Curiosità su L'iniziazione - Film (1986)

CURIOSITÀ

2 post
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  • Undying • 9/03/09 00:20
    Risorse umane - 7574 interventi
    Ispirato al racconto di Guillaume Apollinaire (Le imprese di un giovane Don Giovanni).

    Curiosa la genesi del film (in co-produzione con la Francia).

    A detta del produttore Enzo Porcelli tutto nasce da un periodo critico cagionato dall'insuccesso di una produzione precedente: Sapore del grano (1985).

    Il produttore, passeggianto per Roma, nota un'incisione su una casa: dedicata ad Apollinaire ed incuriosito dal fatto che lo scrittore francese fosse nato in Italia Porcelli, dopo aver approfondito la biografia dell'autore, scopre che questi, per questioni economiche, scrisse due racconti "pornografici", risollevando la sua situazione finanziaria.

    Discutendone col produttore francese Chantal Lenoble, arriva a concepire la realizzazione di Les exploits d'un jeune Don Juan.

    Fonte: intervista al produttore contenuta nel DVD RHV.
  • Undying • 22/09/09 18:49
    Risorse umane - 7574 interventi
    Un testo esplicito contro un film suggerito
    Differenze di stile e forma tra Apollinaire e Mingozzi

    Mingozzi, in totale autonomia, si distacca dal tema esplicito, giocando sulla suggestione e sull'allusione erotica.
    Questo non solo in relazione a contemporanei prodotti più o meno spinti, ma addirittura nei confronti del testo di riferimento, ovvero quello del già citato Apollinaire.

    Non solo, Mingozzi inserisce una debole critica sociale quando tenta di contrapporre ai piaceri del sesso la perversa e incombente minaccia di una guerra, sorretta e supportata con lucida determinazione.

    Alcuni brani estrapolati da Le prodezze di un giovane Don Giovanni.

    "... Mi gettai su di lei, spinsi il nerbo tra le cosce, penetrai dolcemente nella f..., ne uscii subito. I miei piedi erano privi di puntello. La posizione era troppo scomoda...."

    "Infine scoprii che la sua fessura, che poteva ricordare un'arsella socchiusa, conteneva altre due labbra, però più piccole di quelle all'esterno."

    Apollinaire si spinge poi molto più in là, azzardando rapporti incestuosi (fra Roger e la sorella, dall'esplicativo nome di Bertha) e tratteggiando vere e proprie perversioni sessuali, descrivendo pure la presenza di una cameriera generosa e procace che è assai più audace di quella presente nel film: non solo inizia ai piaceri del sesso il giovane protagonista, ma pure non disprezza contatti fisici con animali domestici.

    Ancora: l'autore del testo ironizza in maniera quasi fastidiosa sulle prodezze del protagonista quando sul finale, dopo avere trovato uno sposo alle tante amanti messe incinta, riflette in questi termini:

    "Ben presto Ursula partorì un maschio, in seguito Elisa e mia zia una femmina; nello stesso giorno feci da padrino al piccolo Roger di Ursula, alla piccola Louise di Elisa e alla piccola Anna di mia zia, figli tutti d'un medesimo padre, ma che mai lo sapranno. Spero di averne molti altri e, così facendo, adempiere a un dovere patriottico che sarebbe l'aumento della popolazione del mio paese"

    Insomma, le Undicimila verghe non sono lontane e la differenza tra il testo ed il film è abissale.

    Perciò sembra corretto rendere merito al regista di essere riuscito a contenersi su un piano meramente platonico, suggestivo, quasi sussurrato...