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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Dal "pasticciaccio" di Gadda, Germi ricava un film con molte libertà ma che ovviamente mantiene intatto l'intreccio base, col furto di gioielli nello stesso palazzo in cui, appena una settimana dopo, viene uccisa una nobildonna (Rossi Drago). A indagare, in entrambi i casi, è il commissario Ingravallo della Squadra Mobile (Germi), personaggio insolito con tratti che talvolta mostrano cenni di squilibrio: irridente, nervoso, sembra non sopportare nessuna delle persone con le quali viene in contatto, nonostante qualche inattesa apertura di comprensione e solidarietà specialmente nei confronti delle persone che gli sembrano più indifese. Tra queste, per la sua giovane età e la drammatica situazione...Leggi tutto in cui versa, con un futuro marito che non sembra proprio avere per lei il rispetto minimo, spicca il volto imbronciato e sempre sull'orlo del pianto di Assuntina (una splendida Claudia Cardinale), che presta servizio nella casa della vittima. Il materiale per un ottimo poliziesco all'italiana, di matrice chiaramente gialla c'era, eppure - in primis per la regia poco spiccia di Germi - il film fatica a ingranare. Il personaggio più interessante è quello del commissario, ma è dagli altri che ci si aspettava di più, soprattutto in considerazione del fatto che l'impostazione guarda molto alla commedia di costume. Dall'aiutante arruffone (Urzì) al primo derubato (entrambi simili anche fisicamente) chi dovrebbe aggiungere simpatia e colore fallisce, mentre le figure per forza di cose più seriose - ovvero i principali sospettati (il marito e il cugino della defunta, interpretati rispettivamente da Claudio Gora e Franco Fabrizi) - non sembrano mostrare la necessaria ambiguità. L'indagine insomma ristagna spesso e volentieri, con qualche parentesi goffamente spiritosa o caotica quando in scena ci sono assembramenti di persone, mentre si mostra elegantissima la fotografia in bianco e nero specialmente negli esterni, con splendidi scorci di Piazza Farnese (dove sta il palazzo al centro della vicenda). Ciononostante la relazione tra il primo furto e l'omicidio (che non poteva non esserci) è debole e c'è la tendenza a non ricercare sempre il massimo della chiarezza nell'esposizione dei fatti, tanto che in più momenti (benché i nomi da ricordare siano pochi) si rischia di perdere per strada qualcosa. E' richiesta insomma un'attenzione maggiore della media che non viene poi ripagata dallo sviluppo dell'indagine, con una soluzione (e relativa ricostruzione del delitto in flashback) che pare cadere dall'alto senza grossa logica. Il meglio, a ben vedere, viene dalla recitazione sempre sull'orlo della nevrosi di Germi e dal suo personaggio, indubbiamente centrato.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 7/02/07 DAL BENEMERITO CAESARS POI DAVINOTTATO IL GIORNO 23/01/19
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Caesars 7/02/07 12:25 - 3773 commenti

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Tratto dal romanzo di Gadda "Quer pasticciaccio brutto de via Merulana", racconta le indagini di un ispettore di polizia su due casi (di furto e omicidio), forse collegati tra loro e avventuti nello stesso palazzo. Più che la trama poliziesca, comunque assolutamente non di secondo piano, quello che interessa al regista è descrivere minuziosamente una certa borghesia corrotta che ritroveremo più tardi in altre sue opere. Ottima l'interpretazione, nel ruolo principale, dello stesso Germi.

B. Legnani 7/02/07 13:03 - 5519 commenti

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Decisamente interessante e assolutamente da vedere, per una saldezza narrativa semplicemente impeccabile. Film che trasuda sicurezza registica e present una serie di recitazioni di altissimo livello anche nelle terze linee. Particolarmente azzeccato, peraltro, l'incontro fra ricchezza straniera, la neo-ricchezza italica e gli strati più umili della popolazione. Certo: il soggetto di Gadda era di prima qualità... Si vede Cristina Gajoni, culto personale. Notare alcuni tocchi di commedia (specialmente in Bettini e in Urzì), che paiono anticipare il Germi delle successive commedie.

