Stravagante musical sulla scia di JESUS CHRIST SUPERSTAR ambientato nella Taranto dei giorni nostri. Non può dirsi un bel film, ma conserva un fascino singolare che, unito alle poderose musiche di Bixio, Tempera e Mandolesi, alla presenza scenica della splendida Stella Carnacina (che voce sensuale e cristallina!), alle location balneari e a una sceneggiatura che infila due o tre gag neanche male, trascina il film in uno strano limbo dal quale merita di essere recuperato. Awana Gana, il leggendario deejay dei Seventies, viene vestito come Gesù Cristo (lo chiamano Jesus) e messo a pellegrinare per la città sparando...Leggi tutto frasi fatte dal repertorio evangelico: moltiplicherà le salsicce a un disgraziato che sta facendo lo sciopero della fame e farà inquietare quella macchietta di Luigi Magni, qui commissario spalleggiato da un giovane Sandro Ghiani doppiato in toscano e afflitto da semiparesi dovute a sonnolenza. Incontrerà per la via personaggi bizzarri dai nomi meravigliosi (Playboy Smith, Lattuga Pop...) sempre seguito da una Carnacina al top della forma che con lui vorrebbe fornicare, considerandolo il suo uomo.. Lui però non può perché il Padre, dall'alto dei cieli (una voce dal chiaro accento settentrionale), non vuole. Quando è Jesus a chiedergli aiuto di fronte a una pistola spianata Dio gli risponde "Lasciami qualche minuto, ti farò sapere. Intanto ti mando giù Gabriele, qualcosa farà..."...
Pazzesco Jesus Christ superstar de noantri coreografato nientepopodimeno che da Don Lurio, dove si mischiano vangelo, mafia, starlette innamorate, brigate rosse, poliziotti maldestri, tossicodipendenti, in un calderone mescolato a suon di balletti e sotto l'attenzione di un Awana Gana/Jesus perennemente con la faccia da triglia. Per tacere dei dialoghi da sentire per credere, della comicità a livelli da asilo, delle canzoni... Un delirio che o si ama o si odia: io ho scelto la prima opzione!
MEMORABILE: Tra i tanti: la voce di Dio da cumenda piemontese.
Dopo un inizio quasi da musical serio, il film delira subito: micidiali dialoghi demenziali, Dio che parla milanese, mafiosi da barzelletta e un bigottismo cattolico di fondo ovviamente compreso nel prezzo. Awana Gana come figura non sarebbe neanche male, ma di certo non sa recitare; e le scene girate in modo maldestro si accumulano un po' troppo in fretta. Restano le canzoni, qualcuna anche carina, ed alcuni momenti danzanti senz'altro degni di miglior causa. Curioso, ma non pensate di divertirvi a guardarlo.
Strampalatissimo musical italiano nato sul successo di Jesus Christ Superstar (ma che, visto col senno di poi, pare più una versione economica di Joan Lui). La parti col Jesus possiedono una carica trashistica non indifferente e divertono alla grande, soprattutto grazie a dialoghi di notevole, involontaria comicità, simpatiche coreografie e canzoni orecchiabili (anche se i testi sono al livello dei dialoghi). Peccato che tutto il resto (mafia, polizia ecc.) risulti di una noia mortale, oltre che assolutamente squallido. Molto brutto, ma curioso.
I primi 10 minuti sono promettenti e straordinari, peccato che poi la pellicola si affossi inesorabilmente a causa di una trama noiosissima. Non si possono che gustare la maestosa colonna sonora e i balletti di don Lurio, ma quando si smette di cantare e subentra la commedia si evince solo una mancanza imbarazzante di momenti comici e una bassezza disarmante nella qualità della battuta. Awana Gana ha lo spessore artistico della carta velina: mantiene la stessa espressione per tutto il film. A tratti ci si diverte. Il film ha il suo perché.
Uno dei Jesus Christ superstar all’italiana (ci tentò anche Celentano con il suo Joan Lui) ma, tolti gli stacchetti musical-coreografici di Don Lurio e i piacevoli (nonché geniali) brani di Vince Tempera (cantati spesso da una seducente Stella Carnacina) è il nulla più totale: tra una canzone e l’altra si è costretti a subire un film privo di mordente, la cui parte comica è talmente inefficace da demolire qualsiasi tentativo di rivalutazione. L’inespressività dell’allora noto Awana Gana è però parte integrante dell’opera.
Awana Gana nei panni di Gesù si confronta con la mafia: c'erano basi solide per un cult del trash. In realtà questo poverissimo musical, emulatore-parodia di Jesus Christ Superstar, fa ridere solo a sprazzi e di certo non per le battute, infantili oltremodo. Si salvano alcune canzoni orecchiabili (la title track su tutte), qualche gag curiosa (la voce polentona di Dio) nonché certi tocchi surrealisti ammirevoli (l'inizio privo di dialoghi nel manicomio, la parentesi tossica nelle grotte). A parità di stranezza, meglio Reitano in Povero Cristo.
MEMORABILE: Il fulminante inizio con la fuga di Jesus dal manicomio; La canzone della mafia; Il ballo psichedelico della donna-siringa; Jesus canta in concerto.
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