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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

De Feo si cimenta col gotico recuperando una claustrofobicità familiare che fa pensare a Lanthimos, ma corre agli opposti nella cura formale: scenografie ricercatissime e una fotografia cupa strabiliante, dai toni che virano al verde con una desaturazione di grande qualità che - anche per l'ambientazione in una grande tenuta dominata da una villa castello - sembra guardare a certi horror spagnoli recenti. Non c'è insomma molto di nuovo nel lavoro di De Feo, semmai una grande abilità nell'acquisire stili e coordinate già scandagliati dal genere (compreso il finale a sorpresa che fa molto Shyamalan) per...Leggi tutto creare un'opera dal fascino magnetico poggiata anche sulla recitazione insolitamente valida dei due ragazzini al centro della storia: Samuel (Korovkin) è il figlio vezzeggiato e istruito; ha perso l'uso delle gambe nel prologo durante un incidente d'auto col padre (deceduto) e a dieci anni ama dedicarsi al pianoforte. Segue gli insegnamenti di sua madre (Cavallin), festeggia senza entusiasmo il compleanno ricevendo in regalo una rara copia del “Paradiso perduto” di Milton. Mai un sorriso e finalmente un contatto umano vicino nella figura di Denise (Francesconi), una ragazzina appena più grande (già fuma) con la quale stabilirà un rapporto complice dolce e non banale. La vita, nella grande villa ai margini del lago, trascorre senza grandi scosse (se non elettriche, ma questo è un altro discorso), in una reclusione volontaria che ci si aspetta venga spiegata, tra omaggi più o meno velati ai grandi classici del genere, meravigliose luci baviane sposate a una definizione tagliente che esalta la cura per la messa in scena e le ambientazioni nonché il valore di inquadrature di estremo pregio. Sembra di muoversi in un luogo sospeso nel tempo, se non fosse per alcuni oggetti che richiamano immediatamente alla modernità (l'i-pod che Denise regala a Samuel) ed è impossibile non notare la qualità estrema dell'impianto visivo. A convincere molto meno sono i dialoghi rarefatti e smorzati che palesemente sottomettono l'udito alla vista tranne per il ricorso a una colonna sonora che non poteva non essere altrettanto studiata, per quanto spesso minimale e focalizzata sui suoni prima che sulle melodie. L'impressione è quella di un film che avrebbe quasi potuto funzionare anche muto, giocato com'è sugli sguardi, sulle azioni e le conseguenti reazioni. Tutto è in fondo piuttosto chiaro fin dall'inizio e i piccoli indizi lasciati cadere qua e là non aggiungono troppo almeno fino all'ultima parte, quando si otterrano le risposte corrette in un epilogo di grande suggestione, girato ancora una volta utilizzando con grande intelligenza il formato panoramico. Il film non passerà alla storia (la forte derivatività è inevitabilmente penalizzante), ma non si può dire che non sappia intrigare chi non si lascia scoraggiare dalle lunghe scene interlocutorie utili a dare una visione d'insieme unitaria e omogenea.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 27/08/19 DAL BENEMERITO RAMBO90 POI DAVINOTTATO IL GIORNO 8/04/20
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Mr.chicago 20/03/24 17:16 - 101 commenti

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Roberto de Feo ha decisamente talento! Così come per A classic horror story, partorisce un prodotto che non ha nulla da invidiare ai più quotati parenti stranieri. In questo caso il ritmo è più lento e, prima della scena finale, ciò può instillare qualche dubbio per la scelta strutturale fatta; ma alla fine tutto ha un senso e ogni piccolo dettaglio acquisisce un valore aggiunto. Fotografia eccelsa, sceneggiatura invidiabile, attori meravigliosi, musiche brillanti. Sicuramente attinge alla cultura visiva e cinematografica di Shyamalan, ma il tocco magico è tutto made in Italy!

Rambo90 27/08/19 02:28 - 7702 commenti

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De Feo azzecca in pieno le atmosfere di un film macabro fin da subito, con un'aria di claustrofobia che coglie lo spettatore insieme al piccolo protagonista, rinchiuso in una tenuta al riparo da chissà quale minaccia. Il ritmo è lento ma la storia procede inesorabile, con qualche incertezza nella seconda parte, ma aiutata da un'ottima fotografia, buone musiche e dal cast riuscito, in cui la Cavallin dimostra di saper sostenere un ruolo austero e difficile. Finale agghiacciante. Buono.

Digital 27/08/19 11:11 - 1257 commenti

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Ammantato da un’atmosfera lugubre e con una fotografia opportunamente desaturata, il film di De Feo è un horror che rimanda a certo cinema inglese della Hammer e al gotico nostrano degli anni Sessanta. Ciò che più sorprende è la performance degli attori: da una Cavallin in formato Barbara Steele a Justin Korovkin, ragazzino paralitico alle prime pulsioni sessuali. Il ritmo è tendenzialmente lento, ma la pellicola si lascia seguire con estremo interesse, con la voglia sempre maggiore di sapere come andrà a finire (pregio non da poco).

124c 27/08/19 14:42 - 2920 commenti

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Pellicola ambientata tutta, o quasi, in una villa fuori città, dove una coppia cresce un ragazzino disabile con la passione del pianoforte. Tutto è vintage, finché non arriva una ragazzina moderna che invita il protagonista a vivere in modo diverso. Nel film vivacchiano i dottori pazzi con macchine per l'elettroshock al seguito, i guardiani pervertiti e matti, le madri severe e dagli sguardi sinistri e i padri malinconici e rassegnati, in un'atmosfera buia e claustrofobica che non promette nulla di buono. Finale scioccante.