Homesick 8/11/07 18:24 - 5737 commenti

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Germi dà vita al primo poliziesco italiano, descrivendo con occhio distaccato una realtà quotidiana costituita di personaggi dalla coscienza più o meno sporca. Germi stesso interpreta una figura di commissario dal polso ferreo e fortemente caratterizzata, anche dal punto di vista fisico: astuto, occhiali scuri, metodi rudi e inquisitori, indagatore instancabile e distaccato e con una fidanzata che trascura (elemento tipico dei futuri poliziotteschi). Buon intreccio e ottimi interpreti.

Renato 6/11/07 13:20 - 1648 commenti

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Grandissimo film di Pietro Germi, probabilmente il migliore nella sua filmografia. Prende il celebrato romanzo di Gadda e lo adatta al grande schermo (aggiungendo anche il finale che ovviamente mancava nel libro) realizzando così un'opera tesa ma piacevole da guardare, attraversata da personaggi che sembrano sempre diversi da come sono in realtà. Bellissima anche la canzone "Sinnò me moro" di Carlo Rustichelli che apre il film.

Cotola 21/07/08 23:21 - 8998 commenti

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Pur ispirandosi solo nell'assunto iniziale al capolavoro di Gadda, il film, grazie all'ottima regia di Germi, è perfettamente riuscito nel disvelare miserie e decadenze della borghesia romana e nel saper riproporre in celluloide il tono del geniale romanzo. Splendida la prova attoriale dello stesso Germi, che dà vita ad un personaggio (quello del commissario) che non si dimentica e che verrà "bissato" nel primo film di Damiani (Il rossetto). Un film sottolutato, cui non sono stati tributati gli onori che avrebbe meritato.

R.f.e. 8/08/09 14:12 - 816 commenti

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L'ho sempre ritenuto sopravvalutato. A parte la toccante canzone in romanesco della Chelli e qualche ritratto indovinato, è un'opera "sbagliata". Il meglio del regista genovese va semmai rintracciato in film quali Sedotta e abbandonata, Divorzio all'italiana, Signore e Signori e persino in "Gelosia" o nel bistrattato Alfredo, Alfredo. Quanto a Germi-attore, impegnato in contesti polizieschi, beh, allora molto meglio il suo personaggio de Il rossetto, film diretto con mano sicura da Damiano Damiani.

Daniela 9/02/09 13:32 - 12606 commenti

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Bel film, sottovalutato alla sua uscita, nel quale hanno un peso maggiore le indagini e la soluzione del giallo, rispetto al ritratto d'ambiente "impressionista" del romanzo di Gadda, ma offre nel contempo una galleria di personaggi tutti ben caratterizzati, a cominciare dal commissario Ingravallo (Germi), cinico ma umano, sprezzante verso l'ipocrisia borghese rappresentata dalla figura di Valdarena (Fabrizi) e mosso a pietrà verso i più deboli ed indifesi, come Assuntina (Cardinale). Cast tutto in parte, confezione eccellente, da rivalutare come uno dei migliori gialli del periodo.

Enricottta 5/08/09 20:01 - 506 commenti

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Germi interpreta e dirige questo film in modo deludente. Incredibile il caos che riesce a fare: il film è scollegato, poco ispirato e a discapito di un ottimo cast (fra tutti Franco Fabrizi). La cosa che mi ha veramente colpito è come il buon Germi, come se fosse intento a mirare a un bersaglio, non abbia preso il centro. Forse il compito di restituire in immagini il grande libro di Gadda lo ha intimorito. Nota per gli amici: "A regà, nun ve sembra che Camilleri abbia scopiazzato Gadda?" (scusate il pessimo romanesco, del resto nemmeno a Germi riuscì).

Saintgifts 2/06/09 07:10 - 4098 commenti

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In questo film non c'è nulla di sbagliato; tutto corre senza la minima caduta, i personaggi sono credibili e tanto bravi da non accorgersi che stanno recitando, ci si immerge nella visione e si dimentica tutto. Germi è perfetto come regista e attore, gli ambienti sono ben ricostruiti e i comportamenti sono realistici. La storia, dal romanzo di Gadda, è stata portata sullo schermo nel modo giusto e ha tempi ben calibrati. C'è profondità nell'"indagare" i personaggi e non solo nel senso poliziesco. Film che onora il cinema italiano.
MEMORABILE: Saro Urzì è strepitoso e tutto l'ambiente della questura è ben costruito.

