ad Atene (immagino nel centro della città). Ebbene, nel film la casa è collocata nel centro di un paesino tipico dell'Italia meridionale povera e contadina. Notare poi che il diretto superiore di questo ufficiale abita non lontano in una sontuosa villa tipicamente italiana, con scaloni neoclassici e una folgorante veduta di un parco verdissimo. E per finire, nell'inquadratura finale Laura Morante cammina per le strade di questo paese tipicamente italiano, con sfondo di chiesa barocca e colonnati: ad Atene???
    Va da sé che né in interni né in esterni c'è un minimo richiamo visivo alla Grecia: che so, il tipico colore bianco, o l'azzurro, o certa oggettistica o l'arredamento o perfino il menù (qui si mangia solo agnello arrosto e lenticchie).

    Ma il bello deve venire. A un certo punto, c'è la visita al cimitero. Che fanno? Vanno su un dirupo dove (vi giuro, non sto scherzando) ci stanno 5 croci di legno piantate tra le sterpaglie e le rocce, con i nomi incisi con un taglierino. Sarebbe questo il cimitero di Atene? Dove sarebbe sepolto il figlio di una famiglia di buona borghesia?
    Aspettate, non è finita...
    Probabilmente si sono accorti che le location erano arbitrarie, e allora che fanno? A un certo punto, per pochi secondi, si vede uno scorcio di case pugliesi diroccate, immerse in una fotografia gialla tipo Wall-E, e che fanno? Inseriscono in digitale sullo sfondo…… il Partenone! Da non credere!

    Ora, capisco che la Apulia Film Commission deve aver pagato profumatamente e che bisognava esaltare le località pugliesi (comunicato della produzione: Gravina e Altamura sono state scelte per la loro somiglianza con Atene! Cosa non si direbbe per far digerire una scelta infelice in cambio dei soldi), e capisco che ai produttori italiani e tedeschi può interessare ben poco la verosimiglianza con quel catorcio di paese che è la Grecia (almeno per loro, ovviamente), e capisco pure che a nessun produttore italiano o tedesco poteva importare di trasferire il set in Grecia e portare un po' di lavoro in quel paese, ma allora perché insistere sul fatto che siamo ad Atene, nei dialoghi e perfino nel titolo? È vero che si parte da un libro, ma tantissime volte nel passaggio da libro a film l'ambientazione cambia o è semplicemente lasciata indeterminata. Sarebbe bastato togliere ogni riferimento ad Atene, lasciando la collocazione in sospeso, senza che ci fosse alcuna conseguenza narrativa, ma perlomeno senza queste pacchianate, che - vi assicuro - sono parecchio irritanti perché danno un senso di irrealtà e pressappochismo laddove il film punta a essere reale.

    Comunque, visto che i nostri critici gridano al capolavoro, se mai girerò un film ambientato a New York lo farò tra i portici bolognesi e al posto di San Luca ci metto in digitale l'Empire Stete Building: successo (critico) assicurato!
  • Zender • 11/10/12 15:01
    Capo scrivano - 47787 interventi
    Ahah, non sapevo di questo. L'Atene de noantri... E va bene dai, il cinema è inganno. Per anni si è spacciato Montecelio per un paese siculo, Roma per Milano e via dicendo... non vedo perché non spacciare Altamura per Atene. Mi resta la curiosità di capire se (libro a parte) c'era una ragione per ambientare il film ad Atene (nella finzione). Sarebbe stato certamente più "onesto" dire fin da subito che si era da un'altra parte. Certo, magari "Appartamento ad Altamura" non avrebbe avuto lo stesso effetto. Forse la sfiga è proprio che nel titolo (di richiamo) si son trovati dentro Atene. A quel punto come fai? Se uno vuol rifare Vacanze romane e sta in Puglia mica lo può chiamare Vacanze baresi e sperare di attirare lo stesso pubblico...
  • Galbo • 11/10/12 15:28
    Consigliere massimo - 3990 interventi
    roba da matti, la solita sciatteria di certo cinema italiano, due camere e cucina. Mi è passata la voglia di vedere il film.
  • Pigro • 11/10/12 15:42
    Consigliere - 1661 interventi
    No, Galbo, guardalo, perché la storia è molto interessante, e se non ci fosse stata questa sciatteria (secondo me dovuta all'opportunità dell'Apulia Film Commission), sarebbe stato anche una gran bell'opera prima. E comunque il regista è bravo.
    Il fatto che sia ad Atene dipende dal romanzo originario, perché c'è l'invasione tedesca. Ma sarebbe bastato non citare nessuna città per aggiungere, anzi, maggior efficacia, proprio lasciando tutto indefinito, assolutizzando la dinamica raccontata (ripeto: molto intrigante).

    Ah, dimenticavo... Laura Morante si lascia sfuggire ogni tanto delle consonanti da dizione romana, ma sarebbe il meno. Come protagonista hanno preso un attore greco (bravissimo!), facendolo parlare in italiano senza doppiaggio. Risultato: parlando un italiano da straniero, sembra che anche nella storia sia straniero, mentre non è così.
    Ovviamente all'estero cose così non si notano, ma da noi suona strano.

    Sono proprio molto arrabbiato, perché tutte queste sciatterie deprimono una bella storia, peraltro ben girata negli interni (che sono la parte migliore).
  • B. Legnani • 14/10/19 17:35
    Pianificazione e progetti - 14964 interventi
    Galbo, scusa per il disturbo. Scrivi che i film "non raggiunge la piena sufficienza" e gli dài due palle e mezzo. Forse almeno mezza palla è di troppo. Giusto?
    Ciao.
  • Galbo • 14/10/19 19:33
    Consigliere massimo - 3990 interventi
    B. Legnani ebbe a dire:
    Galbo, scusa per il disturbo. Scrivi che i film "non raggiunge la piena sufficienza" e gli dài due palle e mezzo. Forse almeno mezza palla è di troppo. Giusto?
    Ciao.


    per me il voto 6 equivale a tre palle, mi sembra se ne fosse parlato in un'altra occasione.....
  • Zender • 14/10/19 19:58
    Capo scrivano - 47787 interventi
    Mah non lo so, la cosa certa è che tre palle equivalgono sicuramente a "un buon film". Io il 6 lo darei a un "non male dopotutto". Lasciando perdere i voti da 1 a 10 che qui non si usano sarebbe bene che tutti usassero lo stesso metro che è quello dato dalle definizioni storiche appunto, anche perché chi legge le vostre recensioni non ha altro metro di giudizio se non quello dato dalle definizioni in legenda.
    Ultima modifica: 14/10/19 20:01 da Zender