The trial of Billy Jack - Film (1974)

The trial of Billy Jack
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MMJ Davinotti jr
Titolo originale: The Trial of Billy Jack
Anno: 1974
Genere: drammatico (colore)
Note: Sequel di "Violence" (1967) e "Billy Jack" (1971)

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Dopo due film da lui stesso diretti in cui Tom Laughlin interpretava Billy Jack, l'eroe buono per eccellenza, ex Berretto Verde (lo vediamo in azione anche in un flashback spietato in Vietnam!), esperto di hapkido e sempre pronto a difendere i nativi americani dai soprusi e dalle violenze, il secondo sequel s'impone (e fu a sorpresa un successo a sua volta) con una durata monstre di quasi tre ore! Il nostro, uscito dal carcere dove era stato rinchiuso per le malefatte a cui avevamo assistito nei primi due film (si vedono in flashback parti del processo), si ritrova a combattere a fianco di una “Freedom School” organizzata come una sorta di Comune hippie, ricca di individui di tutte le razze e in...Leggi tutto cui l'amore trionfa in contrasto con i soliti metodi brutali della polizia o del governo. Billy Jack è visto dai giovani della scuola (dove si aiutano in particolar modo i ragazzi problematici o con dei ritardi) come un eroe e quando passa a visitarli viene portato in trionfo. Naturalmente non sarà solo una passeggiata di salute, perché i poveretti sono costantemente vessati da gentaglia di ogni tipo e di qualcuno che possa difenderli han sempre bisogno. Billy Jack non si tirerà indietro naturalmente, ma ne approfitterà anche per sottoporsi a un rito d'iniziazione indiano grazie al quale accederà a una sorta di universo parallelo. Insomma, Loughlin infila dentro di tutto, nel film, lasciando comunque gran parte dello spazio alle lotte di rivendicazione della comunità hippie, ai loro proclami in pubblico, alle loro arroventate riunioni durante le quali mille buoni propositi vengono ingenuamente lanciati senza tener mai conto di chi – al di fuori della comunità - non li potrà mai accettare. Alla ricerca di una spiritualità comunicata attraverso le grandi panoramiche dall'alto dei canyon americani (magari con Tony arrampicato sulle rocce o in meditazione in cima a una montagna!), accompagnato da sguardi intensi di sciamani indiani e musiche solenni, il film è in fin dei conti un gran pasticcio senza capo né coda. Calcolando il tempo speso a infilare sermoni in sequenza, parabole cantate, drammi interiori ed estenuanti convegni para-religiosi ci si rende conto di quanto le ambizioni siano nettamente superiori alla norma e di quanto Loughlin creda davvero in quel che fa; purtroppo senza probabilmente rendersi conto della ridicolaggine dei faccia a faccia con il se stesso dipinto di blu durante un sogno mistico, dell'involontaria comicità dei dialoghi sugli spiriti dell'aldilà o degli incontri con persone che di punto in bianco scompaiono dopo aver magari ricevuto uno schiaffo... Quello che riporta tutto su un piano più tradizonale è il lungo scontro a fuoco di gruppo nel finale, che naturalmente lascerà poi spazio a drammi incommensurabili, canti religiosi (ce n'eravamo già sorbiti un bel po'...), lacrime e chitarre. Giusto un paio di scontri a colpi di hapkido, lunghe inquadrature sullo sguardo finto-intenso di Loughlin (comunque un bel personaggio, dal look tutto-jeans e cappello), infinite scaramucce e piccole vendette. Un film a suo modo sincero (per quanto strampalato) che è una celebrazione della spiritualità dei nativi e dell'ingenua speranza di chi sogna di poter vivere in un mondo migliore senza stupidi ostacoli. Combattere i soprusi solo con la forza dell'amore, tuttavia, ancora una volta non sembra portare molto lontano...

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 10/01/19 DAL DAVINOTTI
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Herrkinski 3/02/19 05:16 - 8072 commenti

I gusti di Herrkinski

Laughlin alza ulteriormente il tiro per questo suo altro successo al botteghino, ripartendo dal discorso del precedente e ampliando ulteriormente le tematiche hippy/anti-razziste e le critiche alla violenza di polizia ed esercito, in risposta ad alcuni massacri ai danni degli studenti tristemente popolari in quegli anni. Questa volta esagera con la durata (quasi tre ore), mettendo troppa carne al fuoco e divagando spesso, dando vita a un mattone a tratti pretenzioso che ha le sue parti migliori nel violento finale. Ambizioso ma riuscito a metà.
MEMORABILE: Il massacro nel finale.

Max dembo 9/08/23 00:35 - 427 commenti

I gusti di Max dembo

Progenitore dei "blockbuster" con la strategia dell'uscita iniziale noleggiando le sale in città selezionate (anche de Lo Squalo l'anno dopo) e grosso successo nonostante la durata di quasi tre ore, è un film assolutamente incredibile e dalle ambizioni, carne al fuoco, smisurate e forse insostenibili, per un uomo solo. Però Laughlin era uno che credeva davvero in ciò che faceva, e anche quando il ridicolo sembra dietro l'angolo, ciò lo rende sempre tra il sublime e il "se non lo vedi non ci credi". In quale film USA, poi, vedi marines sparare alla schiena di bambini e ragazzine?
MEMORABILE: La cruda parte con Billy Jack in Vietnam, le fosse comuni e i berretti verdi come le SS-stormtruppenführer.

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  • Discussione B. Legnani • 10/01/19 12:35
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    Lette le righe del Maestro. Avendo visto i due film precedenti, ho l'impressione che, dopo di loro, Laughlin si sia montato la testa...
  • Discussione Zender • 10/01/19 14:55
    Capo scrivano - 47726 interventi
    Mi sa che lui s'è visto solo questo e faticherà a capire come possano essere simil-tradizionali i precedenti...