Il Dandi 19/05/10 14:45 - 1917 commenti

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Come nel precedente La città si difende Germi unisce un pessimismo generale ad un'umana pietà per i deboli. Il plurilinguismo di Gadda viene ovviamente ridotto al romanesco più cinematograficamente accettato, ma le caratterizzazioni non scadono mai nel bozzettismo (grande Urzì) e la lezione neorealista viene aggiornata con il noir americano (vedi i morbosi flashback). Dalla borghesia nevrotica al popolino sghignazzante, dalle maniere spicce della polizia alla sua competizione coi i carabinieri, Germi produce, senza saperlo, un'opera seminale.
MEMORABILE: Germi al telefono con la sua amante (che non si vede mai, come la moglie di Colombo); la canzone "Sinnò me moro".

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Deepred89 2/12/10 00:16 - 3701 commenti

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Notevole poliziesco a sfondo sociologico, abilissimo nella descrizione dei personaggi e delle relative classi sociali. Storie di poliziotti (memorabile e in anticipo sui tempi il personaggio principale, ottimamente interpretato dallo stesso Germi), borghesi e "umili" (quasi da film neorealista) che ruotano intorno ad un intrigo giallo con tanto di cadavere con bamboletta annessa. Una buona dose di ironia alleggerisce una certa macchinosità delle parti poliziesche. Grande cast, regia sapiente, molte idee seminali: senza dubbio da vedere.

Coyote 8/01/12 13:37 - 185 commenti

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La trama gialla sembra un pretesto per ritrarre un mondo romano popolare e borghese, con accenni talvolta anche umoristici che virano spesso verso tinte drammatiche. L'intreccio è ottimo, nessun passaggio sembra trascurabile e tutto concorre alla costruzione di una trama compatta: la Polizia non basa le sue ricerche sui rilievi scientifici, ma ascolta tutti con attenzione e trae le sue conclusioni praticamente solo sulla base del ragionamento. Un film molto suggestivo, a partire dalla bella canzone che accompagna i titoli di testa.

Lucius 17/09/12 18:33 - 3015 commenti

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Un buon poliziesco a sfondo sociale. Il secondo tempo è decisamente migliore del primo per ritmo e susseguirsi deli eventi. Germi si conferma padrone della macchina da presa riuscendo a focalizzare un rompicapo imbastito su due crimini. La Cardinale è sempre uno spettacolo per gli occhi e per il merito. Da rivalutare.

Jax 26/11/12 08:52 - 5 commenti

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Splendido bianconero per uno splendido film. Qui Germi si ispira liberamente al libro di Gadda per trarne un giallo dai risvolti sociali. Alcune scene sono sottilmente inquietanti, a mio avviso, come i primi piani sulle bambole, il cadavere riverso sul pavimento. Bella la canzone che accompagna i titoli di testa, sottilmente inquietante anche la musica che accompagna le scene clou. Claudio Gora in una delle sue classiche parti da borghese ambiguo e un poco corrotto. Era il periodo d'oro di Germi e si vede.

Manfrin 13/02/13 14:50 - 391 commenti

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Corposo noir all'italiana che Germi gestisce e interpreta con mestiere avvalendosi di un notevole cast di giovani promesse (la Cardinale, Castelnuovo) e di grandi caratteristi (Fabrizi, Urzì). Il non semplice soggetto di Gadda viene sommariamente rispettato, tranne per il diverso tipo di finale. Da gustare.

Motorship 15/07/13 22:30 - 585 commenti

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Ottimo noir del grande Pietro Germi, che descrive con un certo pessimismo di fondo una parte di Roma popolare. Un film perfetto in ogni dettaglio con una trama interessante, una sceneggiatura perfetta e senza buchi, ma anche con un'analisi sociologica davvero perfetta e una regia attenta e scrupolosa. Note di merito alle interpretazioni del cast, in particolare a Fabrizi, Urzì e allo stesso Germi (ottimo). Assolutamente da vedere.

Dusso 12/07/13 09:36 - 1565 commenti

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Ispirato al libro "Quer pasticciaccio brutto de via Merulana" (ma con un finale diverso). E' quasi inutile ribadire la grande abilità di Germi nel gestire e valorizzare il cast (Urzì per dirne uno) e nell'imporre una regia senza fronzoli. Un bel film che racconta una storia gialla paraddosalmente non all'altezza di regista e interpreti.

