Schramm • 9/10/18 18:43
Scrivano - 7694 interventi Il
budget ammontò a 450.000 dollari. A film terminato ne avanzò un quarto.
Inizialmente,
Michael Carr, adocchiato casualmente da Schwartz, non era assolutamente interessato a partecipare all’operazione. Schwartz gli chiese di leggere il copione. A lettura ultimata, Carr domandò al regista “
Chi ha scritto sto schifo?”. Schwartz alzò la mano e Carr rise, acconsentendo all'ingaggio.
La scena dell’
incubo ricorrente del Dr.Gross è interpretata dalla crew: tra i necrofori che maneggiano e trasportano la bara appare lo stesso Schwartz; la ragazza morta biancovestita che vediamo all’interno è una comune segretaria reclutata all’uopo che rischiò di morire soffocata una volta chiusa la bara.
Il tanfo del
mattatoio californiano del Vernon restò attaccato agli abiti del regista e degli operatori per settimane dopo le riprese. Durante le riprese avvenute in quello di Petaluma, uno degli operatori si avvicinò al regista dicendogli “
fammi apparire nel tuo film!”. Quando in tutta risposta ottenne un “
E perché mai dovrei?”, per convincere Schwartz l’operatore strappò repentinamente con un morso l’orecchio di un agnello vivo e lo risputò. Schwartz rimase così scioccato dalle grida della bestia che non volle saperne di farlo apparire nel film.
La scena dell’
uccisione della scimmietta, ricalcata da quella che si vede in
Sadismo, venne ricostruita affittando un ristorante marocchino e avvalendosi di una vera scimmia ammaestrata che al momento di essere colpita dall’arma finta, recitò – sotto la guida dell’addestratore – un dare di matto che lasciò impressionata la troupe per l’effetto iper-realistico ottenuto. Subito dopo venne girata la scena dello scoperchiamento del cranio con un calco perfettamente riproducente la vera scimmia la cui calotta era per ironia della sorte riempito da cavolfiori tinti di rosso. I vegetariani che puntualmente insorsero durante quella scena hanno praticamente sempre protestato contro quello che a conti fatti era un ortaggio ben dissimulato.
Il fatto che al montaggio la scena sembrò a Schwartz genuina come quella dei mattatoi, gli fece decidere di usarla come raccordo tra i due, mischiando deliberatamente il vero col falso, al punto che ai giorni nostri molti recensori e studiosi del filone credono ancora reale quel segmento.
Per filmare il combattimento dei cani Schwarz assoldò dei veri organizzatori di scommesse clandestine (due di loro stettero di vedetta col binocolo per assicurarsi contro l’arrivo inaspettato della polizia), dicendo loro che non c’era bisogno di far morire uno dei cani. Il piano era di innaffiarli con del sangue finto dopo i primi secondi di riprese della lotta, cercando di farli combattere rabbiosamente ma senza gravi conseguenze e separandoli prima che potessero azzannarsi malamente. La cosa sfuggì di mano al punto che uno dei due cani collassò e si dovettero interrompere le riprese per rianimarlo ed evitarne la morte.
Durante le riprese del
combattimento di galli in Leon Mexico, Schwartz dovette allontanarsi nel parcheggio per un violento malore causato da quanto ingerito a pranzo, talmente prolungato che pensò che sarebbe morto avvelenato in quel parcheggio e sarebbe finito egli stesso nel film a coronamento del progetto.
(Fonte: John A. Schwartz, resoconto scritto su Cine-Excess, gennaio 2013)
Anthonyvm
Herrkinski, Markus
Schramm, Undying