Vampirismus - Film (1982)

Vampirismus
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Anno: 1982
Genere: horror (colore)
Note: Filmtv appartenente al ciclo "Il fascino dell'insolito".

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 6/01/15 DAL BENEMERITO HOMESICK
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Homesick 18/01/15 17:09 - 5737 commenti

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Balzano subito all'occhio, da un lato, il caldo turgore cromatico, la cura dei costumi e degli ambienti d'epoca, in ossequio alle romantiche pagine di Hoffmann; dall'altro, l'impianto tipicamente teatrale-televisivo, che genera una narrazione lenta ed interpretazioni caricate; pressoché nullo il senso di mistero e paura, risvegliato solo a sprazzi negli ultimi minuti. Topless a sorpresa per Francesca Archibugi: la Rai dell'82 ha ormai rimosso il tabù del nudo.
MEMORABILE: Il festino vampirico presso la tomba della defunta.

Rufus68 25/10/16 14:35 - 3842 commenti

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Grazie a scenografie parche ma accurate e alla perfetta recitazione degli attori (un po' al di sotto della media generale è solo la Archibugi), Questi (che si concede qualche piccola licenza licenziosa) riesce a rendere con mestiere l'impervia atmosfera di Hoffmann, sospesa fra sovrannaturale ed erudizione. Il mistero si dipana lento, fra dialoghi posati e brillanti e ha un culmine di sicuro effetto nel mostruoso banchetto finale.

Minitina80 12/07/17 08:12 - 2984 commenti

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L’impostazione è quella da sceneggiato televisivo, ragion per cui le interpretazioni sono alquanto impostate e di chiaro rimando teatrale. Piuttosto asettico sul piano emozionale, da qualunque punto lo si voglia analizzare, con un inizio stentato e appesantito da verbosità di varia natura. Inizia a osare qualcosa nella seconda parte, nettamente migliore oltre che audace nel lasciar intuire qualcosa di raramente vedibile in televisione. Resta un’opera di nicchia, ammirevole per le intenzioni e il coraggio.
MEMORABILE: Il banchetto cimiteriale; Il funerale della baronessa.

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  • Curiosità Rufus68 • 25/10/16 21:44
    Contatti col mondo - 220 interventi
    Vampirismus fu scritto da E. T Hoffmann all'inizio del 1821 e pubblicato a Pasqua dello stesso anno.

    "Il vampiro" di John William Polidori, il capostipite del genere, lo precedette di appena due anni.

    E tuttavia qui si parla di vampiri diversi.
    Polidori (e poi Stoker e compagni) disegnano una figura romantica e quasi esotica. Hoffmann allude a una sorta di cannibale o lamia.
    L'ultima inquadratura del film di Questi è su un libro di Michael Ranft, "Trattato sul masticare dei morti e sullo schioccar di lingua nelle tombe" (per esteso, in Hoffmann: "Trattato sul masticare dei morti e sullo schioccar di lingua nelle tombe, dove si mostra la vera natura del Vampiro e dei succhiasangue ungheresi e in cui si dànno recensiti tutti gli scritti finora pubblicati su questa materia").
    Il libro in italiano (in originale latino: "De masticatione mortuorum in tumulis", Lipsia, 1728) è un apocrifo.
    Il "De masticatione", infatti, venne tradotto nella nostra lingua solo nel 2011 come "Diceria del vampiro" (Ass. Libri Perduti; traduzione di G. Nagly).

    In alcune traduzioni di Hoffmann il libro di Ranft è confuso con uno precedente di Philip Rohr: "Dissertatio historico-philosophica de masticatione mortuorum" (1679).