Jdelarge 4/09/13 17:12 - 1000 commenti

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Noir costruito in maniera piuttosto coinvolgente, ma che perde gran parte del suo fascino in un finale eccessivamente sbrigativo rispetto a tutto il resto del film. Il vero punto debole risiede nella sceneggiatura, che risulta troppo confusa nei momenti più importanti. La prova degli attori è buona, ma il risultato finale è senza infamia e senza lode. Discreto.

Mickes2 27/09/13 21:09 - 1670 commenti

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Chiare sono le licenze del noir americano, ma Germi ricodifica il tutto narrando una storia italiana, che parla di italiani. La figura del poliziotto scontroso, dai modi burberi ma in fondo dal grande cuore e buon senso, con le conseguenti indagini, sono il punto di partenza per una ricognizione intima e antropologica sul sociale. Poveri, gente comune, borghesi: sembra l’Italia dell’opportunismo e delle malefatte, per cinismo o convenienza, stenti o pochezza interiore. Il pessimismo di Germi tuttavia si addolcisce in un finale d’umana pietas.

Maxx g 8/11/14 03:49 - 631 commenti

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Film tratto dal testo di Gadda "Quel pasticciaccio brutto della via Merulana", è forse uno dei film più noti di Pietro Germi: un giallo che suscita da subito l'interesse dello spettatore. Al centro troviamo il sinistro (ma non privo di fascino) commissario Ingravallo, che indaga prima su una rapina poi su un delitto. A volte l'intreccio è troppo... intrecciato ma il film è godibilissimo. Grande prova di Claudio Gora, oltre che ovviamente di Germi. Un gran film.
MEMORABILE: La scoperta del corpo della donna.

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Nicola81 18/02/16 18:43 - 2831 commenti

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Il tempo non è stato troppo clemente nei confronti di questo giallo/poliziesco italiano ante litteram. Condivisibile la scelta di modificare il finale del romanzo di Gadda (decisamente troppo aperto), ma l'impressione è che si sia optato per una soluzione in tono minore e il coinvolgimento complessivo è frenato da una certa confusione di fondo. Restano un bello spaccato d'epoca e un buon cast in cui, oltre allo stesso Germi, spiccano Urzì, Gora, la Rossi Drago e Fabrizi; ancora acerbi, invece, la Cardinale e Castelnuovo.

Rufus68 10/08/16 00:27 - 3819 commenti

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Non è una trasposizione fedele, né un impietoso spaccato della società romana e, forse, neanche un giallo. È, in fondo, una commedia, dai ritmi brillanti, con una nera vena di sarcasmo, un po' di colore popolaresco (spaghetti touch) e la giusta enfasi data ai dialoghi e agli attori cui si sacrifica ogni profondità. Il concerto di caratteri, però, è grande e minuziosamente studiato, dalle comparse ai comprimari e protagonisti, sin verso lui, il vertice, il commissario Ingravallo, cocciuto, ruvido e insinuante, uno sbirro memorabile.

Nando 14/08/17 14:04 - 3806 commenti

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Germi riscrive Gadda con un melodramma a tinte poliziesche di notevole efficacia. Ambientazione popolare con una serrata indagine che conduce alla risoluzione di un complicato delitto. Ottimo il cast, che oltre al sopracitato regista si avvale di ottimi caratteristi e attori quali la Cardinale e Castelnuovo, che intraprenderanno fulgide carriere. Memorabile il tema musicale, scritto dallo stesso regista genovese e cantato da una giovanissima Alida Chelli.

Myvincent 28/07/17 22:46 - 3722 commenti

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Un furto di gioielli è seguito dopo poco dal misterioso assassinio di una donna, sempre nel medesimo stabile a Roma. Germi, qui nella doppia veste di regista e protagonista, dà vita a un giallo di "costume" in cui si indaga in tutti gli strati sociali e la figura dell'ispettore regala momenti di profonda umanità e ingegnosa intuizione. La sceneggiatura è nobilitata da una mano direttiva svelta e molto ben orchestrata.

