Curiosità su Le facce della morte - Documentario (1978)

  • TITOLO INSERITO IL GIORNO 25/11/07 DAL BENEMERITO SCHRAMM
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  • Davvero notevole!:
    Anthonyvm
  • Quello che si dice un buon film:
    Herrkinski, Markus
  • Scarso, ma qualcosina da salvare c’è:
    Schramm, Undying

CURIOSITÀ

8 post
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  • Schramm • 25/11/07 19:31
    Scrivano - 7694 interventi
    L'edizione italiana curata da Morra ha un differente editing, una diversa colonna sonora (curata da Daniele Patucchi, riarruolato successivamente per Dolce e selvaggio e Dimensione violenza) e contiene una ventina di scene in più rispetto a quella americana:
    -fabbriche di fucili
    -caccia all'elefante
    -caccia al cervo
    -corsa di tori nelle vie cittadine
    -corrida
    -lotta tra pinguini
    -il fiume dei morti in India
    -imbalsamtore di teste di Amazzonia
    -imbalsamazione di cadaveri in usa
    -lotta tra alligatore e anaconda
    -due scarabei che si disputano il cibo
    -scimmie in lotta per il branco
    -esperimenti sulle scimmie
    -cattura dell'orso
    -il comportamento dei facoceri (!!!)
    -soppressione di prigionieri di guerra
    -vampiri sterminati con gli ultrasuoni
    -pesca delle acciughe
    -serparo all'opera
    -salvataggio di un uomo gravemente accoltellato

    Alcune scene sono state riutilizzate pari pari da Morra per Dimensione violenza
  • Undying • 20/05/09 00:12
    Risorse umane - 7574 interventi
    La sequenza, fortunatamente ricostruita, del guru satanista (simil mansoniano) che assieme agli adepti opera su un corpo umano estraendone gli organi per poi distribuirli agli adepti, durante un'oscena rappresentazione a sfondo cannibalico, sembra essere ispirata al regista, più che dalla cronaca, dal film di Barilli: Il profumo della signora in nero (1974).
  • Markus • 11/01/10 20:00
    Scrivano - 4775 interventi
    Da un numero di Panorama del 1981:

  • Schramm • 7/11/10 15:25
    Scrivano - 7694 interventi
    nei quotidiani la locandina era meno impressionante: campeggiava una foto di camillo il coccodrillo a fauci spianate e la tagline del "tra l'altro vedrete" era un po' più lunga.

    la frase di lancio "dal vero ciò che il cinema non aveva mai osato prima" è stata ripresa para para per il battage di Dolce e selvaggio
  • Schramm • 8/03/14 19:37
    Scrivano - 7694 interventi
    * Mentre finiva di girare il finale del film con la donna incinta sulla spiaggia, che avrebbe dovuto inneggiare alla vita, un surfista è morto a poche decine di metri dal regista. La scena non è curiosamente stata usata per il film.

    * Il compagno di stanza di allora di Schwartz era David Hasselhoff

    * L'idea di un falso medico che traghettasse l'audience in un viaggio e intercalasse con la sua presenza il film venne a Schwartz dopo la visione di The Hellstrom Chronicle, un finto documentario del 1971 centrato su un insetto immaginario che andava espandendosi nel pianeta

    * Tra le regie posteriori al boom che il film ebbe, figurano anche alcuni episodi del telefilm Santa Barbara

    * Schwartz è attualmente impegnato nella stesura di un memoriale sulla sua esperienza come shockumentarista

    Fonti: intervista a Schwartz su http://deadspin.com/5855402/cut-back-to-a-wide-shot-open-the-skull-the-faces-of-death-guy-looks-back
  • Schramm • 9/03/14 19:56
    Scrivano - 7694 interventi
    Le Cilaire, ovviamente non accreditato, impersona il capo della setta satanico-mansoniana nell'apposita staged scene.
  • Fauno • 9/03/17 10:44
    Contratto a progetto - 2743 interventi
    Dalla collezione cartacea Fauno, un flano del film:

  • Schramm • 9/10/18 18:43
    Scrivano - 7694 interventi
    Il budget ammontò a 450.000 dollari. A film terminato ne avanzò un quarto.

    Inizialmente, Michael Carr, adocchiato casualmente da Schwartz, non era assolutamente interessato a partecipare all’operazione. Schwartz gli chiese di leggere il copione. A lettura ultimata, Carr domandò al regista “Chi ha scritto sto schifo?”. Schwartz alzò la mano e Carr rise, acconsentendo all'ingaggio.

    La scena dell’incubo ricorrente del Dr.Gross è interpretata dalla crew: tra i necrofori che maneggiano e trasportano la bara appare lo stesso Schwartz; la ragazza morta biancovestita che vediamo all’interno è una comune segretaria reclutata all’uopo che rischiò di morire soffocata una volta chiusa la bara.

    Il tanfo del mattatoio californiano del Vernon restò attaccato agli abiti del regista e degli operatori per settimane dopo le riprese. Durante le riprese avvenute in quello di Petaluma, uno degli operatori si avvicinò al regista dicendogli “fammi apparire nel tuo film!”. Quando in tutta risposta ottenne un “E perché mai dovrei?”, per convincere Schwartz l’operatore strappò repentinamente con un morso l’orecchio di un agnello vivo e lo risputò. Schwartz rimase così scioccato dalle grida della bestia che non volle saperne di farlo apparire nel film.

    La scena dell’uccisione della scimmietta, ricalcata da quella che si vede in Sadismo, venne ricostruita affittando un ristorante marocchino e avvalendosi di una vera scimmia ammaestrata che al momento di essere colpita dall’arma finta, recitò – sotto la guida dell’addestratore – un dare di matto che lasciò impressionata la troupe per l’effetto iper-realistico ottenuto. Subito dopo venne girata la scena dello scoperchiamento del cranio con un calco perfettamente riproducente la vera scimmia la cui calotta era per ironia della sorte riempito da cavolfiori tinti di rosso. I vegetariani che puntualmente insorsero durante quella scena hanno praticamente sempre protestato contro quello che a conti fatti era un ortaggio ben dissimulato.
    Il fatto che al montaggio la scena sembrò a Schwartz genuina come quella dei mattatoi, gli fece decidere di usarla come raccordo tra i due, mischiando deliberatamente il vero col falso, al punto che ai giorni nostri molti recensori e studiosi del filone credono ancora reale quel segmento.

    Per filmare il combattimento dei cani Schwarz assoldò dei veri organizzatori di scommesse clandestine (due di loro stettero di vedetta col binocolo per assicurarsi contro l’arrivo inaspettato della polizia), dicendo loro che non c’era bisogno di far morire uno dei cani. Il piano era di innaffiarli con del sangue finto dopo i primi secondi di riprese della lotta, cercando di farli combattere rabbiosamente ma senza gravi conseguenze e separandoli prima che potessero azzannarsi malamente. La cosa sfuggì di mano al punto che uno dei due cani collassò e si dovettero interrompere le riprese per rianimarlo ed evitarne la morte.

    Durante le riprese del combattimento di galli in Leon Mexico, Schwartz dovette allontanarsi nel parcheggio per un violento malore causato da quanto ingerito a pranzo, talmente prolungato che pensò che sarebbe morto avvelenato in quel parcheggio e sarebbe finito egli stesso nel film a coronamento del progetto.

    (Fonte: John A. Schwartz, resoconto scritto su Cine-Excess, gennaio 2013)