Ti ricordi di Dolly Bell? - Film (1981)

Ragazzo nella Sarajevo anni 60 tra primi turbamenti d'amore e l'impegno da cantante nella casa del popolo. Notevole esordio di Kusturica con un racconto acuto e divertente dell'adolescenza ma anche di una famiglia, di una società e dell'intera Iugoslavia in cui si straparla di comunismo con effetti quasi da parodia. C'è sempre un altrove, un futuro, un benessere da costruire, ma l'orizzonte non cambia mai. Il tema dell'ipnosi è una grande metafora dell'illusione ideologica e anche del sogno adolescenziale, ma senza esiti. Da non perdere.

Raddrizzare l'asse terrestre, prosciugare oceani e costruire immense muraglie per avere l'eterna primavera e sfamare miliardi di esseri umani. Il comunismo tra utopie e intellettualismo, dalle povere periferie verso il cemento della città sull'onda di "24000 Baci", prima dei rimpianti de "Il ragazzo della via Gluck". La ricerca di un mondo migliore sulla base, però, del rispetto delle umane pulsioni. In modo molto disincantato, attraverso una transizione adolescenziale, Kusturika dimostra di avere le idee chiare sull'uomo e sul suo futuro.

Il ritratto di una famiglia popolare nella Sarajevo degli anni '60, avvolta dai miti e dalle utopie del Comunismo quasi interiorizzati in modi diversi da ciascun componente; e anche la storia di formazione erotico-sentimentale del giovane protagonista, tra fughe in avanti e condizionamenti sociali. Una regia poetica e rispettosa di un'epoca non da rimpiangere, ma ancora carica di valori e di dignità (forse con risvolti autobiografici), molto attenta ai particolari e ai rapporti interpersonali della comunità. Si coglie l'ironia contenuta che invece esploderà nelle opere successive.

Casa del popolo di Sarajevo vuol costituire un'orchestra per far diminuire la delinquenza. Opera prima con tematiche nostalgiche degli anni Sessanta e consapevolezza dello scarso futuro jugoslavo. Kusturica non ha ancora sviluppato la vena ironica ma calca la mano sporadicamente. Il passaggio all'età adulta del protagonista è visto in chiave morbida, come a dare un filo di speranza. Discreta fotografia e canzone di Celentano che dà spensieratezza.