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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Dupieux non cambia il suo stile (per fortuna, da un certo punto di vista, dal momento che è garanzia di unicità), al punto che i suoi film in buona parte contengono gag tra loro intercambiabili, adattabili alle diverse situazioni senza perdere in efficacia. Qui protagonista è una squadra di polizia di Los Angeles decisamente corrotta e spregevole. Ognuno dei componenti si guadagna il proprio spazio per ritagliarsi una microstoria e incrociarla di tanto in tanto con quelle degli altri.

Il più presente sulla scena è Duke (Burnham), che spaccia erba nascosta all'interno di grossi topi da consegnare ai clienti (tra questi anche un irriconoscibile Marilyn Manson,...Leggi tutto struccato e con cappellino!); saranno loro a doverla poi estrarre dall'interno. Il giro è grosso, i ratti farciti vanno a ruba e Duke non perde un attimo per dimostrare la sua ottusità. Quando ad esempio ferisce per errore un tizio (Quinn) per strada, lo carica in auto e delega a un collega (Little) il compito di sbarazzarsene: se lo farà gli cancellerà tutti i debiti. Senonché questi, che ha pure dei problemi perché ricattato per aver partecipato a un servizio osé in una rivista gay, scavando nel giardino la fossa per il poveruomo (moribondo ma non ancora morto) trova una sacca con dentro un mucchio di dollari!

Sono trovate ispirate alla più libera inventiva di un autore cui la fantasia non manca e da sempre si diverte a immaginare gli sviluppi più imprevisti e privi di vera logica. Le cose accadono senza un perché, inserite a fare da traccia su cui ricamare dialoghi ispirati a un purissimo nonsense. Più spassoso, per certi versi, il poliziotto che concentra le sue attenzioni su un'attraente donna sportiva incontrata al parco spiazzandola con domande e richieste a dir poco imbarazzanti sfruttando la propria posizione di vantaggio psicologico.

Se tuttavia le qualità del cinema di Dupieux trovano la loro conferma, lo fanno anche i difetti, primo fra tutti la tendenza a dilatare le gag fino all'eccesso anche quando è evidente quanto abbiano il fiato corto. Alcune trovate fulminanti funzionano, altre riempiono interi minuti con variazioni di poco conto (si pensi al funerale nel finale, in cui la battuta - ottima - dell'inferno che sta in alto e non in basso viene espansa all'estremo generandone altre di minor impatto). Quel che quindi porta a preferire un film rispetto a un altro, tra quelli del regista, è inevitabilmente il numero delle gag presenti, che in questo caso si presentano in minor numero col risultato di renderlo leggermente meno efficace di altri, con pause che rallentano un ritmo già (come sempre) piuttosto lento. Si avverte maggiormente la colonna sonora elettronica a firma Mr. Oizo (pseudonimo di Dupieux), con un brano base che diventa parte di una gag: l'agente Rough (Judor) lo compone originando reazioni molto diverse in chi lo ascolta (Duke lo detesta), anche nel moribondo ferito da Duke trasportato a braccia in casa proprio per fargli ascoltare il pezzo! Tra gli altri camei celebri Ray Wise (l'oratore al funerale) ed Eric Roberts (il divo amico e cliente di Duke). Non certo brutto ma piuttosto fiacco e meno incisivo rispetto alla media del regista.
Marcel M.J. Davinotti jr.
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TITOLO INSERITO IL GIORNO 26/08/14 DAL BENEMERITO GESTARSH99 POI DAVINOTTATO IL GIORNO 24/03/23
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Gestarsh99 26/08/14 23:59 - 1395 commenti

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Esisterà al mondo una polizia più corrotta, inabile e fannullona di quella messicana o indonesiana? Ma certo, è quella di Los Angeles, presente solo nel mondo-brana di Dupieux. Il suo sballato cosmo personale contempla norme assai diverse da quelle che regolano la comune realtà, ticchettando fra occupazioni nonsense e volgarità compulsive da far sbavare Waters e i Farrelly. Operazione eterodossamente provocatoria, in cui gli ideali scarcassati Troma-Asylum danno l'estrema unzione alle spoglie semantiche di un Tarantino in stato di decomposizione morfo-sintattica. L'apocalisse della demenza.
MEMORABILE: I ratti imbottiti di droga; il giornaletto porno-gay super-compromettente; il moribondo appassionato di musica techno; la "filosofante" orazione funebre...

