Tom Jones - Film (1963)

Tranquilli, non è il biopic del cantante di immortali perle quali It's not unusual e Sex bomb, ma la rutilante trasposizione cinematografica del romanzo di Fielding, classica storia settecentesca qui resa con speciale attenzione allo spetacolo, alla sensuale gioia di vivere e alla simpatia del protagonista (eccezionale Albert Finney), un trovatello allevato da un nobile di campagna, che viene costretto a darsela a gambe dalle calunnie di un parente. Divertente.

Ottima trasposizione cinematografica del romanzo di Fielding che si rivela essere molto divertente, coinvolgente, piena di vita e di "umori" satirici e che si segnala anche e soprattutto per un uso straordinariamente libero del linguaggio cinematografico: velocizzazioni da comiche del muto, fermo-immagine, uso della macchina a mano quando non era ancora un inutile vezzo stilistico, attori che guardano in camera e ammiccano allo spettatore e chi più ne ha più ne metta. Un film un po' dimenticato assolutamente da riscoprire.

Fu tra i top 10 della mia gioventù, poi ne persi l'entusiasmo ma per fortuna rivisto dopo anni si rivela ottimo: portare la grandezza di Fielding sullo schermo è arduo ma nonostante ciò questa versione free cinema di un classico della letteratura inglese del 700 è sempre frizzante, irriverente anche se appare qualche vezzo non felice (Jones che copre l'obiettivo o parla in macchina). La cena è entrata nell'immaginario e splendida e memore del free cinema la caccia alla volpe. Fotografia splendidamente acquerellata. Attori sublimi.

Davvero riuscita, gioiosamente sensuale, questa solare trasposizione filmica del fondamentale romanzo omonimo (1749) dell'inglese Henry Fielding (1707-1754). Anche per me, come per un altro davinottiano che ha qui postato, era un simpaticissimo ricordo della mia adolescenza, che devo dire funziona ugualmente ancor oggi (me lo sono recentemente rivisto, dopo averlo recuperato nella collana di dvd da edicola della Master). Consiglio a tutti di riscoprirlo, senza pregiudizi: vi divertirete.

Trovatello abbandonato nel letto di un gentiluomo campagnolo, Tom viene allevato come un signore ma, pur essendo un ragazzo di buon cuore, il suo carattere esuberante e le maldicenze altrui lo cacciano nei guai... Felicissima trasposizione di un classico inglese del '700, ne traduce il carattere avventuroso e picaresco con una grande libertà nel linguaggio cinematografico. Bello e solare, circondato da un cast spiritosamente colorito, Finney è irresistibile non solo per tutte le donne che incontra ma anche per lo spettatore. Divertimento trascinante in confezione sfarzosa.

Trasposizione del celebre (almeno in patria) omonimo, romanzo inglese del '700. Richardson si diverte a usare un linguaggio cinematografico decisamente "free" (vedasi ad esempio l'ottimo incipit stile film muto o le accelerazioni tipiche delle comiche di un tempo), mentre il comparto attoriale si attesta su livelli notevolissimi (Finney su tutti, la York oltre che brava è forse qui al suo massimo splendore). La pellicola presenta però anche il notevole difetto di una eccessiva lunghezza, derivante da alcune scene trascinate per troppo tempo che tendono a tediare lo spettatore.

Trovatello viene cresciuto da nobili inglesi. Esempio di cinema indipendente che svecchia il contesto settecentesco con varie trovate registiche e un linguaggio al limite dell’irriverenza; per i tempi erano certo delle novità. Le vicende di corte e tra le lenzuola non sono per niente ingessate e puntano a divertire lo spettatore, dato il lato boccaccesco. Anche l’ultima parte, pur se piuttosto fantasiosa, non delude. Finney esprime giocosità e è perfetto per il ruolo. Si poteva sforbiciare qualche avventura e snellire il racconto.