Wanderlust - Miniserie TV (2018)

Cominciamo con la nota positiva: Toni Collette, che regala un'interpretazione sfaccettata e sincera. Per il resto ci si muove nel minato territorio dei problemi del "primo mondo": stavolta è il sesso matrimoniale a non funzionare e allora bisogna ingegnarsi. Se la vicenda principale tra marito e moglie riesce anche a essere interessante, tra ritorni al passato e visioni di futuro, tutto il contorno è totalmente superfluo e banale. L'introspezione psicologica proposta raggiunge le profondità di una capatina pomeridiana dal parrucchiere di fiducia. Noia.

Serie tv che scandaglia i risvolti di una coppia in crisi, che cerca l’unità facendo nuove esperienze sessuali che avranno però un effetto psicologico retroattivo per cui il passato graverà sul presente. L’ambiente di psicoterapeuti in cui si intrecciano le vicende, paradossalmente non favorirà la chiarezza e non scioglierà le reticenze per eccesso di analisi. L'inizio intriga per le ambivalenze della coppia e annessi, gli ultimi episodi indugiano alla stasi e all’indeterminatezza. Confezione curata e attori giusti, ma resta un quid di inespresso.

Lei è una psicologa irrequieta, lui un insegnante metodico: per risvegliare l'intesa sessuale assopita dalla routine, perché non sperimentare esperienze extraconiugali? Dall'Inghilterra una serie tv spiazzante: i primi 4 episodi sono all'insegna dell'ironia fra il divertito e il malinconico, gli ultimi 2 svelano un retroscena doloroso che ribalta le carte in tavola dando un nuovo senso a tutta la vicenda. Non tutto convince, ma la confezione è curata (splendide le scelte musicali) ed il cast offre una buona prova a cominciare da Toni Collette, particolarmente pungente ed espressiva.

Può funzionare il tentativo di ravvivare l’intesa sessuale cercando di comune accordo nuovi stimoli all’esterno della coppia? Il tema è sviscerato con estenuanti approfondimenti psicanalitici che scavano nel passato della protagonista, una Toni Colette molto efficace. Confezione curata, buona musica, ottime interpretazioni, ma la sceneggiatura eccede in un intricato quadro di disagio esistenziale.