Rassegna estiva: Notti d'estate buie(sche) e senza stelle
Thriller scandinavo che si immerge nelle isolane atmosfere di
The Wicker Man, con punte nel nostro cinema thrilling cattolico/mortifero (tipo
Non si sevizia un paperino,
Chi l'ha vista morire? o
Solamente nero) del "peccato" da estirpare e dal demonio da scacciare che "tenta" le giovani ragazzine che abitano sull'isola (con metodi ben poco cristiani) , influenze da cinema settario (
La corta notte delle bambole di vetro,
Il profumo della signora in nero) e rimembranze polanskiane del complotto (con chiusa finale che omaggia
Rosemary's Baby)
Non male la maestrina danese (il suo inizio è da vademecum della sfiga assoluta) che si reca su una sperduta isoletta , immersa nei suggestivi fiordi, per sostituire il precedente maestro della scuola elementare che si e impiccato (a ben donde, visto il destino che attende la maestrina) perchè ha scoperto che su quell'isola proprio c'è qualcosa che non và
Il regista norvegese (che avrà il suo riscatto, negli states, con
Red) istilla bene la paranoia e il cinema del complotto, tra docce hitchcokiane , ragazzine , rossovestite, che si buttano dalla scogliera (chissà perchè, chissà come mai, su quell'isola il suicidio è all'ordine del giorno), gettando una coltre di nebbioso mistero che si sfilaccia strada facendo
Un prete completamente pazzo e sessuomane, gattini impiccati, Barbie decapitate, ragazze "violate" a suon di scatti Polaroid, "esorcismi" di pura misoginia e violenza sessuale (la maestrina nella vasca da bagno, poi sodomizzata), fino al delirante finale in chiesa, che stà tra le follie isterico/religiose di
Grano rosso sangue e le becere credenze "demoniache" di
Benedizione Mortale
E tra una riunione femminile che fà tanto
La fabbrica delle mogli e sermoni farneticanti che nemmeno il Michael Parks di
Red State, l'opera curiosa e bizzarra del regista norvegese mostra un pò la corda nel finale approssimativo (l'inseguimento in motoscafo, la pistola lanciarazzi) che sembra girato in fretta e furia (o per mancanza di fondi o per il termine della pellicola)
Però la Grabol è bravina, la Langfeldt davvero bellina e sofferta e Ottar Haga la quintessenza della pazzia cristologica punitiva
Ottima la fotografia e le suggestioni dell'isoletta norvegese
Merita un'occhiata