X3 Operazione Dinamite - Film (1957)

Noir francese la cui attenzione è rivolta in gran parte alla trama, particolarmente complessa, supportata da una confezione sufficientemente elegante (il bianco e nero aiuta) che mantiene il film sulla linea di galleggiamento nonostante non si segnali per nulla di memorabile. La storia ci presenta subito un importante contrabbandiere d'armi, Pedro Wassewitch (Van Eyck), che la polizia ricerca da tempo e che ha intenzione di incastrare utilizzando un suo agente sotto copertura, Ferrier (Pellegrin). Questi si finge intermediario di un compratore ben noto, tale Albatrasse, per conto del quale dice di voler acquistare un grosso carico d'armi. Raggiunto nella sua splendida villa Wassewitch,...Leggi tutto Ferrier ne conosce nel frattempo la splendida moglie Lola (Fabian), in paese definita da tutti sgualdrina e che pure con lui non si tirerà indietro. Un inserto sentimentale minoritario utile a dedicare un po' di spazio all'immancabile femme fatale, in questo caso lasciata tuttavia decisamente fuori dai giochi che contano.

Il confronto è tutto tra Pedro e Ferrier, col primo che decide di fidarsi del secondo nonostante qualche sospetto non manchi (i due si sono conosciuti peraltro prendendosi a pugni in piazza a causa di Lola). All'interno della complicata trattativa entreranno successivamente in scena numerosi altri personaggi che contribuiranno a rendere non poco fumosa la fase centrale della vicenda, allargando le fila dei complici di Pedro ma anche dei poliziotti (tra di loro si segnala un giovane Lino Ventura), che astutamente useranno un nastro registrato con la voce di Albatrasse per far credere via telefono a Pedro che l'importante boss sia realmente al corrente dell'operazione e desideri concluderla al più presto. Se si esclude quindi il succo vero della storia, in realtà facilmente individuabile, sono gli elementi secondari che vi ruotano attorno a permettere di svilupparla secondi i canoni del cinema Anni Cinquanta, quando nella maggior parte dei casi all'interno del "genere" era la stratificata complessità dell'intreccio a fare il film e non certo la sceneggiatura (qui assolutamente elementare) o lo spessore dei personaggi.

Ci si contenti quindi di seguire la vicenda consolandosi con qualche boccata di fumo nella penombra della Fabian o col gioco di sguardi carichi di sospetto tra i due protagonisti. Musiche di Philippe-Gérard e Maurice Jarre (non accreditato) ridotte al minimo, suspense pressoché inesistente, scontro finale tirato via e davvero scarso. Sono invece piacevoli le location nel sud della Francia (la parte italiana della coproduzione è di fatto invisibile, a livello di cast e troupe), mentre la recitazione è solo corretta con l'unica eccezione della Fabian, il cui fascino è manifesto. Piuttosto emblematico di un preciso modo di interpretare il cinema di genere in quegli anni, anche se la regia francese ha meno mobilità di quella americana guadagnando semmai sotto l'aspetto della raffinatezza.

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