Qualcuno muore davvero, in questo convenzionale melodramma partenopeo intriso di lacrime e articolato sul classico triangolo formato da lui, lei e l'altro. L'altro però (Sanipoli) questa volta non è il solito amante ma un ex di lei (Canale), che si è decisa a cambiar vita e lasciare il varietà per sposare lui (Baldini), bancario benestante. Una relazione che sembrerebbe inscalfibile, messa invece a dura prova dal ritorno in scena dell'altro, risoluto a ricattare lei mostrando a lui le lettere d'amore che lei gli spediva e forse persino qualche foto scosciata risalente al suo passato di ballerina (capirai...). Costretta a incontrarsi a casa dell'ex per capire cosa questi voglia, la donna finisce...Leggi tutto al commissariato causa irruzione in loco della polizia, che stava da tempo seguendo l'uomo (un pregiudicato). Il marito, convocato perché lei giustamente ne fa il nome, la riconosce ma fa rozzamente 2+2 impedendole di spiegarsi (non che lei ci provi con troppa intelligenza) e mollandola seduta stante. Si terrà il figlio, con la donna che tornerà al varietà senza riuscire comunque a liberarsi del ricattatore deciso a riconquistarla. La tristezza s'impossessa della scena, risuonano le note della “malafemmena” e la storia s'arena in attesa di nuovi sviluppi; che arriveranno, perché la trama prevede anche divagazioni dalla storia principale per via dell'indigenza del ricattatore, a sua volta minacciato da coloro ai quali deve dei soldi. Freda dirige senza metterci troppo del suo e segue i canoni del genere affidandosi al buon mestiere dei protagonisti: la Canale sbarra gli occhi e piange, Baldini e Sanipoli sembran quasi anticipare la coppia Peck/Mitchum del PROMONTORIO DELLA PAURA (sarà forse per la somiglianza del secondo, altezzoso e distaccato proprio come apparirà Mitchum nel classico di J. Lee Thompson) mentre gli unici interventi spiritosi – sporadici – sono appannaggio del simpatico Carletto Sposito, qui compare di Sanipoli. Piccola parte per Claudio Villa nel ruolo di un collega della Canale al varietà: in camerino la conforterà nel suo dolore. Napoli regala qualche suggestivo scorcio d'epoca (compreso un cupo incontro al Luna park abbandonato di Pozzuoli) a un film che promette quanto mantiene, prevedibile fino all'ultima scena ma che in fondo si lascia seguire senza troppi rimpianti, soprattutto per merito dell'interpretazione “perfida” e sadicamente controllata di Sanipoli, contrapposta sì al comportamento retto della coppia spezzata ma anche all'umanità della donna che dovrebbe aiutarlo nei suoi loschi piani.
Ah ah ah...ma cosa va a recuperare il Maestro? E questo da dove lo ha pescato? Visto per interesse o perché, visti i suoi numerosi impegni, la pellicola dura poco e quindi ha inserito la sua visione tra un convegno e l'altro? ;)
DiscussioneZender • 4/09/16 12:41 Capo scrivano - 47786 interventi
Quello dovremmo chiederlo al """maestro""" ma credo sia un po' tutto quel che dici, oltre al fatto che era uno standby da chiudere; poi lui è tipo da guardarsi un po' di tutto senza neanche rendersene conto, a volte, dimenticando di aver visto quel che ha visto circa 5 o 6 ore dopo averlo visto. I suoi "papiri" altro non sono che l'unico residuo di ciò che altrimenti svanirebbe nella sua testa in un attimo, nient'altro che questo. Gli tiene un minimo in allenamento il poco cervello rimasto ecco, purtroppo ha un'età ormai. Dovremmo vederli come un suo semplice tentativo di restare agganciato al mondo, non altro... Comunque è pieno di film napoletani il sito e questo mancava :)