Stallone, lontano dai suoi ruoli abituali e alla prima volta in una serie tv, è talmente bravo che quasi dispiace non si sia cimentato in nulla di simile prima; l'attore dimostra una maturità da applausi e offre una delle sue migliori prove attoriali di sempre. La trama, a sfondo gangsteristico, raccoglie l'eredità dei classici film sul tema di Scorsese & co. ma con un taglio meno drammatico, a tratti (specialmente nelle prime puntate) stemperato da qualche slancio ironico; l'attenzione viene mantenuta alta, la violenza non manca e la curiosità per la prossima stagione è tanta.
Un grande Stallone, decisamente più cattivo e ambiguo rispetto ai personaggi a cui ci ha abituato, alla guida di una serie gangster che fa il suo dovere. La premessa è già di per sé vincente, dando luogo alle prime puntate con molta ironia, con Sly e i suoi comprimari che danno vita a vari scambi di battute divertenti. Poi le cose si fanno più serie ed emerge il talento di Sheridan per la scrittura seriale. Notevole, cresce di episodio in episodio.
Peccato che Stallone ci abbia fatto aspettare cinquant'anni per cimentarsi con una serie: a giudicare da questa, ci siamo forse persi per strada qualcosa di bello. Oltre alla solidissima prova di Sly (ben spalleggiato dal resto del cast), piace la scrittura di Sheridan che sfrutta tutti i topoi del genere gangsteristico italoamericano ma li rimescola con una certa effervescenza, non scordandosi né ritmo né ironia, ingredienti fondamentali per progetti simili. Risulterà piacevole anche per chi non ama troppo il genere; per questi ultimi ad aspettarli c'è un brodo di giuggiole.
Fulgido esempio di serie in cui il protagonista è tutto o quasi. Stallone infatti ci sguazza in questa sorta di dinosauro mafioso tornato libero dopo 25 anni di carcere, che però ha la capacità di adattarsi molto bene al mondo attuale. Ci sono ironia, violenza, amore per la figlia abbandonata a sé stessa, il tutto reso interessante dal modo di agire di Dwight e dalla sua capacità di coinvolgere quelli con cui viene a contatto, trascinandoli nel suo gorgo, dove però non si sa come andrà a finire. Anche chi gli ruota attorno è accettabile; e questo fa sì che il risultato sia buono.
MEMORABILE: La prima volta nel negozio; "Chiamami ancora guastafeste e ti riposiziono i reni"; Bad Face; Il singolare esame di guida; "Guardalo, cazzo, è Kojak!".
Doveva essere il canto del cigno di un attore nella fase discendente della sua carriera, diventa a sorpresa una delle serie migliori degli ultimi anni. "Tulsa King"? perfettamente “modellata” sul suo protagonista (Stallone è strepitoso), ma è anche una serie dalla storia avvincente, dalle ambientazioni insolite (chi conosce la città dell’Oklahoma?) e dal grande ritmo, con personaggi interessanti e ben caratterizzati da una buona sceneggiatura che porta lo spettatore e seguirla con interesse fino alla fine e a desiderare che continui. Da vedere.
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DiscussioneRambo90 • 19/11/24 13:51 Pianificazione e progetti - 454 interventi
SECONDA STAGIONE
*** Riprende dal cliffhanger della stagione precedente, ma l'atmosfera sembra più dimessa e quasi da Comedy. Vengono infatti accantonati quasi subito i problemi precedenti e per metà stagione si procede tra battutine e situazioni prevedibili. Si regge comunque bene grazie all'affiatamento del cast e a Stallone che sembra divertirsi un mondo nel suo ruolo. A metà le cose poi si scaldano e le sceneggiature migliorano regalando anche qualche colpo di scena niente male. Il ritmo è veloce e anche se il coinvolgimento arriva solo da un certo punto in poi resta una buona serie. Buona l'idea di far entrare Frank Grillo come villain. (Rambo90)
DiscussioneZender • 19/11/24 14:27 Capo scrivano - 49182 interventi
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