Schramm 29/04/15 13:22 - 3238 commenti

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Delocata dalla propria funzione repressiva, la polizia al disservizio del cittadino diventa una forza del disordine, e non è più possibile esclamare “in nome della legge”, perché sia logos che lex sono allegramente scompaginate da un Dupieux che non ricordavamo così canagliesco e rodomonte dai rubberiani tempi. Le centurie di Hammurabi creano qui tavole di traslitterabili diktat a proprio abuso e consumo, e la cosmogonia risultante induce a esilaranti reazioni pari a quelle date dal popper. Ma in questa coesione di scelleratezze e psicosi assortite è sempre con retrostante disagio che si ride.

Daniela 11/05/16 10:50 - 12213 commenti

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Che Dupieux non avesse tutte le rotelle a posto ce n'erano accordi con le imprese criminali del pneumatico zuzzerellone, poi qualche rotella l'ha recuperata; non tutte però, per nostra fortuna. I film successivi sono infatti meno demenziali, ma contengono sempre sprazzi di geniale assurdità. Qui l'incipit, con il poliziotto e corrotto che spaccia topi morti imbottiti di erba, promette meraviglie demenziali. Il resto non è tutto all'altezza del fulminante incipit, ma comunque presenta una galleria di personaggi così godibilmente grotteschi che Marilym Manson fa la figura di tipo posato.
MEMORABILE: I topi morti, definiti "un metodo più discreto" per lo spaccio; Il discografico che apprezza il "moribondo apatico" come trovata di scena

Bubobubo 5/07/19 20:45 - 1848 commenti

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A fine visione esplodono uno dietro l'altro i pensieri nella scatola cranica, nonostante uno stato mutacico permanente; o, per meglio dirla con l'incredibile Duke-Burnham dell'epilogo, scrivere un libro sì, ma su che cosa? Su come, a esempio, uno sbirro nero guercio e un moribondo possano creare hit spaccaclassifica. O, forse, su come non si debba mai spargere la voce se si trova una borsa piena di soldi sepolta nel proprio giardino. Eccetera eccetera. Se Miike è la risata imbarazzata, Dupieux è la risata del meme. Anzi, del meme-orabile.
MEMORABILE: Quando i pesci si sostituiscono ai topi come nascondigli per l’erba.

Mickes2 4/06/20 19:44 - 1670 commenti

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Poliziotti sbagliati nei posti sbagliati. Scorrettissima e cattivissima commedia del canadese Dupieux, che sgomita come un forsennato per correre ad accendere ogni grammo di cinismo e politicamente scorretto che gli viene in mente. La polizia di Los Angeles peggio delle bande di Compton: è l’ingrediente principale di questa tragicomica farsa sulla (in)giustizia di quartiere in cui la legge è assolutamente differente per tutti.
MEMORABILE: Il palese omicidio casalingo bellamente passato in carovana; Topi ripieni.

Cotola 8/01/21 20:30 - 8690 commenti

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Bastano i primi cinque minuti, col poliziotto spacciatore di topi alla marijuana, per capire cosa sia il cinema di Dupieux: follia allo stato puro. Ovviamente mantenere alto e costante tale livello di grottesco, demenzialità e pazzia per tutto il film è cosa ardua se non impossibile. Ma anche stavolta il regista ha l'accortezza di non tirarla per le lunghe ed il merito di costruire una galleria di freak che costellano un film con diversi momenti divertenti e pienamente riusciti. Tra alti e bassi il risultato finale è buono.  

Paulaster 11/01/21 15:14 - 4060 commenti

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Ritratto poco edificante della polizia losangelina tra spaccio, prevaricazioni e ricatti assortiti, tutto sul filo dello scorretto. Il film sembra reggere per i primi minuti, dopodiché sbanda furiosamente (il moribondo, la vicina di casa) e si finisce in mala gloria al funerale. Dupieux provoca ma si prende troppo sul serio; anche a livello di sceneggiatura si avverte una costruzione poco filante. Qualche idea comunque funziona nella sua originalità. Marilyn Manson riesce a ritagliarsi un piccolo spazio e sembra migliore di altri.
MEMORABILE: La confezione dello spaccio tra topi e pesci; La seconda opinione sulla musica; Il discorso al funerale dopo aver fumato.

Giufox 14/04/21 13:16 - 324 commenti

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Una soleggiata giornata non-sense a L.A., attraversata da poliziotti in mutande, impianti hi-fi e oscenità varie, che fanno da eco a un polar ansiogeno trasportato da cigolanti ritmi minimal-elettronici. Miscelando le atmosfere angosciose di Rubber e tempi/colori di Wrong, Dupieux si fa maturo e modella un cast omogeneo sulle sue assurde trame. Cinema iper-realistico, dove tutto può accadere; coerente con quell'insolenza territorio dei folli e che continua a dare linfa a un movimento livellatosi ai mood televisivi, senza compiacersi, ma rivendicando una sana indipendenza.
MEMORABILE: Marilyn Manson struccato nei panni di adolescente; I topi; I cadaveri di Wrong che spuntano dal nulla; Le musiche "diegetiche" di Dupieux/Mr.Oizo.