Samdalmas 22/06/18 18:14 - 302 commenti

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Germi si ispira molto liberamente al capolavoro di Gadda e crea il primo, vero poliziesco italiano. Sposta l'azione in un vecchio palazzo romano dove avvengono un furto e un omicidio. Accanto ad attori navigati (Gora, Fabrizi) ci sono giovani promesse come la Cardinale. Il regista nel ruolo dell'integerrimo commissario Ingravallo ruba la scena con un personaggio duro e scontroso. Belle anche le musiche di Rustichelli.
MEMORABILE: L'inizio con la canzone "Sinn me moro" cantanta da Alida Chelli.

Rocchiola 4/12/18 08:28 - 952 commenti

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Grande film di Germi che firma forse il primo vero poliziesco italiano. Un efferato omicidio nella Roma bene svela una società corrotta e immorale e se la soluzione del caso è più semplice di quanto a un certo punto si possa pensare, gli innocenti sono anche peggio del vero colpevole. Germi sigaro in bocca e occhiali scuri è una sorta di Marlowe “de noantri”. La satira sociale e alcuni personaggi di contorno come il maresciallo interpretato da Urzì sconfinano nella commedia, genere al quale il regista regalerà negli anni '60 alcuni capolavori.
MEMORABILE: Ingravallo salutando il commendator Anzaloni: “che mano sgradevole”; La canzone di Alida Chelli "Sinnò me moro"; L'arresto del colpevole.

Puppigallo 24/09/19 19:55 - 5252 commenti

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Quello che si dice un buon film. Il merito va soprattutto alla figura del commissario, che ha atteggiamenti da tenente Colombo (gentile, calmo, ma insistente), intervallati però da rari, ma notevoli scatti d'ira, quando si trova al cospetto di persone che disprezza (il vedovo, o peggio, il "dottore"), o che mentono spudoratamente. Qualche sforbiciata avrebbe giovato, ma per fortuna, gli scambi verbali, compresi i simpatici botta e risposta in romanesco puro, fanno sì, che lo si segua senza sbuffare fino all'epilogo, tra il dramma e il melodramma.
MEMORABILE: "Paura, eh?"; Il maresciallo fa irruzione scardinando la porta e inciampando nei copertoni. E il sospettato "A marescià, me sbaio o avete bussato".

Rambo90 17/07/20 15:58 - 7661 commenti

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Un giallo costruito molto bene, a cui giova la regia rigorosa di Germi che riesce a immergere lo spettatore in un intreccio aggrovigliato senza mai far calare l'attenzione. Si ricorre anche a dosi di ironia mai troppo insistita, grazie a un bel gruppo di caratteristi cui si affianca lo stesso Germi con un'ottima interpretazione, più tutta la rosa di sospettati tra i quali la solita faccia da schiaffi di Fabrizi e un Gora particolarmente ispirato. Un film da non perdere.

Buiomega71 17/08/20 01:08 - 2899 commenti

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Germi prende l'intelaiatura del noir americano e lo rimpolpa di grottesca e carnosa italianità. Ottimo film d'indagine (più che poliziesco) con il ritrovamento del cadavere della Drago di cui farà tesoro l'Argento di Profondo rosso e flashback morbosissimi che anticipano certi erotici italiani del sesso in famiglia. Omosessualità (Anzaloni con la passione per i ragazzi di vita pasoliniani), l'ardore per le minorenni (la cameriera lolitesca della Gaioni) , passati fascistoidi (le foto di Balducci gerarca fascista) in un intreccio tanto complesso quanto foscamente torbido.
MEMORABILE: Zamira la sdentata che si toglie la dentiera degli incisivi nella bega con la sorella; Le telefonate di Germi alla misteriosa Paola; Gli schiaffoni.

Paulaster 12/11/21 09:42 - 4375 commenti

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Un furto e un omicidio avvengono nello stesso palazzo. Sorta di primo noir italiano in cui la sceneggiatura è pregna di personaggi e indizi e grazie a un'intuizione verrà svelato il mistero. Germi inventa il ruolo del commissario con qualche tormento e un malessere esistenziale accostando i vari subalterni per dare l'impronta poliziesca. Non tutti i passaggi da un sospettato all'altro sono fluidi e la prima parte, anche se più caciarona, si fa preferire per la sequenza dei fatti. Vengono inseriti momenti più leggeri tipici della romanità e della commedia all'italiana in genere.
MEMORABILE: Il ritrovamento del cadavere; La lettura del testamento; L'anello nella chitarra; Le avances della cameriera.

