Curiosità su Letto a tre piazze - Film (1960) | Pagina 1

CURIOSITÀ

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  • Tnex • 3/12/10 18:45
    Galoppino - 17 interventi
    @ R.f.e. ho ricevuto una "chiamata" ma non so come inserirmi nella discussione....potresti essere così gentile da illuminarmi..grazie
  • Graf • 28/04/14 01:19
    Fotocopista - 908 interventi
    Dal volume di Albiero e Cacciatore “Il terrrista dei generi. Tutto il cinema di Lucio Fulci” - Un mondoaparte editore ed. 2004.

    A pag. 45 e nell'incredibile e sconcertante nota esplicativa n.11 di pag. 388 di questo magnifico libro, un vero pozzo senza fondo di notizie e di dati, sono riportati, in modo circostanziato, tutti i particolari di questa improvvisa diatriba, un vero fulmine a ciel sereno, nata tra Totò e Lucio Fulci intorno alla regia di questo film.
    Riassumo.

    Dopo i due musicarelli I ragazzi del Juke Box e Urlatori alla sbarra, Fulci era tornato al suo “primo amore”, cioè Totò, che aveva seguito, come aiuto regista di Steno, fin dall'inizio della sua carriera e che aveva (brillantemente) diretto nel suo film d’esordio I ladri. Perciò, all'inizio del 1960, scrisse sia il soggetto sia la sceneggiatura di Letto a tre piazze insieme all'amico Vittorio Vighi calibrando la storia in modo tale da esaltare le innumerevoli potenzialità comiche dell'attore napoletano.
    La sceneggiatura piacque moltissimo a Franco Magli che era allora il direttore generale della Cineriz tanto da proporre a Fulci anche la regia del film offrendogli la cifra di 4 milioni di lire (del 1960).
    Per Fulci essere scritturato dalla (allora) potente Cineriz rappresentava un bel salto di carriera, significava entrare nell'ambiente cinematografico che davvero contava e la possibilità di girare film di ben altro spessore produttivo ed artistico. E poi un cachet di 4 milioni finora non l’aveva mai percepito. Magli lo invitò a ripassare esattamente tra dieci giorni per la firma del contratto.
    Fulci, dieci giorni dopo, si presentò puntuale all'appuntamento ma dovette subire una cocentissima delusione: Magli gli disse esplicitamente che non sarebbe stato il regista del film perché Totò in persona aveva messo su di lui un veto irrevocabile ma senza esporne i motivi. Fulci, caduto letteralmente dalle nuvole, tentò di telefonare a Totò, di rintracciarlo in ogni modo per chiedere chiarimenti ma il comico napoletano si negò sempre e comunque. Fulci, orgoglioso com'era, allora lasciò correre e accettò, obtorto collo, di farsi da parte. Magli, di conseguenza, chiamò alla regia di Letto a tre piazze Steno che girò il film cambiando notevolmente la sceneggiatura scritta da Fulci e Vighi. L’improvvisa e traumatica rottura con Totò e l’ormai dichiarata separazione da Steno, dal “clan” del quale Fulci era uscito definitivamente, inauguravano l’inizio di un periodo difficile per il regista romano che, perdendo in modo imprevedibile due punti di riferimento umano e professionale, dovette indirizzarsi per necessità più che per scelta (e la sua famiglia, nel frattempo, si ingrandì con la nascita, il 7 agosto 1960, della figlia Antonella) verso la mai abbandonata attività di sceneggiatore.
    Fu il grande attore Mario Carotenuto a favorire due anni dopo, in veste di produttore, il ritorno di Fulci alla regia con il film Colpo gobbo all'italiana.