Discussioni su Always shine - Film (2016)

  • TITOLO INSERITO IL GIORNO 8/06/19 DAL BENEMERITO BUIOMEGA71
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  • Quello che si dice un buon film:
    Buiomega71

DISCUSSIONE GENERALE

1 post
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  • Buiomega71 • 8/06/19 10:02
    Consigliere - 25998 interventi
    Inizia con Caitlin FitzGerald (una specie di Sondra Locke 2.0) che parla in macchina, in un intenso primo piano , che si dispera e implora pietà

    Ma è un incipit truffaldino di un provino per un horroraccio da serie b

    Comincia così questo curioso dramma psicologico a due, femmineo fino al midollo, che parte come il più classico dei modelli (due amiche, attricette, una a cui si stanno spalancando le porte del "successo", l'altra che non riesce a emergere, partono per un week end in una casetta tra i boschi lontano da tutto e da tutti per rinsaldare la loro amicizia), per poi sfociare nelle oscure zone polanskiane delle doppie identità rubate e fatte proprie, che ricorda il morboso rapporto fratello/sorella (di cui il fratello assume l'identità della sorella morta) di Invito al viaggio, piccola gemma delmontiana colpevolmente finita nell'oblio.

    Il "gioco" pericoloso (e psicologico) delle parti "scambiate" ha derive psicopatologiche, fino ad assumere tratti di confusione mentale e squilibri narrativi metacinematografici (il ciak che entra in scena nella lotta boschiva notturna delle due), sino ad una deriva irreversibile della perdita (e della mutazione) della propria identità ed a una chiusa raggelante tra lacrime e sensi di colpa.

    Invidie mai sopite, gelosia, rancore, malevolenza, rivalità, odio che si insinua sottopelle, in un serrato racconto gineceo, dove la Takal ricorre a certo cinema settantiano (penso all'Altman della trilogia delle "donne") o a classici come Eva contro Eva o Baby Jane, sino al Bergman di Persona (citato apertamente anche solo nel manifesto del film) e alle Dominique e Danielle di depalmiana memoria, ma virati in stati di allucinazione (la sequenza di Anna che fa lo yoga, che per non spoilerare troppo arriva come una fucilata improvvisa e sembra uscita da Images)

    Inquietante e seducente "gioco al massacro" tra due donne, in mezzo a copioni di horror di serie z con le pietre e i troll, uscite serali al bar (notevole l'incontro con Vic, che interessa a Anna ma lui le preferisce Beth, facendo aumentare la rabbia di Anna, già corrosa dall'invidia per l'amica), la telefonata di Beth al suo ragazzo sull'improvviso cambio caratteriale dell'amica, che diventa una minaccia concreta, fino al cortocircuito che porterà Anna a recitare la parte di Beth, in un rimpiattino di allucinazioni e malessere che sfociano nella follia.

    Bravissima la Takal che sonda con sensibilità (tutta femminile) il rapporto/scontro tra le due amiche e le derive mentali guaste che ne conseguono, tra specchi, rossetti, docce e gesti quotidiani, intercalati da tramonti rosso sangue, lune piene e dal mare agitato.

    Gran interpretazione della Davis che passa da sanguigna "dominatrice" a remissivo "vittimismo", in un gioco di ruolo che mette la pelle d'oca, facendo emergere le doti nascoste di questa attrice da tenere d'occhio.

    In un piccolo ruolo cameo c'è pure un'irriconoscibile Colleen Camp (la donnona che chiede l'autografo a Beth al dinner)

    Un legame d'amicizia che cova risentimento e acredine, in un opera intimista, puramente ginecea, con chiaroscuri da psychothriller e dramma dell'anima, dove Hollywood con le sue starlette e le sue promesse mancate resta sullo sfondo e che raggiunge vette di notevole intensità (narrativa, recitativa e registica), dove la Takal si dimostra autrice da segnare sul taccuino.

    Ti sei mai sentita una puttana?
    Ultima modifica: 8/06/19 14:24 da Buiomega71