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Reeves 10/12/21 17:56 - 2152 commenti

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Uno dei migliori film di Pietro Germi, che carica sui di sé anche il ruolo di attore principale. Prende spunto da Gadda ma trasforma completamente la storia, mostra una vicenda umana al tempo stesso con distanza ma anche con partecipazione, riesce a far dare agli attori tutto il meglio del loro repertorio. Indimenticabile il finale, che giunge come un pugno nello stomaco.

Silvia75 24/03/22 22:01 - 154 commenti

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Ispirato al romanzo di Gadda, è la storia di una indagine poliziesca su un delitto e un furto in un bellissimo palazzo del centro di Roma a fine anni '50. Ottima l'interpretazione di Pietro Germi come introverso commissario, eccellente Claudia Cardinale nel ruolo di una ragazza di campagna mentre Nino Castelnuovo, per quanto bravo, non è adatto al ruolo che interpreta. Buone regia, montaggio e fotografia.

Pessoa 26/04/22 23:38 - 2476 commenti

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A dispetto del contrastato rapporto avuto durante la lavorazione, Germi riesce a trasmettere le atmosfere dello splendido romanzo di Gadda valorizzandone i lati noir senza togliere nulla alla sua valenza sociale. Il segreto sta nella perfetta caratterizzazione dei personaggi, affidati a un cast di tutto rispetto, e nella narrativa lineare, facile da seguire e ricca di colpi di scena che danno ritmo e intensità al racconto. Perfetto il personaggio principale, interpretato dallo stesso regista, di ottimo livello la confezione. Si (ri)guarda che è un piacere!

Anthonyvm 23/06/22 15:58 - 5615 commenti

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Gadda serve a Germi (anche protagonista) solo come spunto per un solido mix di giallo poliziesco, dramma torbido e commedia caustica. Fra false piste e indagini parallele, si consuma una vicenda fosca di meschina avidità (il falso medico pronto a scavalcare il cadavere della sua stessa cugina per recuperare l'onorario), relazioni proibite (in odor di ninfofilia), inconfessabili segreti borghesi (l'omosessualità del commendatore) e scorci di grottesca quotidianità (la "strega" senza denti alla locanda). Il senso del ritmo non è costante, ma il cupo umorismo del regista sa avvincere.
MEMORABILE: Il ritrovamento del cadavere nell'appartamento; Gli schiaffoni "personali" di Germi ai due sospettati; La seduzione di Gora; Il finale melodrammatico.
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  • Discussione Zender • 24/11/12 18:43
    Capo scrivano - 4 interventi
    No, danno no, per carità. Solo non capisco che te ne fai... comunque ognuno colleziona ciò che vuole, questo è chiaro.
  • Discussione Zender • 25/11/12 09:26
    Capo scrivano - 4 interventi
    Sì, tieni conto che quelle segnate lì son location che davvero conoscono tutti.
  • Homevideo Mco • 20/02/13 00:12
    Risorse umane - 9970 interventi
    in DVD Medusa Video dal 21 Febbraio 2013.
    Audio Mono, Full Screen Video, Sistema Pal.
    Ultima modifica: 20/02/13 00:13 da Mco
  • Discussione Ruber • 10/08/15 19:06
    Formatore stagisti - 9241 interventi
    Sarò l'unico a cui è piaciuta più la serie tv che il film? Inoltre (ma spero di no) sarò anche l'unico a cui è piaciuto molto di più Bucci nel ruolo del commissario Ingravallo che Germi?
  • Discussione Tersilli • 11/08/15 10:39
    Galoppino - 123 interventi
    Ruber ebbe a dire:
    Sarò l'unico a cui è piaciuta più la serie tv che il film? Inoltre (ma spero di no) sarò anche l'unico a cui è piaciuto molto di più Bucci nel ruolo del commissario Ingravallo che Germi?

