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Volti del cinema italiano nel cast VOLTI ITALIANI NEL CAST Volti del cinema italiano nel cast

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 19/05/07 DAL BENEMERITO HOMESICK
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Homesick 19/05/07 15:16 - 5737 commenti

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Misogino e anticoniugale, mette alla berlina la concezione cattolica del matrimonio, ipocrita, bigotta ed egoistica. L’esito è eccellente, per merito della regia di Ferreri e del suo inconfondibile, pungente humour nero, del grandissimo Tognazzi (che per l’ennesima volta esibisce la sue abilità culinarie) e dell’erotismo pacatamente aggressivo della Vlady.
MEMORABILE: La benedizione delle uova fresche, necessarie a Tognazzi per riprendersi dai continui rapporti sessuali con la Vlady...

Il Gobbo 30/05/07 09:36 - 3015 commenti

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Acida, beffarda parabola antimatrimoniale di Ferreri, che diventa per il povero Tognazzi una inesorabile discesa agli inferi. Forse un po' frettolosa nello svolgimento ma con una riuscitissima galleria di mostri (fra i quali spicca una vecchissima zia che sembra la terza sorella di Buono Legnani - quello del film), una terribile misoginia di fondo (gli uomini di famiglia per sopravvivere possono solo essere preti o gay), e un Tognazzi monumentale.

Supervigno 6/06/07 23:08 - 229 commenti

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Soffocante. Descrive con efficacia e buona sintesi l'inesorabile stritolamento fisico, e psicologico, subito dal povero Tognazzi (eccellente) "incastrato" in un matrimonio e in una famiglia - in cui solo le donne comandano - che gli succhia via lavoro, vitalità, interessi, lo riduce a mero strumento riproduttivo e, una volta esaurito, lo lascia deperire per non si sa bene quale malattia in un bugigattolo, in una parte nascosta della grande casa familiare.

Redeyes 19/04/08 09:34 - 2443 commenti

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Premetto che non è il mio film favorito di Ferreri che sì, si scaglia contro l'istituzione del matrimonio e della vita di coppia il cui unico fine è la procreazione, ma lo fa senza usare quell'acume e quel genio che contraddistingue il nostro regista. Film in bianco e nero che, in questo caso, dà ulteriore lentezza alla pellicola. Tognazzi non brilla particolarmente; meglio la Vlady.

R.f.e. 18/06/09 18:24 - 816 commenti

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Non credo che il film sia poi così misogino (sarebbe come dire che "La Fabbrica delle mogli" di Ira Levin è contro le donne: non è vero, semmai è contro il matrimonio e i "mariti"). I veri bersagli del film di Ferreri sono la famiglia e il matrimonio (e l’ideologia clerical-borghese che - purtroppo! - nel nostro paese sta alla base di entrambe le istituzioni).

Stefania 31/08/10 16:41 - 1599 commenti

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Commedia di costume che apre uno scenario grottesco portando alle estreme conseguenze l'imperativo cattolico ad usare il sesso a soli fini procreativi. La libera sessualità, sia dell'uomo che della donna, è repressa e distorta: svolto il suo compito di "inseminatore" il fuco Alfonso sarà lasciato morire, mentre l'ape Regina vivrà per crescere il figlio. La dottrina cattolica viene, beffardamente, fatta coincidere con la più elementare e crudele delle leggi di natura. La Vlady perfetta ape Regina, prima mielosa, poi molesta, poi funesta.

Daniela 5/11/11 08:35 - 12621 commenti

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Scapolone quarantenne decide di accasarsi, seguendo i consigli di Madre Chiesa: la prescelta è una giovane donna attraente, illibata, devotissima, che lo spremerà fisicamente fino a ridurlo al lumicino pur di perseguire il fine benedetto della moltiplicazione biblica. Più anticlericale che misogino, uno dei migliori film del primo Ferreri, ritratto al vetriolo di una certa concezione del matrimonio. Il povero Tognazzi, circondato da donne che gli tolgono il respiro, fa certo pena ma vien anche da pensare: L'hai voluta pia? e goditela questa pia...
MEMORABILE: Gli ovetti benedetti; Segregato in una stanzuccia

Saintgifts 10/11/11 11:57 - 4098 commenti

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È all'ombra del cupolone che si svolge la vicenda che, come premette Ferreri, è la favola di un matrimonio fondato su basi sessuali egoistiche e che interpretano superficialmente i principi morali e religiosi in materia. Per questo divide le colpe esattamente a metà e se c'è una vittima è solo perché la più debole dal punto di vista fisico. Interpretazioni principali e di contorno di alto livello. Qualche sbavatura in sceneggiatura, ma direi che il primo lungometraggio di Ferreri rimane nel mazzo delle sue opere migliori.
MEMORABILE: Alla fine il povero Alfonsino non verrà nemmeno tumulato nella cripta di famiglia.

Cotola 8/12/13 23:30 - 9009 commenti

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Notevole e riuscito apologo ferreriano contro la Chiesa e la Famiglia. La sceneggiatura graffia molto e colpisce sempre il bersaglio sebbene i suoi sberleffi siano più sobri di altre occasioni (future), ma decisamente efficaci. Bello anche il crescendo emotivo, in cui si descrive con grande bravura il clima familiare opprimente, che porta ad un finale funebre non certo inaspettato e che calza a pennello agli assunti di base della pellicola. Ottime le prove di Tognazzi e di una vorace Vlady. Vedetelo.

