Discussioni su Annabelle 2 - Creation - Film (2017)

DISCUSSIONE GENERALE

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  • Buiomega71 • 24/11/18 10:32
    Consigliere - 25937 interventi
    Preziosissimo prequel (di uno spin off oltretutto), che si eleva dalla massa per il suo gusto fiabesco nerissimo, per la sua impronta goticheggiante, per il suo essere così simile a certi horror incentrati sul dolore dell'infanzia perduta (penso a Fragile e a The Orphanage), pregno di tocchi favolistici (la casa delle bambole nella stanzetta di Bee, la bellissima sequenza in notturna della piccola Laura che si reca al pozzo di Samara-o di Sadako, fate voi- con la bambola di Annabelle sottobraccio e con la lanterna in mano), riverberi goticheggianti, quasi un misto tra Stephen King e Tennessee Williams (a volte mi sembrava di odorare L'inganno della Coppola), e due colpi macabri ben assestati che non ci si aspetta (tra cui una disarticolazione inumana tra le più impressionanti mai girate e un corpo divelto letteralmente in due che striscia a terra ringhiando, che manco uno zombi romeriano)

    Sandberg dona, a quello che a prima vista sembra un semplice horror da bancarella dagli spaventi facili, una regia raffinata e sopraffina, mandando in cantina il mediocre Leonetti e il suo sciapo capostipite in un colpo solo (basti solo il bellissimo incipit con LaPaglia che crea le sue bambole artigianali immerso nella fotografia giallo ocra di Maxime Alexandre, o all'investimento, sulla strada, della piccola Bee: il bullone della ruota che si stacca, la bimba che và a raccoglierlo, la macchina che sopraggiunge, il terribile impatto, la bamboletta che cade sull'asfalto con la faccia sfondata), e già ci si accorge di essere di fronte ad un prodotto ben curato, dalle scenografie mortifere (la grande casa, le stanze proibite, le scale) e da una cura formale ammaliante (la fotografia di Alexandre fa miracoli)

    Giochi di bimba, ragazzine ovunque (tutte bravissime), i bigliettini lasciati in giro da Bee, le sedie elettriche scendiscale-no, non ci sono i Gremlins a manometterle, la sofferenza della disabilità (la piccola Janice-nome omen-è stata colpita dalla polio, e zoppica con la sua gruccia e il tutore che le cinge la gamba, impossibilitata a correre come tutte le altre, perciò facile bersaglio del maligno), l'angoscia di avere perso una figlia (e il flashback di come tutto ebbe inizio richiama sapori acri e necrofori della "zampa di scimmia", andando a infrangersi nei territori kinghiani di Cimitero vivente e in quelli della Morte dietro la porta),perchè, a volte, i propri cari, è meglio rimpiangerli morti), la stessa Annabelle si frangia di luci chiaroscure di puro male (terrifica la sequenza del lenzuolo alla Michael Myers) , chiusa in quello sgabuzzino zeppo di pagine della bibbia strappate e incollate sulle pareti che nemmeno il prete del Presagio, burattino ghignante nelle mani del demone di infernalia (si, c'è ancora il demoniaccio nero, ma usato con più parsimonia-a parte la discutibile scena nel granaio con lo spaventapasseri che pare The Messenger 2-), con quegli occhi vitrei che fissano e scrutano

    Più dalle parti (come atmosfere) del primo Conjuring (la possessione tramite vomitata nerastra bocca a bocca è presa di peso da lì), ma che accentua il lato più sinistro e malevolo, sfociando in picchi crudeli tra dita spezzate, metà facce strappate, torsi umani tranciati in due e crocifissi alla parete, ragazzine possedute armate di coltellacci pronte a "giocare".

    Miranda Otto che ha il mezzo volto coperto da una maschera di porcellana, tra Franju e Bunuel, e che giace in un letto a baldacchino coperto da tendaggi come Mater Sospiriorum in una stanza che ha tutta la necrofora aria di quella off limits di Ballata Macabra

    Una giovane suora che si improvvisa esorcita (sbattuta violentemente contro le pareti della stanza), il rosario, Janice che diventa quintessenza della possessione pazuziana (ben resa la mutazione nell'oscurità, con il collo che si spezza), gli occhi fluorescenti della piccola Bee nella fotografia e, a far da tormentone, You are my sunshine suonata al giradischi e canticchiata da bimbe malefiche.

    L'agghiacciante lettura del diario infantile della piccola Bee da parte di Laura, pagine bianche dopo la sua morte, e improvvisamente la scritta che ne segue "Oggi sono ritornata a casa", con funeste rimembranze kinghiane dell'OZ, IL GVANDE E TEVVIBILE.

    Qualche scivolone c'è (il già citato spaventapasseri, nel granaio con belzebù, la casa che trema e manda tutto all'aria che nemmeno il finale di Suspiria e Inferno e da il colpo di grazia impazzendo con le luci modello Poltergeist, il dover piazzarci per forza il demone della suora Valak del secondo Conjuring in una fotografia di monache in Romania, a tal proprosito occhio alla inutile sorpresina post titoli di coda), ma sono quisquilie perdonabili a fronte di un prodotto zeppo di marciscente atmosfera e caliginosa inquetudine, che sta tra un racconto di Dickens e la fame di anime pure del dottor Freudstein.

    Ciliegina sulla torta il geniale finale , che si ricollega direttamente al primo Annabelle (in una sequenza specifica) e chiude il cerchio.

    E crogiolandomi sul talento di Sandberg potrei chiudere nel dire che Creation non è solo un ottimo prequel di un film ordinario, ma è soprattutto un ottimo horror a sè.

    Nel gioco (infernale) di bimba si perde una donna...

    Dolce Sioux ti somiglia...
    Ultima modifica: 26/11/18 22:13 da Buiomega71