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chiunque si approcci all'horror con la stessa spericolatezza d'infante che infila due chiodi bagnati in una presa scoperta e ci prende gusto a buscarsi la scossa, eviti la maccheronata di andare a spizzicarsi anche un solo rigo di sinossi prima di affacciarsi da questa camera con vista sull'ade.Immagine stupenda e consiglio prezioso.
Indonesia nous appartient
Film come questo li adori perché ti spingono a credere che l'intera filmografia horror della medesima nazionalità covi almeno parzialmente il medesimo coefficiente di pandemonio. sai che è improbabile, ma ciò nonostante ti si apre un mondo e diventi un tom ponzi dell'horror indonesiano degli ultimi 30 anni almeno.Ce l'ho da un po' nella lista dei film da visionare ma, dopo la Tua splendida presentazione, non posso che fargli scalare qualche posizione. Grazie mille, amico mio!
di stamboel ho ricordi vaghi e poco entusiasmanti (macabre), ma negli ultimi tempi è stato sodale di tjahjanto (il miglior episodio di tutta la serie v/h/s porta la sua firma), uno che ha escogitato riformulazioni del male sovrannaturale e non che non ammettono catartici compromessi, e dal quale ha assorbito il meglio.
seconda generica premessa: chiunque si approcci all'horror con la stessa spericolatezza d'infante che infila due chiodi bagnati in una presa scoperta e ci prende gusto a buscarsi la scossa, eviti la maccheronata di andare a spizzicarsi anche un solo rigo di sinossi prima di affacciarsi da questa camera con vista sull'ade. meno se ne sa, più ci si ritrova al tappeto incapaci di rialzarsi anche dopo che l'arbitro ha detto 10. della sinossi posso limitarmi a dire che nulla o quasi ha a che vedere con la matrice della quale è remake; che ibrida il sovrannaturale da macumba brasileira a baldanzosità quasi torture porn; che tira un'aria irrespirabile come non ce ne finiva nei polmoni dai tempi del dr kurando (la follia ha il sopravvento su tutto e il subbuglio avanza a plotoni fino all'ultimo fotogramma); che si serve del citazionismo come di qualcosa che rende il tutto organico senza limitarsi all'ammiccamento gattamortaro, e che il plot pur ospitando omaggi disparati non somiglia comunque a niuno di questi (ci sono i passi di suspiria, ma helena markos può andare a battere; e poi la mano autonoma di raimi, echi amytivilliani/gordoniani, e una neo-sadako che fa davvero cambiare i calzoni), e che niente di quanto accade passa per una sola manciata di secondi per le griglie umoristiche. tutto dannatamente serio, bastonate in ogni dove per tutti (i corpi del reato filmico e i palati spettatoriali) con un'asse chiodata.
unico neo: la cgi a tratti ingenuotta ed evitabile, ma nulla che impedisca alla paura di fare 90mila leghe sotto l'epidermide.
insomma, avete capito: straraccomandatissimo.
schramm promette, schramm mantiene.
buon appetito!
doveroso p.s.: la traduzione ha avuto luogo senza ripercorrere una a una le scene, cercando di rievocare il meglio possibile accadimenti e personaggi, ergo non fucilatemi se in taluni passaggi i plurali diventano singolari (e/o viceversa) e i maschili femminili (e/o viceversa). i dialoghi erano così scarni ed elementari che davanti al generico you non è sempre stato facile desumere genere e numero...