    Flavio Bucci è un attore che adoro, un grandissimo artista.
  • Discussione Graf • 11/08/15 11:38
    Fotocopista - 908 interventi
    Sono più di dieci anni che l'ho visto (per la seconda volta)....
    Confesso che non lo trovai notevole...
    Non possiede un grande impatto, per quel che mi riguarda...
    Ha deluso le mie alte aspettative...
    Non lo trovai appassionante e nemmeno ben costruito dal punto di vista drammaturgico...
    Magari, rivedendolo ancora....
    Neanche Germi attore qui riesce convincente...
    Nel ruolo di commissario lo diresse molto meglio Damiano Damiani nel film Il rossetto.
    Ultima modifica: 11/08/15 13:13 da Graf
  • Homevideo Rocchiola • 4/12/18 08:39
    Call center Davinotti - 1236 interventi
    Io posseggo il DVD Medusa della serie "Cinema Forever" uscito ormai nel lontano 2004 (ovviamente oggi fuori catalogo), ma riedito recentemente dalla Warner nella serie "I grandi registi". L'edizione originale ha un bella confezione in cartoncino con libretto accluso nella part interna, mentre quella nuova è un normale amaray privo di inserti. In ogni caso entrambe le edizioni utilizzano lo stesso master debitamente restaurato con il contributo di Mediaset è presentato nel corretto formato 1.33 adattato agli schermi panoramici in 16:9 (cioè non c’è bisogno di aggiustamenti con lo zoom e l’immagine appare direttamente al centro del televisore con le due bande nere laterali). L’immagine sfoggia uno splendido bianco-nero molto luminoso e nitido ma non esente da qualche piccolo difetto. Infatti malgrado il restauro ogni tanto appare una riga verticale sul lato sinistro dello schermo. In ogni caso si tratta di piccole imperfezioni che non inficiano la visione e la resa di questo ottimo restauro. L’audio è disponibile solo nell’originale versione monofonica che appare pulita e discretamente potente. L'originario divieto ai 16 anni implica qualche probabile taglio nei passaggi televisivi soprattutto se in fascia protetta. Il passo successivo sarebbe un'edizione in HD su bluray ....
    Ultima modifica: 4/12/18 08:54 da Zender
  • Discussione Caesars • 17/07/20 11:51
    Scrivano - 16796 interventi
    La notissima doppiatrice dell'epoca Lydia Simoneschi, fornisce qui la voce sia ad Eleonora Rossi Drago che a Nanda De Santis, attrice ben più anziana rispetto alla prima. [fonte Wikipedia]
  • Discussione Buiomega71 • 17/08/20 10:43
    Consigliere - 25896 interventi
    Rassegna estiva: Italian Graffiti d'agosto 

    Germi prende l'intelaiatura del noir americano e lo rimpolpa di carnale e grottesca italianità.

    Ne esce un gustoso (ancora oggi) film d'indagine (più che poliziesco tout court), dove l'autore genovese tira zampate da graffiante commedia di costume (il poliziotto che ci prova con la cassiera, le macchiette dei poliziotti, poliziotti vs carabinieri, la grottesca sequenza dell'osteria, dove la ruspante Zamira la sdentata-Nanda De Santis-si toglie la dentiera degli incisivi durante la bega con la sorella, la lettura del testamento del notaio napoletano, l'arresto del menestrello di Toni Ucci e del rigattiere, Urzi che continua a mangiare panini tirati fuori dalle tasche-con rimprovero di Germi "E non mi masticare davanti!- il taxi che non parte durante il pedinamento a Banducci e derive nel folklore contadino che anticipano Sedotta e abbandonata e Serafino (la parte finale con la Cardinale supina, e rabbiosa, sul letto).

    Una sceneggiatura di ferro che non fa una grinza, dialoghi da antologia, una costruzione da giallo classico dal meccanismo quasi perfetto, con l'ispettore di Germi (burbero, scontroso, solitario, nervoso) che si muove tra una fauna umana viscida e ambigua (straordinario il personaggio di Franco Fabrizi, che non perde mai la calma anche quando è umiliato da Germi, che rafforza ancor di più l'antipatia della sua faccia da sberle) trovando un pò di conforto nelle telefonate che fa alla misteriosa Paola (che non si vede mai, un pò come sarà la moglie del tenente Colombo), finchè lei, stufa dei tanti appuntamenti mancati, lo pianta in asso.