Kinodrop 20/04/21 18:58 - 2615 commenti

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Al ritmo di un'onnipresente techno-music, una strabordante, demenziale e provocatoria inversione (o specchio) della realtà, in cui tutti i poliziotti di L.A. appaiono figuri esecrabili, con tutti i vizi e nessuna virtù. Una carrellata di assurdità e casi clinici, una sorta di psicopatologia della vita poliziesca che non rivela niente di nuovo, perché già trattata a tutti i livelli dal drammatico al comico, con in più, qui, un programmato compiacimento per un certo trash sovraccaricato di abusi di potere per futili motivi. Si sorride all'inizio per la sorpresa, ma alla lunga snerva.
MEMORABILE: Il nerd Marilyn Manson.

Leandrino 24/04/21 09:48 - 484 commenti

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Le vicende di una manciata di anormali poliziotti del corpo di polizia di Los Angeles. Oizo instrada il tipico nonsense in un intreccio più costruito, stavolta esplicitamente comico seppur con la consueta vena dark. Addio a declinazioni meta-testuali o aspirazioni "sperimentali" in favore di situazioni semplicemente divertenti e personaggi monodimensionali ma gustosi. Un film forse più superficiale degli altri ma più diretto: quasi uno sfogo per l'autore francese, che mantiene una continuità stilistica fortemente ancorata a visioni e ossessioni squisitamente personali.
MEMORABILE: L'erba venduta nei topi morti (con tanto di nastro isolante); Manson abusato; Il poliziotto musicista; Il funerale.

Quentin Dupieux HA DIRETTO ANCHE...

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  • Discussione Schramm • 6/07/19 15:44
    Scrivano - 7520 interventi
    Bubobubo ebbe a dire:
    Ma io, in tutto questo tempo, mentre Dupieux girava questi capolavori, dov'ero esattamente?

    ...forse è colpa dell'anagrafe?! ipotizzata la diacronia (e mai parola con dupieux potrebbe essere più oculata), e detto anche che 4 delle sue incursioni mancano al mio appello, ci andrei col piede sul pedale del freno col sostantivo assolutista più abusato di sempre/che mai (che assieme a genio, è ormai spalmato su tutti e dovunque sì da perdere la giusta potenza qualificativa). il nostro ha innegabilmente una peculiare e briosa inventiva, ma diciamocelo: sottratto l'ingegno folgorante che anima rubber, non mi pare certo il più invasato stravolgente e sovversivo dei cineasti possibili.

    anzi panoramicamente la sua filmografia soffre di pressione irregolare, una cine-aritmia che alterna extrasistole come wrong, steak e wrong cops chapter 1 a decise impennate di pressione come appunto rubber e il caso ivi schedato. che sono (queste ultime) sì opere molto felici e spassose degne di ognuna delle sette notte, ma capolavori?!
    Ultima modifica: 6/07/19 16:14 da Schramm
  • Discussione Gestarsh99 • 6/07/19 16:04
    Vice capo scrivano - 21548 interventi
    Schramm ebbe a dire:
    [...]che sono sì opere molto felici e spassose degne di ognuna delle sette notte, ma capolavori?!

    Infatti parlerei più di piacevoli divertissement provocatòri, votati però a un'eterodossìa alquanto gratuita e di superficie: non esercizi di stile calcolati e approfonditi ma esercizi di riformulazione rapida della realtà in chiave vagamente iperspaziale (della seria "universi paralleli in cui le cose si svolgono in maniera lievemente differente rispetto a quanto accada nel nostro mondo", con tutte le micro-reazioni e i micro-comportamenti umani obbedienti a norme civico-sociali apparentemente assurde ma coerenti).
  • Discussione Schramm • 6/07/19 16:23
    Scrivano - 7520 interventi
    esattamente, con quid, plusvalori ed extracard per il rubberwocky, dove già valenze come aria, vuoto e superficie (da te giustamente evidenziata) vengono erette a discorso e slancio narrativo.

    la sovrascrizione di un reale uguale e contrario che ora spodesta il nostro (che è poi a sua volta illusorio) ora vi si commistiona perpendicolarmente è un po' quanto accade, ma con esiti estremamente più stravolgenti (e qui si di genio nel senso pieno del termine, sebbene non sempre definitivi), nel cinema di hitoshi matsumoto. e fatto salvo il rispetto (implicito) per il bubogusto, cestinerei tutto dupieux per 5' a caso di symbol..
  • Discussione Bubobubo • 6/07/19 17:32
    Archivista in seconda - 272 interventi
    Schramm ebbe a dire:
    Bubobubo ebbe a dire:
    Ma io, in tutto questo tempo, mentre Dupieux girava questi capolavori, dov'ero esattamente?

