Discussioni su Una lunga notte - Film (1992)

  • TITOLO INSERITO IL GIORNO 12/10/19 DAL BENEMERITO BUIOMEGA71
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    Buiomega71

DISCUSSIONE GENERALE

1 post
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  • Buiomega71 • 12/10/19 10:31
    Consigliere - 25997 interventi
    Difficile dare un giudizio complessivo di un film che nasce come una miniserie in tre puntate e da noi uscito direttamente in vhs in una drastica versione da 142' (Le notti di Salem insegnano) e oltrettutto spacciato per un "thriller erotico" (sic!) da bancarella, appioppandole un insensato e truffaldino divieto ai 14.

    La prima parte non è malaccio, dove si assiste alle seduzioni di una milfesca Hershey ai danni del ragazzetto che ha preso una cotta per lei (tanto da non capire più nulla), come quando la Hershey (che come professione, oltre ad essere una dark lady mangiauomini, o meglio, mangiararagazzini, è un'estetista/parrucchiera) massaggia il giovincello sulla sedia e lui non può alzarsi per evidenti problemi di eccitazione maschile.

    La notte del fataccio, poi (siamo sempre alle solite macchinazioni di mogliettine ingrifate e diaboliche che vogliono far fuori l'ingombrante marito mettendo di mezzo il giovane amante ingenuo di turno, in una versione soapoperesca del Postino suona sempre due volte) è ben cotruita, con la sua dose di tensione e , vista la destinazione televisiva, non poco crudele.

    Come non è abituale la triste storia di Angela (la bellissima Judith Jones), figlia della Hershey abusata dal padre fin da piccola, o il ragazzo che perde talmente la testa per la donna tanto da aggredire fisicamente sua madre quando scopre che i suoi risparmi vanno in regali costosi destinati alla biondissima e caldissima Hershey, così come son ben delineati i personaggi e l'approfondimento dei caratteri, dove Winer (già regista di quella piccola fesseria irrimediabilmente anni 80 che era SpaceCamp) riesce bene a giostrare la situazione, con realismo narrativo e professionalità.

    La Hershey , versione bionda atomica, è una melliflua milf tanto sensuale quanto spietata calcolatrice , rispettando i dogmi delle femme fatale dei noir, che , però, ahimè, indossa spesso le ballerine antistupro, lasciando i tacchi alti nella scarpiera (di culto la sequenza in cui, facendo la sedicenne in fregola con il suo giovane amante, si immerge nel laghetto a piedini scalzi, lasciando le ballerine a riva).

    La seconda parte sfocia nella più trita convenzionalità (non manca l'obbligatorio processo) che traghetta il film verso i lidi da tipico tv movie sulla stregua di "Donne al bivio", con la madre del giovanotto (ormai ridotto a zerbino innamorato con le fette di salame sugli occhi rinchiuso in carcere con la condanna dell'ergastolo) che si fà amica la Hershey per incastrarla come mandante dell'omicidio del marito (che il ragazzo, per proteggerla, afferma di avere fatto tutto da solo), fino alla scontata risoluzione (il film è tratto da un vero fatto di cronaca).

    Il Beetlejuice burtoniano, proiettato al cinema della cittadina, serve come alibi e Judith vorrebbe andare a vedere Die Hard (la critica ne parla molto bene), visto che i fatti si svolgono nel 1988.

    La Hershey è sempre straordinaria e la sua interpretazione varrebbe da sola la visione, un pò meno Morgan Weisser (il giovane Michael finito tra le sue maglie ingannatrici e sensuali) con quella faccia da pesce lesso un pò così, che addirittura c'ha uno scatto d'ira ad una festa a base di reggae.

    Tipico filmetto televisivo come ne facevano a quantità industriale nei primi anni 90, ma con una prima parte non poi così banalissima.
    Ultima modifica: 12/10/19 11:01 da Buiomega71