Verso la fine della "sporca guerra" un sergente USA entra in rotta di collisione col suo ottuso superiore. Arrestato, fugge, inseguito dai suoi, dai vietcong e da un reporter d'assalto... Vietnamata alla Margheriti, girata nelle Filippine come sempre, con un cast improponibile e un "eroe" antieroico. A tenere in piedi la baracca, anzi la garitta, è, manco a dirlo, l'egregio mestiere di Margheriti, che pur con budget francescani assicura sempre dell'ottima azione.
Dei vietmovie margheritiani è forse il migliore. Zeppo di scene violente che più di una volta rasentano lo splatter, petardi che scoppiano in pieno volto a soldati in licenza, schegge infilate nel braccio e poi tolte con coltellaccio, Marsina legato al cofano della jeep stile Interceptor il guerriero della strada e finale poco conciliante e beffardo, che arriva come una fucilata. Ottimo Prete nel ruolo del soldato fuggitivo alla Rambo. Il budget è irrisorio, ma Margheriti sa nasconderlo molto bene. Uno dei suoi film più sottovalutati.
MEMORABILE: La scommessa finale del reporter di Pigozzi.
Un Rambo all'italiana che però si lascia apprezzare. Per essere una sorta di Vietnam movie ci sono anche gli elicotteri, che nel filone "Viet-italico" solitamente scarseggiano per mancanza di mezzi! Attori di genere, che Margheriti sa comunque gestire con maestria. Trama scopiazzata, ma azione e tensione buona che rendono gradevole la visione.
Un deludente Margheriti sforna questo film di guerra (Vietnam ovviamente) ambientato nelle Filippine. Buon cast, sia Prete che Marsina hanno offerto prove migliori; la scena dei topi è quasi identica a quella già vista nell'Ultimo cacciatore dello stesso Margheriti. Il finale poi risulta quasi irritante. Non così detestabile ma si poteva fare decisamente di meglio.
Pellicola indubbiamente artigianale che scimmiottando, anche in maniera dignitosa, film notevoli, denuncia la pazzia di un capitano dell'esercito americano che pur di ottenere un briciolo di gloria invia i suoi uomini a morte certa. La ribellione di uno sconosciuto Prete, comunque adatto al ruolo (così come Marsina) metterà fine alla vergogna nonostante un brutto finale. Nel complesso non male.
Il 'namsploitation è forse uno dei sottogeneri dove Margheriti ha dato il meglio e questo lavoro ne è l'ennesima riprova; pur non distaccandosi particolarmente dai precedenti L'ultimo cacciatore e Fuga dall'arcipelago maledetto confeziona un film che mangia in testa anche ad alcuni dei modelli americani di Norris & co. Presenta un discreto dispendio di mezzi, cura per i dettagli, fotografia suggestiva e il cast fa il suo mestiere con professionalità. Lo script è risaputo ma poco conta; l'entertainment è assicurato e la violenza pure. Quando il cinema di casa nostra faceva miracoli.
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