Vitgar 8/05/17 09:13 - 586 commenti

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Iconoclasta e senza speranza come solo Ferreri sapeva essere. Una forte componente misogina mette in evidenza il ruolo della donna a due facce, prima e dopo il matrimonio. Egoismo coniugale anche di fronte all'evidenza. Un contorno sociale e familiare lontano e indifferente. Buono il cast, con Tognazzi sugli scudi e Marina Vlady fascinosa.

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Paulaster 22/06/18 10:33 - 4389 commenti

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Quarantenne insiste per sposarsi ma ne pagherà le conseguenze. Commedia di costume anticlericale ma non di grande denuncia alla Chiesa, con sottigliezze realistiche che arrivano anche ai giorni nostri. In tempi in cui il divorzio non c'era Ferreri massacra l'idea della famiglia. La Vlady ha un personaggio ben dettagliato passando da morigerata e scostumata a donna d'affari; Tognazzi recita meglio e la sua conclusione poteva avere un approccio più drammatico.
MEMORABILE: Le voglie della Vlady nell'ufficio da lui; Tognazzi che mangia di nascosto per avere più energie.

Myvincent 12/01/20 08:20 - 3726 commenti

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Ferreri descrive un quadretto familiare a dir poco esplosivo, con una donna moglie fagocitatrice e un uomo utile solo a "impollinare" (e a essere sostituito dalla sua medesima prole). Alle spalle una Chiesa macchinosa che si auto-riproduce all'infinito senza pietà, all'ombra della cupola di San Pietro. Censurato, tagliato a più non posso all'epoca, rappresenta comunque un modo tutto personale di fare cinema, lontano anni luce dagli stereotipi della commedia all'italiana.
MEMORABILE: La bellezza e la bravura di Marina Vlady, nelle sue varie sfaccettature espressive.

Marcolino1 13/12/19 14:35 - 553 commenti

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Titolo esplicito a cui si aggiunge il sorriso impudico della Gioconda (parafrasando eufemisticamente Sgarbi) per definire in anni precoci e in anticipo con l'evolversi dei costumi la virilizzazione ed estremizzazione dell'eros femminile fino al femminismo puro e annientatore. Una Genesi biblica iperbolica (altro che costola di Adamo!), ma anche genesi tematica del regista dalla quale scaturiranno varianti più "cervellotiche", rispetto alle quali quest'opera antesignana guadagna un gradino in più per il mordente sarcastico schematico e diretto.
MEMORABILE: La "barbuta" santa Lia, ideale di "virago" ripresa, in modo diverso, ne La donna scimmia; La sequenza della sepoltura della madre del protagonista.

B. Legnani 2/03/23 22:09 - 5523 commenti

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Molti i bersagli di Ferreri, che paiono più o meno potenti a seconda delle interpretazioni dello spettatore, ma la misoginia (almeno verso un certo tipo di donne) pare il più centrato. Significativa presenza in ruolo matriarcale di Majeroni, qui travestito con i panni da una zia incombente. Aleggia un senso di morte che si fa via via più forte (da notare che all'epoca Ferreri aveva 35 anni e che Tognazzi nel film ne ha 40-41). Protagonisti perfetti (più del film, che qua e là arranca), Polidoro divertente, mentre convince un po' di meno Fellini junior, nonostante il suo dolce finale.
MEMORABILE: La discesa nella cripta; Fellini junior che non sa trattenere le lacrime.

Giùan 12/03/23 10:26 - 4537 commenti

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Il primo film italiano (romano) di Ferreri dopo gli esordi spagnoli, segnala già il grottesco nichilismo corrosivamente controtendenza del suo cinema in un'opera capace di giocar al gatto dell'apologo col topo del realismo. Mosso da una sovrastruttura feroce e deterministica, l'immanente dell'Ape Regina ha sicuramente delle falle in molti personaggi eccessivi per quanto necessari. Tutto però torna nella nettezza, molto più disturbante di quanto si voglia ammettere, dei protagonisti: un Ugo mollemente destinato al sacrificio suicida e una Vlady dicotomicamente carnale e trascendente.
MEMORABILE: La inimitabile parlantina di Elvira Paolini; La grande caratterizzazione di Maieroni.

Magi94 17/09/23 18:14 - 944 commenti

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Anticattolico e a tratti misogino, il film si scaglia per 90 minuti verso l'idea bigotta (ma ancora assai diffusa) di donna-madre che si può realizzare soltanto nella gravidanza e supervisione della prole. La funzione del marito (un Tognazzi non al suo massimo) può quindi solo essere quella di fecondare l'ape regina per poi risultare inutile e scartato. Se la morale bigotta e sopratutto la descrizione di un mondo catto-borghese vengono trasmesse con efficacia, come spesso accade in alcuni film di Ferreri la narrazione si sfilaccia e il tutto manca di compattezza. Comunque da vedere.
MEMORABILE: "Venga a vedere i nostri morti!".
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  • Musiche Lucius • 21/05/19 00:11
    Scrivano - 9063 interventi
    Direttamente dalla prestigiosa collezione Lucius, l'EP originale francese:

    Ultima modifica: 21/05/19 07:48 da Zender