Buon risultato raggiunto da Ishirô Honda alle prese con i suoi bei mostri, usciti da un lontano passato; qui gli autoctoni lo chiamano Baradagi, è rispettato e venerato, poi viene ribattezzato Varan da chi lo sprona a uscire dalla tana per vederselo sfuggire verso Tokyo. Buone le parti del mostro finché sta quasi completamente sommerso nel suo bel laghetto, ma quando esce l'effetto cambia e ovviamente i trucchi di quegli anni iniziano a farsi sentire. La musica forse è un po' fuori luogo.
MEMORABILE: Il mostro mentre guarda le bombe attorno a sé, nelle profondità del lago e quando agonizzante crea il caos.
Ishirô Honda HA DIRETTO ANCHE...
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* Per volere della Toho, a ridosso dei vari disastrosi rimaneggiamenti europei, il film è circolato in una duplice versione editata dagli stessi studios. La versione qui schedata è quella USA del 1962, quella nipponica si intitola Daikajiu Baran ed è del 1958. In Italia il film è rimasto inedito. Honda dichiarò di averlo pensato e concepito per il circuito televisivo statunitense.
Le due edizioni differiscono tra loro notevolmente. In quella americana (in cui Varan viene erroneamente chiamato Obachi) alla regia e alla produzione troviamo Jerry A. Baerwitz e agli f/x Howard Anderson.I due tagliarono tutte le scene dove il mostro spicca il volo grazie a balzi giganti e sostituirono scene parlate con altre apopositamente girate con un cast americano, e le battute delle star giapponesi vennero ritenute talmente ininfluenti da restare orfane di doppiaggio, e sostituite da una didascalica voice over che sintetizza il senso generale dei loro dialoghi. Nonostante il rimaneggiamento con scene extra, la vs americana dura ben 17' in meno rispetto a quella originaria (di 87', contro i 70 di quella USA). Anche la Ost venne rimpiazzata, riciclando quella che Glass compose per I giganti invadono la terra
(Fonte: Creature d'Oriente - Nel regno di Godzilla e del fantastico giapponese, di Alberto Corradi e Maurizio Ercole, pg 78-80