    ...forse è colpa dell'anagrafe?! ipotizzata la diacronia (e mai parola con dupieux potrebbe essere più oculata), e detto anche che 4 delle sue incursioni mancano al mio appello, ci andrei col piede sul pedale del freno col sostantivo assolutista più abusato di sempre/che mai (che assieme a genio, è ormai spalmato su tutti e dovunque sì da perdere la giusta potenza qualificativa). il nostro ha innegabilmente una peculiare e briosa inventiva, ma diciamocelo: sottratto l'ingegno folgorante che anima rubber, non mi pare certo il più invasato stravolgente e sovversivo dei cineasti possibili.

    anzi panoramicamente la sua filmografia soffre di pressione irregolare, una cine-aritmia che alterna extrasistole come wrong, steak e wrong cops chapter 1 a decise impennate di pressione come appunto rubber e il caso ivi schedato. che sono (queste ultime) sì opere molto felici e spassose degne di ognuna delle sette notte, ma capolavori?!


    No, l'anagrafe non c'entra. Sarà stata semplice distrazione! Non prendere il mio "capolavoro" come termine assoluto, schramm. C'è chiaramente dell'esagerazione. Sta comunque di fatto che ho riso come un cretino!
  • Discussione Brainiac • 7/07/19 08:15
    Call center Davinotti - 1466 interventi
    Per me un Capolavoro deve possedere una prerogativa: il grado di (ri)vedibilità tendente all'infinito. Rubber è un'idea spassosa, ma già a metà film mi sembrava tirata per le lunghe. WC ha dalla sua uno score più intrigante (il finale con tema proto-western è da brividi per grandiosa estemporaneità), un cameo come quelli di Manson che vale oro (quel goffo look emo buttato sopra l'ex icona del Post-Glam Metal è comicamente impagabile), ed in definitiva una predisposizione a farsi fruire che me lo rende -per quanto magari non calzante emblema del Capolavoro tout-court- sicuramente il Capolavoro di Dupieux.
  • Discussione Schramm • 7/07/19 16:20
    Scrivano - 7520 interventi
    buttandola sul fiscale, aggiungerei anche, tra le prerogative sine qua non, anche il come quanto perché cosa resta nella memoria. e nel duello tra gomma del pneumatico e cuoio della fondina delle forze del disordine, per chi scrive non c'è proprio gara, il solco tracciato dal copertone gedeone va molto più a fondo. azzardando una strana crasi, diremmo che la macchina del capo della polizia ha un foro nella ruota. spiegandomi, rubber pur nella sua estrema semplicità, beneficia di una trovata i cui sviluppi ricordo come fosse stamani, wrong cops che pure mi piacque non meno (il gradiente, noto, è identico), lo rivedrei più per il fatto che - presenza di manson a parte - non ne ricordo quasi nulla che per il tuo sacrosanto teorema ad libitum/libidum, pur avendolo visto molto dopo. non gli va proprio a favore. in ogni caso il film che fa associare a oizo la magica c-word deve, per quanto mi consta, ancora affiorare.

    tra l'altro noto anche un curioso scambio di leve rispetto a bubo, che risalta mosse e logiche dell'umorismo partendo dalle reazioni date da un comparato miike, parlando di "imbarazzo della risata". laddove invece a me fu se mai dupieux a farmi sganasciare col disagio a fare da freno a mano tirato a strappone. mentre l'umorismo stralunato e sfacciatissimo di miike a me manda in sollucchero.
    a ribadire che la platea è bella perché è varia.
    Ultima modifica: 7/07/19 16:34 da Schramm
  • Discussione Bubobubo • 7/07/19 17:25
    Archivista in seconda - 272 interventi
    In realtà avrei dovuto essere più preciso (ma lo avevo già scritto in alcuni commenti miikiani, almeno su Visitor Q, Ichi e As the gods will, quindi l'ho omesso in partenza): a me Miike fa rotolare dalla risate tanto quanto a te, anzi, vi trovo qualcosa di genialmente catartico nelle sue situazioni assurde. È solo che, per l'appunto, in Miike (come, per citarne un terzo, nel Solondz di Happiness), le situazioni di cui si ride sono così borderline che mentre rido penso: ma sarà giusto riderci sopra? Ecco, non so se mi sono spiegato meglio ora...
    Questo Dupieux mi è parso perseguire logiche simili, ma con una prospettiva sul mondo in qualche modo meno "altra" e quindi, almeno dalla nostra prospettiva, più memizzabile.
    Su Rubber sto con te. Il pallinaggio leggermente inferiore è per la ripetitività congenita di alcune situazioni. Ma è anche vero che certe idee (il prologo, il dialogo nella camionetta...) sono davvero incredibili!
    A questo punto ti consiglio di recuperare il penultimo (che dura anche meno degli altri: circa 70'), Au poste!, una commedia slapstick dai tempi comici micidiali.
  • Discussione Schramm • 8/07/19 00:58
    Scrivano - 7520 interventi
    Bubobubo ebbe a dire:
    È solo che, per l'appunto, in Miike (come, per citarne un terzo, nel Solondz di Happiness), le situazioni di cui si ride sono così borderline che mentre rido penso: ma sarà giusto riderci sopra? Ecco, non so se mi sono spiegato meglio ora...

