Voglia di vincere 2 - Film (1987)

Sequel semi fotocopia del primo capitolo in cui cambia solo l’ambientazione sportiva: non più la pallacanestro ma il pugilato. Per il resto tutto è uguale, presunto messaggio di fondo, con la differenza che non c’è nemmeno Michael J. Fox, il che va naturalmente a scapito della pellicola in questione.

Discreto sequel del prototipo con Michael J. Fox. Qui abbiamo un suo parente che appena arrivato all' università scopre come anche lui si possa trasformare in un licantropo. La regia è buona, non ci sono grandi trovate ma gli appassionati dei teen movies possono comunque gradire.

Arriva il parente di J. Fox ed è di nuovo Wolf-Mania! Ma questa volta si viaggia su binari più telefonati nonostante il brio e la freschezza dell'ambientazione scolastica e sportiva. Bateman ha la faccia giustissima per il ruolo, però la sua trasformazione in lupo è meno logica (se di logica si può parlare) di quella del suo predecessore. Vabbè... godiamoci per l'ennesima volta la scena d'amore con "Send me an angel" come sottofondo musicale.

Orripilante sequel, che già a partire dall'assenza di Michael J. Fox e della quasi totalità del cast originale (a parte un paio d'attori) lasciava presagire male. Dando per scontato di aver visto il prototipo, il film ha comunque poco senso in molti frangenti e il tema della licantropia è introdotto frettolosamente e sviluppato malissimo; si ricalcano copia-carbone scene dal precedente e si sostituisce il basket con noiosissimi incontri di boxe (prolungati oltremisura); un protagonista incolore e una regia che gronda inettitudine fanno il resto. Flop.

Nato per far rimpiangere l'originale: più che un sequel appare quasi come un un remake, tanto la struttura è la stessa (in alcune sequenze quasi shot-for-shot) e i personaggi comuni sono quasi tutti sostituiti con dei sosia da sottomarca. Inoltre, come già avvenuto nello spenceriano Bomber dopo Bulldozer, il cambio di cornice da uno sport di squadra (il basket) a uno individuale (la boxe) aumenta la ripetitività di una situazione già di per sé non nuova. Brutto e inutile.