Whisky - Film (2004)

Morta la madre, sessantenne si ritrova a gestire da solo una fabbrica di calze e i problemi non finiscono qui. Difficile esprimere il senso di desolazione che si prova dinanzi a questa spenta commedia: ciò non è dovuto di certo alle location (povere secondo copione), ma soprattutto all'interpretazione scarsamente convincente dell'intero cast, alle pause forzate e pesantissime tra una battuta e l'altra, alla dilatazione estrema del tempo causa ritmo pachidermico, alla poca partecipazione (insita nella sceneggiatura) nell'esporre uno snodo in teoria interessante ma in pratica scadente.

Il padrone di una minuscola fabbrica di calzini, dal carattere impossibile, non scortese ma impenetrabile, convince la fedele e taciturna collaboratrice a fingere di essere sua moglie durante la breve visita per la morte della madre, dell'estroverso fratello. Una commedia dallo stile kaurismakiano che scava sul non detto e il non espresso, ma anche sulla vaga speranza di una qualche uscita dalla routine, specialmente da parte della "moglie temporanea", il vero fulcro psicologico del film. Regia essenziale in cui ambientazione e gesti quotidiani sono altrettanto determinanti.