    l'unico film che mi ha messo in una simile posizione di scacco emotivo, perché genialmente concepito e manovrato scientemente a tal pro, fu il cameraman & l'assassino, dove ridevi e immediatamente dopo (o al tempo stesso) ti vergognavi di aver riso.

    con miike non mi sono proprio mai posto il problema e dato che tutto rientra in una sfera di sguaiataggine o eccesso estetico sarebbe forse anche ingiusto porselo. in imbarazzo non mi ci ha comunque mai veramente messo. anzi magari arrivasse davvero a tanto, farei i salti così.

    solondz non mi ha mai fatto ridere neanche per sbaglio, anzi lo ascrivo a quel grottesco bruttino e intirizzito che non arriva mai a creare una massa critica comica. non so quindi quanto apparentarlo a un dupieux, ove di norma (o almeno per le sole 4-5 opere da me viste finora) la surrealtà è sì avviluppata alle dinamiche della quotidianità, ma è talmente frivola e bislacca da essere quasi invisibile e inoffensiva, tanto più che molte volte (vedi il tristo e scotto steak) l'effetto comico sperato non scatta e il suo meccanismo (o l'idea che dovrebbe farlo scattare) si rivela del tutto fallimentare o alla meglio se ne sta sul piano della più sconsolante freddura.

    questo è forse il solo caso in cui ricordo risate delle quali in qualche strano modo ci si ritrova a "sentirsi in colpa", ma se ricordo l'impressione generale ricevuta non ne ricordo più con la dovuta esattezza i perché. è passato troppo tempo (e con esso, davvero troppe visioni) - ed è appunto perciò che attribuivo al crono il tuo aver mancato dupieux per tutti questi anni: se hai due tre lustri in meno rispetto al sottoscritto (o anche rispetto a gest), è normalissimo che tu possa arrivare a conoscere questo regista e le sue opere solo ora..

    Bubobubo ebbe a dire:
    A questo punto ti consiglio di recuperare il penultimo (che dura anche meno degli altri: circa 70'), Au poste!, una commedia slapstick dai tempi comici micidiali.

    raccolgo la sfida e ti ringrazio, ma la mia mole di arretrati è un carico talmente pericoloso che è meglio non aggiungere altri titoli. poi la vita è strana, e magari ne riparliamo presto...
    Ultima modifica: 8/07/19 00:59 da Schramm
  • Discussione Bubobubo • 8/07/19 11:42
    Archivista in seconda - 272 interventi
    Ah cavolo, davvero non ti piace Solondz? Peccato. :(

    Steak non l'ho ancora visto, quindi non posso giudicare. Coi Dupieux per ora io mi fermo a quattro (questo, Wrong, Rubber e Au poste!).
  • Discussione Schramm • 8/07/19 16:08
    Scrivano - 7520 interventi
    mmm, no. non mi ha mai appassionato né entusiasmato. trovai happiness sopravvalutatissimo (ma detto anche con gli occhi ciofani ciofani di allora, rivisto oggi chissà - anche se mi resta estraneo quel modo di fare della critica sociale). dovendo, gli preferisco allora mr. oizo. tuttavia per steak tantissimi auguri fin d'ora perché so che prima o poi vorrai sbatterci il musetto.. (e date appunto le complementari reazioni magari ti strapiacerà) ;)

    diciamo che questo e rubber restano gli unici che dici a tutto gaudio apperò! e ti annoti la sua filmografia precedente e successiva sperando siano tutti sul medesimo piano...
    Ultima modifica: 8/07/19 16:14 da Schramm