Buiomega71 • 13/08/24 10:22
Consigliere - 27266 interventi Rassegna estiva:
Postatomica-L'estate italiana del dopobomba Il post-atomico italico per antonomasia, la quasi perfezione del cinema di genere con un Sergio Martino ispiratissimo, che torna all'artigiana genialità dell'
Isola degli uomini pesce.
Tutto è azzeccato, dai personaggi (e agli attori che li interpretano), ai fantastici modellini "cozziani" stile
Spazio 1999 (la base in Alaska), alle impazzite schegge splatter dalle derive fulciane , orchestrate da un Maurizio Trani eccezzionale (occhi cavati, teste che esplodono, sbudellamenti, cadaveri divorati dai topi che nemmeno in
Wild Beasts,
crichtoniane operazioni oculistiche), una cupa e marcissima New York che si dipana in putride fogne, rovine, cimiteri di autobus, tunnel invalicabili e desolazione da discarica all'aperto.
Notevoli , poi, i tocchi visionari martiniani, l'inizio col trombettista infetto che suona davanti alle rovine di New York, la parte alla Mad Max mista
Bartel/Corman , nella vittoria di Parsifal con la fiera jodorowskiana e l'imbonitrice robotica, la tana di Big Ape (immenso, in tutti i sensi, Luigi Montefiori in uno dei suoi ruoli migliori) con ingannevoli manichini e bambolotti, che sembra riportare alla dimensione del
Martino in nero, la caccia ai topi da parte del gruppo di contaminati capeggiata da Hal Yamanouchi (le frustate, la infetta/calva affamata di bambini che pare la controfigura degli assassini con alopecia nel cult
liebermaniano), la stanza blindata dove giace l'ultima donna fertile sulla terra, i rimandi alle fiabe (La bella addormentata, La bella e la bestia), la spietatezza del nuovo ordine nazifascista, comandato da una specie di
Joe Pilato (grande performance di Serge Feuillard con la passione per Picasso) e dalla crudele quanto infida Anna Kanakis (in mise da mistress BDSM. scortata da una comparsa che mi è parso il critico cinematografico Joe Denti).
Si prende il concetto di
ZPG, riformulandolo al contrario, ma anticipando
Interstellar (costruire astronavi per solcare altri pianeti dove l'umanità possa ricominciare una nuova vita),
Carpenter è ripreso e saccheggiato (il tunnel zeppo di insidie al posto del ponte minato, la missione suicida di Parsifal dove "a New York è facile entrare, ma impossibile uscirne", i clan dei reietti, la stessa OST dei De Angelis che ricalca lo score carpenteriano, quel che resta dei numeri grotteschi da cabaret della morte), ma Martino lo fa con ingegno, arguzia, gran ritmo, senso dello spettacolo, visceralità, scorie radioattive di quello che è, forse, l'ultimo vero cinema di genere e senza dubbio uno dei suoi film migliori in assoluto (dove si ritrovano tracce da
Mannaja-l'esercito a cavallo in una spettrale New York,
L'isola degli uomini pesce-la fuga nelle fogne come le grotte dell'ittico Dottor Moreau, il professore e sua figlia mantenuta in stato vegetativo- e, soprattutto,
La montagna del Dio cannibale-il covo dei mangiatori di topi con i tre "eroi" imprigionati dalle catene, e i replicanti che torneranno, nelle distese desertiche, nel meno incisivo
Vendetta dal futuro).
E tra cyborg, pustole, incroci zoofili, transessuali e licenza di uccidere come premio, mostruosi ratti all'
Ultima carica di Ben, volti devastati dalle radiazioni e la putrescente aria infetta di una New York come anticamera dell'inferno, Martino, forse inconsapevolmente, o forse, no, nella figura di Big Ape che ingravida la "bella addormentata" unica speranza per l'umanità, da genialmente l'imput per un (im)possibile prequel del
Pianeta delle scimmie.
SPOILERCultissima, poi, la scena in cui il nano Kirk si infilza, suicidandosi, tra gli spuntoni di un motore, dopo aver urlato in faccia ad un soldato Eurak: "Sei una merdaaaaa"
FINE SPOILER2019 è l'esempio calzante della massima espressione del cosidetto b-movie nostrano, che nulla ha da invidiare alle produzioni cormaniane del periodo.
Curiosamente le goffe pistole "futuristiche laser" stordenti dei due uomini che usano per catturare Parsifal nel deserto, sono del tutto simili a quella usata da Jane Fonda in
Barbarella.
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