Zombiegeddon - Film (2003)

Come si fa a non amare alla follia un film che inizia col faccione rubicondo di Uwe Boll che ci esorta a non guardarlo "perché è un'autentica cagata"? Devo dire che mi aspettavo il solito mattone della Troma, cioè un film con scene spassose ma dalla lentezza spossante. Invece "Zombiegeddon" ha una sua fruibilità che lo eleva dalla pletora di prodotti associati al glorioso marchio indipendente. Scene cult a pioggia: lo zombie-Van Damme, il poliziotto che fa limonare due ragazzi citando Il cattivo tenente e che uccide per farsi una canna. Trashissimo!

Ogni horror-lover ha colpe da espiare, ma per gravi che possano essere non meritano quest'armageddonale punizione sotto forma di videoproduzione Troma effigiata dal no-everything. In apertura Uwe Boll ammonisce sulla natura escrementizia (cit.) dell'opera: fidatevi dell'ipse dixit e per l'amor di quel Dio che qui ha una concezione romeriana del giudizio universale fermatevi là. Sempre che un defilé di cameos (da Savini alla Quigley, da Jeremy a Edwin Neal e Olen Ray) non sia per voi equo dazio penitenziale. Dire che a raffronto Schnaas spazza via Romero rende il rischiato pericolo?

Zombie-movie timbrato Troma di grana amatoriale, in cui il numero di camei (anche vocali) finisce per sovrastare il ruolo degli stessi morti viventi. La presenza di più o meno illustri caratteristi, dal mai arrendevole Lloyd Kaufman al povero Robert Z'Dar che cita claudicante Matt Cordell, da Tom Savini a Linnea Quigley, suscita più tristezza per gli interpreti che simpatia per il film, a causa di una confezione raffazzonata e di uno script assemblato fortunosamente. Non peggio di altri cuginetti della stessa risma, ma comunque scarso. Gore da cartoleria e nudi gratuiti non mancano.