Film di livello piuttosto basso (*½), ma non privo di una certo decoro nella sua povertà di mezzi. Siamo nell'estate del 1936: non avendo modo per rappresentare efficacemente l'epoca, si sceglie di ambientare il tutto in campagna, ove bastano vestiti e pettinature per dare una patina al tutto. Benché i personaggi siano un po' tagliati con l'accetta, la corretta scelta degli interpreti aiuta ad arrivare in fondo senza problemi, nonostante una certa lentezza in alcune fasi della vicenda. Alcune situazioni erotiche paiono predisposte per l'uso di inserti hard con altri interpreti.
Dietro il fuorviante titolo da commedia scollacciata c‘è un erotico-drammatico in perenne fase di stallo, che si rigira monotono su conflitti edipici dentro la leziosa cornice campagnola dell’Italia fascista. Sempre versatile e professionale, Leroy scolpisce il ritratto di un autentico rifiuto del genere maschile (un padre-padrone reazionario, guerrafondaio, manesco e puttaniere); effimere la Podestà e la Dionisio, più incisive l’istrionica Scarpitta e la supponente Savo.
MEMORABILE: La soggettiva iniziale; Leroy: «Hai mai chiavato una donna? Sei mai stato a puttane?»; Borromeo: «Io non pago le donne!!!».
Vorrebbe contenere metafore sul Ventennio, sul Duce e la sua decadenza (attraverso la figura di un dispotico signorotto di campagna donnaiolo e del suo rapporto con la famiglia), ma ci riesce poco e niente. Come erotico è all'acqua di rose, come dramma non è incisivo. Insomma una insipida boiata dignitosamente confezionata. Dimenticabile, evitabile.
Un contrasto familiare padre-figlio, il primo fascista odioso, maschilista e misogino, l'altro, il Christian efebo biondo del cinema italico di serie B, emblema di un microcosmo giovanile isolazionista e di quell'accidia e di quel languore tanto odiati dalle camicie nere. Lo scontro è il simbolo della decadenza e della distruzione, meritata, dei neri gerarchi, magistralmente reso dai due interpreti. Non di minor bravura le donne di casa, vittime del despota e complici incestuose del giovane.
MEMORABILE: Borromeo, per sfuggire alle insidie di una volgare prostituta ingaggiata per lo "svezzamento" del giovane, usa un espediente originale e rivoltante.
Nonostante la messinscena spartana il film risulta abbastanza credibile nell'ambientazione. Purtroppo il regista fallisce nelle caratterizzazioni: Leroy, che pur ha mestiere da vendere, sembra la macchietta del padre padrone; Borromeo, che non ha mestiere da vendere, è una figura irrisolta e insulsa; più in parte le protagoniste femminili che, però, vengono sprecate invariabilmente in una serie di scenette erotiche di estenuante prevedibilità.
Dietro il titolo fuorviante si cela un dramma borghese ambientato nel ventennio fascista, ben risolto con una generica location rurale e vestiti d'epoca; interessante il cast, su cui troneggia un Leroy nel ruolo di ripugnante gerarca e padre-padrone, nonché la sempre affascinante Dionisio. Le scene dedicate al pubblico softcore sono invero brevi e del tutto trascurabili, più atte a mostrare qualche nudo che altro; il film viaggia sui binari del dramma familiare e non rinuncia a qualche crudezza, come nel bel finale. Non così male, dopotutto...
Curioso film che racconta come nel Ventennio (ma forse non solo in quel triste periodo...) le famiglie fossero il luogo geometrico di prepotenze e di violenze. Ottima interpretazione per i "fascisti "Leroy e Tranquilli, le donne sono molto meno svestite di quanto il titolo possa far pensare. Ci si aspetta poco, ma alla fine il film intriga forse proprio per questo.
Dramma erotico-familiar-decadente dalle situazioni spinte (suggerite e poco mostrate, a parte una scena con la Grandi ben esposta). Il ventennio funge da giusto sfondo ai contrasti tra un padre despota e un figlio complessato. Risvolti edipici, accenni incestuosi e rapporti poco consenzienti in agguato per le donne di casa. Indeciso tra velleità autoriali e momenti leggeri, mette troppa carne al fuoco e alla fine risolve poco o nulla. Finale improbabile con Leroy troppo sopra le righe. Buone confezione e ambientazioni.
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Questo film negli anni è sempre stato indicato come un erotico con nudi quà e là; niente di più falso, è un drammatico familiare dove Leroy interpreta un padre bastardo mica da ridere.
Certo qualche nudo soft c'è, ma nulla in confronto a commedia pecoreccia e bmovies dell'epoca; e il bello è che a tutto questo porta il titolo, che mai poteva essere più inesatto.
Nelle sale italiane circolò una versione con inserti hard, realizzati per conto della distribuzione Cinedaf. Vedo che il dvd CG recita in copertina “Versione Integrale”, potete confermare?
Nelle sale italiane circolò una versione con inserti hard, realizzati per conto della distribuzione Cinedaf. Vedo che il dvd CG recita in copertina “Versione Integrale”, potete confermare?
Ho il dvd, ma non ricordo, dovrei controllare, a memoria qualche scena soft core c'era.