Curiosità su Il diario di una cameriera - Film (1964)

CURIOSITÀ

3 post
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  • Pigro • 10/12/10 10:01
    Consigliere - 1661 interventi
    Il corteo fascista che percorre le strade cittadine alla fine del film invoca "Viva Chiappe". Jean Chiappe fu il prefetto di polizia di Parigi negli anni 30, di simpatie fasciste, che tra l'altro vietò proprio la proiezione del film di Buñuel L'Age d'or (che approfittà di questo film per lasciare, in eterno, la sua piccola vendetta...).
  • Daniela • 2/05/19 08:49
    Gran Burattinaio - 5928 interventi
    Soggetto tratto dal romanzo omonimo del giornalista e scrittore francese Octave Mirbeau, pubblicato nel 1900, da cui era già stato tratto nel 1946 un film dallo stesso titolo diretto da Jean Renoir con Paulette Goddard nel ruolo di Célestine.

    Ispirati allo stesso romanzo sono anche ...Infedelmente vostra Celestina Tuttofare diretto nel 1974 da Jesús Franco con lo pseudonimo di Clifford Brown e il più fedele Journal d'une femme de chambre del 2015, regia di Benoît Jacquot, con Léa Seydoux e Vincent Lindon.
  • Daniela • 23/07/19 09:45
    Gran Burattinaio - 5928 interventi
    Nella sequenza finale, si vede un corteo sfilare per le vie di Cherbourg. I manifestanti portano una striscione con la scritta "La France aux francais" e scandiscono lo slogan "Abbasso i meteci".

    Curioso l'uso del termine.
    Meteco era il nome che si dava agli stranieri greci residenti nelle città-stato dell'antica Grecia per un periodo di tempo determinato. I meteci avevano una posizione sociale intermedia fra i cittadini e i non liberi, non potevano possedere beni immobili ma potevano esercitare attività commerciali o artigianali.

    Nella Francia degli anni Trenta in cui è ambientato il film di Bunuel, "meteco" era diventato un epiteto impiegato per definire gli immigrati stranieri ed in particolare quelli che cercavano di acquisire la nazionalità francese, col conseguente rischio di un inquinamento della purezza della razza francese. Per descrivere questo rischio, i termini usati dagli xenofobi erano "epidemia", "marea", "flagello" e soprattutto "invasione" (cfr. René Gallissot, "Razzismo e antirazzismo. La sfida dell'immigrazione" pag.156 e sgg.).