Il mostro buono che cambia le cose non è certo una novità nel panorama filmico; e il target teenageristico al quale la pellicola è rivolto è più che evidente. Ma almeno il tutto non è girato male, nonostante l'ironia della situazione venga sfruttata discretamente solo nei primi trenta minuti circa. Poi il film inizia progressivamente ad accartocciarsi su se stesso, con i nuovi improbabili alleati, fino all'inevitabile happy ending. Morale della favolhorror "la f... riesce a umanizzare anche gli zombi...che potenza!". Vedibile e nulla più.
MEMORABILE: La quasi conversazione tra zombi: "Fame". "Città"; I ricordi nel cervello masticato.
Sin dalle prime battute se ne intuiscono svolgimento, possibile sviluppo e morale, ma non è affatto male, sebbene molto orientato ai teen. Tecnicamente forgiato con il cesello, bella fotografia e trovate spiritose mai gratuite, paga dazio nel comparto horror, deboluccio, e nella realizzazione degli “ossuti”, francamente inguardabili. Nell’ultima mezz’ora, poi, uno zuccheroso diluvio di buoni sentimenti finisce il film a tarallucci e vino, accorciando la mia valutazione. Ottima colonna sonora. Vedibile, ma senza impegno.
Dall'amore vampiresco a quello zombesco. I produttori di Twilight non si smentiscono mettendo in scena uno dei più brutti zombie-movie di sempre e con un cast anonimo, in cui è difficile capire cosa ci faccia Malkovich. Molti "gli omaggi" (per non dire scopiazzature) al quarto capitolo romeriano, ma la sceneggiatura è davvero stucchevole per la sua pochezza. Insomma, una storia d'amore sic et sempliciter. Tutto il resto c'entra come i cavoli a merenda. Perché diverso quanti vuoi, ma i buchi nel plot non fanno apprezzare nemmeno i contorni.
Et voilà: anche li mortacci nostri svenduti, al pari dei succhiasangue, al marché delle pulci emo et bimbominkia. E sia, mandiamo giù a mal partito anche sta polpetta avvelenata degli zombi senza cervello ma con un cuor di leone grande così (in fondo chi meglio di loro possono dimostrarci che l’Amore va oltre la Morte?), ché ormai quello del morto vivente è un brand semanticamente omniapplicabile, che si presta a qualsivoglia metafora spicci(ol)a. Il filmetto mantiene un’anima adolescenziale, si fregia di una mise shoegaze tutta fruttosio, che tradotto significano 95’ di reiterati gavettoni di melassa difficili da scansare.
MEMORABILE: I primi 10' circa. Poi si può anche estrarre il dvd dal lettore.
Uff che faticaccia vederlo... Esaurita la curiosità del vedere la massa di zombie in movimento e nel constatare l'immane lavoro di makeup realizzato, la storia non propone nulla di coinvolgente e pure gli attori sono dimenticabili (a parte Corddry). Tanti primi piani sui giovanotti, dialoghi poco ficcanti (si vede che il target è adolescenziale) e musichette assortite.
Si fa fatica a vederlo se non si è adolescenti questo strano ibrido tra commedia horror, film sentimentale e racconto di formazione. Il protagonista è uno zombie che non vorrebbe esserlo, è buono e si innamora. Lo spunto, per quanto originale (ma poi non troppo) non viene sviluppato da una sceneggiatura scontata e all'insegna del luogo comune romantico/sentimentale dal target giovanilistico. Non aiuta la scialba prova degli attori, protagonista compreso, forse distratto dal make up.
Piacevole favola sentimentale e di speranza per un futuro migliore a sfondo horror, basata su un bel libro. Lo scontro zombi vs umani è lo sfondo dove si svolge la storia e nonostante i produttori siano quelli di Twilight e la confezione sia ovviamente di quel tipo, vagamente zuccherosa, il risultato è nonostante tutto gradevole e divertente. Certo gli amanti dell'horror tout court potrebbero storcere il naso, ma è evidente come il prodotto sia destinato a una categoria diversa e comunque a chi non disdegna una camminata fuori porta.
MEMORABILE: L'ascolto del disco in vinile.
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