The similars - Film (2015)

Notevole sci-fi messicano che ha tutto il gusto delle vecchie puntate di Ai confini della realtà. In una stazione di autobus, causa temporale, restano bloccati alcuni viaggiatori il cui volto inspiegabilmente inizia a trasformarsi assumendo le sembianze del primo arrivato fra loro. Qualcuno parla di possessione demoniaca, altri di esperimenti governativi, intanto risulta impossibile uscire dalla stanza. Affascinante, ben recitato, diverse scene pulp, effetti speciali credibili. Nonostante il low budget obiettivo decisamente centrato.

Gradevole e palese omaggio alla serie TV Ai confini della realtà, che addirittura inserisce la voce fuori campo del narratore all'inizio e nell'epilogo. Ambientato interamente in una stazione di bus negli anni 60. I personaggi coinvolti vivranno un'esperienza in bilico fra il comico e il raccapricciante. La loro disperazione porterà a un panico di massa prima di capire la verità su quello che sta accadendo. Non male, ma evidentemente artificiale, la fotografia "invecchiata". Buoni cast e regia.

In una notte buia e tempestosa, un gruppo di persone raccolte in una fatiscente stazione attende invano l'arrivo di una corriera... Inevitabile il richiamo alle prime stagioni dei Confini della realtà e ad un episodio in particolare per questo fantahorror messicano girato con due lire, un'unica ambientazione e un pugno di attori. Se individuare precocemente il "responsabile" della comprensibile paranoia collettiva non è difficile, il racconto, introdotto e concluso da un ironico narratore, riesce però a risultare imprevedibile e, nello stesso tempo, ributtante e grottescamente divertente.

Cosa mai sta succedendo nell'anonima sala d'aspetto di una stazione qualunque, mentre fuori piove l'ira di Dio? La risposta è in questo grottesco film alla Buñuel (ma senza l'impegno politico del geniale regista), in cui vi eserciterete in attività interpretative, le più svariate, senza che il divertimento prenda realmente mai piede. E' la noia che fa da protagonista, spacciata per tutt'altro.

Commedia horror messicana, è un sentito e riuscito omaggio alla televisione americana degli anni 60 e 70, ma riesce a trovare una via personale di ispirazione nell'approccio ironico e beffardo che parte dal "design" dei personaggi per continuare in una vicenda che ha evidenti risvolti metaforici e allude chiaramente al clima di perenne tensione e paura per tutto ciò che mina le sicurezze della civiltà moderna. Effetti speciali basici ma ben realizzati e un gruppo di ottimi attori.

All’inizio una voce fuori campo ci dice quello che andremo a vedere e, alla fine, quello che avremmo dovuto vedere. Meno male, perché in mezzo assistiamo alla solita storia di alieni interessati alla Terra attraverso una vicenda che più confusa non si può - ai danni di un gruppetto di malcapitati prigionieri in una stazioncina messicana - di una pioggia tanto torrenziale quanto misteriosa. Tra sciamanesimo e “giocattoli voodoo”, trasformazioni assortite e sangue q.b., non è chiaro lo scopo del regista e, se si tratta di metafore, il loro senso ci sfugge.

Piacevole divertissement vecchi tempi che ricorda molto da vicino la zona del crepuscolo nonché le pellicole fantascientifiche di una volta. Lo spunto coi personaggi bloccati in un unico luogo è usuale, ma sempre affascinante. E ben presto la sceneggiatura scompagina i vari topoi del genere con l'arma del grottesco che si rivela però a doppio taglio: c'è chi non gradirò un approccio del genere che smorza la suspence. Ma l'intrattenimento comunque c'è e pure il coinvolgimento: si arriva alla fine abbastanza gradevolmente. Il regista ha buoni numeri: speriamo che prima o poi "esploda".