    Stoccate morbosette nella taciuta, ma palese, omosessualità del lubrico commendatore Anzaloni (Ildebrando Santafe), che si diletta ad andare per marchettari nei bar (i tipici ragazzi di vita descritti da Pasolini), nella passione per le minorenni di Remo Banducci (Claudio Gora), in uno dei flashback più intensi mai girati, che anticipa, per certi versi, le commedie (o i drammi)  "malsani" del cinema erotico nostrano degli anni 70 (la lolitesca cameriera di Cristina Gaioni, che seduce l'uomo anche in presenza della moglie, le si infila nel letto finchè, quest'ultima, non li becca insieme), l'inquietante "modus operandi" della stessa Drago, che si tira in casa solo ragazzine ignoranti (quasi in odor di lesbismo), che poi "cresce" alla sua "maniera", per poi prepararle il corredo scegliendole addirittura i fidanzatini con insane tendenze bigotte (che pare una sottotrama di quei psychothriller americani a là Robert Aldrich),  torbidi intrighi (la minorenne se la spassa pure con il "dottore" di Fabrizi) che verranno dipanati da Germi a suon di schiaffoni (due al povero Banducci, una secca a Fabrizi), fino ai trascorsi fascistoidi di Banducci, ritratto nelle foto come un orgoglioso gerarca fascista, che in casa tiene un piccolo altarino dedicato al Duce.

    Notevole anche la parte tipicamente "noir", con la scoperta del cadavere della Rossi Drago (tra le attrici italiane più intense del dopoguerra), che anticipa qualcosa dell'Argento di Profondo rosso, e il flashback del suo assassinio, con l'assassino che si riflette nello specchio della camera da letto (anche quì Argento ci ha pescato) e la furia dei colpi di cacciavite. Con particolari inquietanti (la bambola, la finestra che si apre improvvisamente, la pioggia battente).

    La scoperta del colpevole è abbastanza intuibile ( la mia attenzione si era focalizzata sul personaggio che è stato tenuto fuori dalle indagini e dai sospetti per tutto il film, e difatti...), ma il nero germiano non pare interessarsi molto al colpo di scena (anche se l'interesse per sapere chi è stato tiene incollati allo schermo comunque), ma a puntare i riflettori su personaggi loschi e gretti, dove Germi valorizza anche la caratterizzazione del più piccolo ruolo (la "beduina" che si fa le lampade nello studio di Fabrizi, il ladro maratoneta, il giovane carabiniere veneto, la maliarda turista americana, i ragazzi di vita raggruppati per l'interrogatorio che si azzuffano, i propietari dei bungalow a Verbania, la massaia che al commissariato chiede clemenza per suo marito che la maltrattava), tasselli fondamentali per la costruzione di un giallo corale e avvincente.

    Il colpo di genio delle doppie chiavi nel finale (quel particolare mancante che, anche quì, darà la stura ai capolavori argentiani), la sequenza (tipicamente germiana) della proiezione del filmino del funerale della signora Banducci, con commenti di Germi e dei colleghi (mentre Urzi se la dorme), Germi che viene apostrofato come "dottore" e lui risponde "Non sono dottore", le sue domande incalzanti ed indiscrete e l'evidente debole che ha per la Rossi Drago, quando, con un pretesto, la va a trovare a casa, prima che venga assassinata. E quel finale con la Cardinale che corre dietro alla camionetta della polizia, dove Germi omaggia il Roberto Rossellini di Roma, città aperta.

    Cast a dir poco in stato di grazia (su tutti la Drago, Fabrizi, Gora e lo stesso Germi) e struggente Sinnò me moro cantata da Alida Chelli sulle bellissime note di papà Carlo Rustichelli, che apre il film sulla fontana di Piazza Farnese, per poi chiuderlo con l'arrivo della polizia al paesello della Cardinale.

    Suggestivi gli scorci di una Roma notturna e misteriosa, ottimamente valorizzata, così come gli interni dei palazzoni con le scalinate, i pianerottoli e i suoi angusti appartamenti.

    Un piccola perla caliginosa  del nostro cinema che fu, che come meglio di chiunque altro ritrae vizi, vizietti, passioni e passioncelle fosche della meschina, spregevole e sordida borghesia romana, che nulla ha da invidiare ai classici a stelle e striscie.
    Ultima modifica: 17/08/20 14:22 da Buiomega71
  • Homevideo Buiomega71 • 17/08/20 10:56
    Consigliere - 25896 interventi
    Resto sbalordito dall'ottima qualità video (e audio) della vetusta vhs Domovideo in mio possesso, dalla durata effettiva di 1h, 48 m e 59s