Il regista Albert Pyun ha girato qualche film interessante e altri discutibili, ma questa volta si supera e ci "offre" una delle pellicole più ridicole, noiose e senza mordente di tutta la storia del cinema. Si fatica davvero a trovare un solo punto a favore: la protagonista (bella ma penalizzata da un doppiaggio orrendo) è alla sua prima esperienza al cinema e si vede, il resto del cast è anonimo, la trama banalissima e le ambientazioni ricordano i postatomici a basso costo. Musica e fotografia pessime. Uno zero completo.
Mediocre produzione Cannon girata decisamente al risparmio che riprende l'idea del classico "Viaggio al centro della terra" - citato anche nel cognome della protagonista, analogo al personaggio di Verne - in un'ottica da teen-movie 80s; l'ingenua "bimbo" Ireland viaggia per Atlantide (ma non era sott'acqua?!) alla ricerca del padre scomparso ma le sue avventure sono poco appassionanti e molto infantili, con personaggi e scenografie che sembrano uscite da una favola. I toni sono leggeri e innocui, il cast fa quel che può ma a mancare è proprio lo script che risulta presto ripetitivo.
Una cameriera dalla voce fastidiosissima - un dettaglio non da poco, visto che è l'unico - si ritrova a cercare il padre presso Atlantide, città posta al centro della Terra. Un fantasy avventuroso figlio dei peggiori anni Ottanta, che se non altro si contraddistingue - almeno nelle battute iniziali - per un inconsueto registro comico dal sapore nonsense. Peccato però che il senso manchi spesso anche nelle azioni di personaggi vuoti e insulsi, incastrati in un clima da favoletta camp-distopica che non sembra sapere dove andare a parare. Difficile non annoiarsi...
Scioccheria anni '80, dall'afosa impronta steampunk psichedelica, che butta sul piatto confusi spunti fantascientifici e distopici, ma che, soprattutto, viene fatta a fettine dalla voce stridente della protagonista. Una caratteristica che riesce a danneggiare pure Kathy Ireland. Optare per un’attrice dall’aspetto più comune, ma con un timbro vocale migliore, avrebbe sicuramente stimolato maggiore empatia per lei e la sua ricerca del padre scomparso, ma, a quanto pare, è stata pensata proprio così anche nell’originale. Scelta strategica davvero incomprensibile.
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