L'IMPRESSIONE DI MARCEL M.J. DAVINOTTI JR. (cos'è?)
In apertura c'è subito una sorta di riassunto sulla natura dei graboids, i nostri cari nemici vermoni: come si presentano, cosa figliano, in cosa mutano... Due minuti con tutto quello che deve sapere chi avesse perso le puntate precedenti. A presentare il video didattico naturalmente l'ineffabile “armaiolo” Burt Gummer (Gross), il personaggio simbolo della saga (qui inspiegabilmente ultimo nei titoli di testa nonostante sia chiaramente il protagonista). Questa volta gli tocca di spostarsi in Sudafrica, dove sono stati avvistati alcuni degli esemplari figliati dai graboid: si tratta di quella specie di giganteschi polli a reazione che Burt chiama da sempre “culi volanti”; e dove ci sono loro, come sappiamo, ci sono anche i graboid. Assunto...Leggi tutto per combatterli, Burt si fa accompagnare da un reporter (Kennedy) che pretende di essere con lui dopo avergli ceduto uno splendido fucile. Si cambia aria, quindi, e ce n'era assolutamente bisogno dopo 4 film e una serie di 13 episodi. Nonostante sia un tv movie la fotografia è buona e l'ambientazione fa il suo effetto, quindi la prima parte promette discretamente. Entrano in scena personaggi nuovi, si fa vedere la splendida Pearl Thusi, si riprendono giraffe, elefanti e leoni e i graboids come previsto attaccano (senza dapprima mostrarsi troppo, come da tradizione). Sembrerebbe insomma che a distanza di dieci anni dall'ultimo capitolo ci sia forse ancora qualcosa da dire, sull'argomento. Purtroppo invece, quando l'azione deve inevitabilmente cominciare a prendere per mano il film movimentandolo, tutto si sgonfia: il primo attacco di un “culo volante” ha ancora qualcosa di buono e i mostri sono realizzati sempre bene, ma poi ci si impantana in sparatorie di maniera, faccia a faccia tediosi e sparuti effetti speciali. Manca in poche parole la fantasia (che era stato il punto di forza del primo capitolo) e l'intera seconda parte non riesce a proporre nulla di davvero interessante. L'unico atout è ancora una volta Gross, con la sua ironia beffarda e la sua consapevole spacconeria, la sua perizia balistica inimitabile e in definitiva un carattere che gli ha permesso di farsi amare dai fan. Tolto lui (che si ritaglia anche un lungo monologo in gabbia molto sopra le righe ma a tratti persino divertente) resta poco, per quanto anche gli altri personaggi non siano poi tratteggiati così male. Il finale fornisce un'inattesa giustificazione al sottotitolo. Marcel M.J. Davinotti jr. Chiudi
Con l'ottima idea di non prendersi troppo sul serio e qualche omaggio, questo quinto capitolo sembra chiudere una serie nata bene, proseguita male e che, dopo aver spremuto oltre l'uva anche gli acini, concludendosi ora (ma forse si avrà un sesto film) avrebbe il buon gusto di finire con dignità e un pizzico di classe. Divertente, adrenalinico e con una più che discreta prova del cast, offre allo spettatore anche le splendide location sudafricane. Promosso.
Finalmente il quinto capitolo della saga sui vermoni assassini fa il suo debutto nel mercato home-video e si rivela essere un ottimo film, superiore ai primi tre sequel. La pellicola è divertente, intrattiene e regala un ottimo miscuglio di ironia e suspense. Ottimi gli effetti speciali, come anche le interpretazioni del sempre mitico Michael Gross (Burt Gummer) e di Jamie Kennedy. Presenti anche un sacco di citazioni tutte da gustare. Notevoli le ambientazioni africane. Un degno sequel che non deluderà i fan della saga.
MEMORABILE: L'inquietante scena del ponte; Burt rinchiuso nella gabbia; La scena della cucina (omaggio a Jurassic Park); La nidiata dei Graboid.
Per ammirare l'evoluzione in peius dei tremebondi graboid questa volta si trasloca in Sudafrica. I cacciatori sono due, altresì legati da un inaspettato vincolo e le armi a disposizione sembrano sempre poche e inadeguate. Il contesto paesistico ha il suo fascino, al pari delle esplosioni di frattaglie che colpiscono tutti e tutto (mdp compresa), sebbene le idee scarseggino già dopo mezz'oretta. Professionale la scelta del cast, su cui spicca imperiosa la bellezza di Natalie Becker. Per chi ama il ciclo dei vermoni e i monster movie.
Rispetto ai suoi predecessori, primo capitolo a parte, questo ha una sua dignità filmica, personaggi decisamente sopportabili e una leggerezza data dal non prendersi assolutamente sul serio. Lo si guarda come si può buttar giù un bicchiere d'acqua. E se non ci si aspetta chissà cosa, il risultato sarà sufficientemente piacevole, grazie anche ad effetti dignitosi. P.S. Certo i culi volanti, con la loro assurda propulsione, lasciano sempre basiti.
MEMORABILE: L'iniziale audiovideo lezione del protagonista; L'esca sul ponte; "Puoi uccidermi, ma non mi metterai mai in gabbia" (le ultime parole famose).
Decisa impennata per il quinto capitolo della saga Tremors, vero e proprio manifesto della vita di Burt Gummer, personaggio che ormai occupa un posto tra le leggende. I graboid a quanto pare non sono esclusiva della desertica Perfection e il nostro eroe sarà chiamato addirittura in Sud Africa per risolvere a modo suo il solito problema, con tanto di figlio al seguito. Come per le altre saghe la storia è sempre la stessa, ma è quello che gli aficionados vogliono e questa volta si troveranno una dinamica e uno sviluppo tecnico nettamente superiori.
Dopi i tre brutti seguiti a cavallo del millennio, il brand viene riproposto avvalendosi anche delle possibilità del digitale. E il risultato non è male. Al centro della scena ormai il fanatico d'armi destrorso Michael Gross che da personaggio marginale del primo episodio adesso tiene su tutto il film con la sua simpatia e spacconeria semiparodistica. I Graboids qui sono più evoluti e la CGI consente quello che era impensabile prima, anche se un po' si perde il fascino vintage dell'originale. Piuttosto scontato il finale, in cui non manca la solita scopiazzatura di Aliens.
MEMORABILE: La descrizione del ciclo vitale dei Graboids; Il video survivalista di Burt col serpente; Il delirio di Burt nella gabbia; Il folle pilota elicottero;
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Marcel M.J. Davinotti jr.
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