Matalo! 27/08/19 18:15 - 1378 commenti

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Un film tiepido e derivativo, che sembra una promessa e invece è solo dignitosa digestione di modelli stranieri. La confezione è da grande occasione, il tono vuol essere sostenuto ma la "sprovincializzazione" passa per le vie battute da Shyamalan, Amenábar e Giappone. Non aiuta la recitazione, dignitosa ma teatrale. I ragazzi se la cavano meglio degli adulti. Qualche snodo narrativo è faticoso e un po' ci si annoia. Incredibile la somiglianza di Lombardi con Buster Keaton.

Bubobubo 28/08/19 11:07 - 1847 commenti

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Dogtooth matrilineare alla pummarola: una tenuta sterminata in mezzo a un bosco, una giovane vedova dal pugno di ferro, il di lei figlio (apparentemente) disabile in seguito a incidente, una serie di lacchè legati alla mater familias da terrore e riverenza. Finché non arriva la giovane cameriera Denise (Francesconi)... De Feo non si inventa nulla e, anzi, cavalca con mestiere i cliché del genere, ma a uscirne fuori è comunque un buon prodotto, dal fascino sinistro, ben recitato (brava la Cavallin) e con un bel twist ecopolitico finale.
MEMORABILE: Il finale.

Taxius 29/12/19 20:34 - 1656 commenti

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Affascinante horror made in Italy ambientato in una gigantesca villa situata all'interno di un infinito podere che sembra sospeso nel tempo e isolato dal resto del mondo. De Feo per il suo film si ispira chiaramente a Shyamalan, riuscendo benissimo a captarne atmosfera e senso claustrofobico. La trama è molto criptica e non lascia intendere allo spettatore dove voglia andare a parare, fino allo spiazzante (e bellissimo) finale rivelatore. Forse De Feo avrebbe dovuto osare un po' di più, ma va bene lo stesso.

Daniela 7/12/19 22:57 - 12671 commenti

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Bimbo paralitico vive in una villa/prigione sotto la pesante ala della madre che impone severe regole di comportamento. L'arrivo di una ragazzina poco più grande suscita curiosità e scompiglio... Racconto gotico di buona fattura per quanto riguarda il comparto tecnico, ost compresa, la capacità di creare un'ambientazione claustrofobica ed un clima opprimente, le prove di quasi tutti gli attori. Convincono meno certi passaggi narrativi e anche l'epilogo shyamalaniano che appare non sufficientemente giustificato, per quanto di indubbio impatto. Film non del tutto compiuto ma fascinoso.

Mco 7/12/19 16:19 - 2328 commenti

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Stare al riparo da tutti e da tutto, vivere in una villa da sogno ma con le sbarre e le recinzioni. Crescere in questo modo non è il miglior modo di trascorrere l'adolescenza. Ma è il solo possibile. De Feo confeziona un prodotto elegante, suggellato da musiche calzanti e impreziosito da prestazioni attoriali di livello (Korovkin è sorprendente). Poco interessa della credibilità del plot, a noi basta guardare negli occhi quel bambino per ammirare la curiosità che vive in lui, digiuno com'è di ogni cosa. E per chiudere i nostri nel finale...

Il ferrini 8/12/19 23:53 - 2360 commenti

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Attinge moltissimo da Shyamalan (c'è una scena praticamente clonata da The visit), ma anche dalla clinica di Verbinski e da altro ancora. Visto che i modelli cui si ispira sono alti non si può certo dire che sia un brutto film, ma certo non brilla per originalità. Intensa la Cavallin, ricorda la Mrs. Danvers di Rebecca la prima moglie e bravi anche i ragazzini. Curiose scelte di color grading, con forte prevalenza del verde, rendono l'atmosfera straniante, quasi lisergica. Sorprendente il finale, che lo riscatta dalla mediocrità.
MEMORABILE: L'elettroshock.

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Kinodrop 10/12/19 19:50 - 2957 commenti

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Apprezzabile per l'eleganza delle sequenze nella sontuosa villa/teatro, il gioco di luci e ombre da fine '800 (con un certo gusto kitsch alla Mario Bava). Non pervenuto però il benché minimo sussulto orrorifico; anzi, si assiste a una messa in scena catatonica e bisbigliante dall'inizio al troppo lontano epilogo. Un guazzabuglio tra esangue gothic e soap opera, con attori dalla mimica e i movimenti ridotti all'osso. Farraginosità, lentezza e un finale posticcio da "brivido" tardivo. Provinciale.
MEMORABILE: I concertini di Samuel; Dopo l'elettroshock, Denise più pimpante che mai; La donna che si accasciò due volte.

Hackett 21/01/20 18:08 - 1867 commenti

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Interessantissimo horror che ravviva la piattezza solita delle produzioni italiane ad ampia distribuzione, questo lavoro del bravo De Feo. Atmosfera raffinata, trama ben scritta e raccontata con eleganza, sfruttando al massimo una location molto suggestiva che ne rappresenta un interprete aggiunto. Formalmente estetizzante e con un apporto attoriale di livello. In tutto ciò, alla fine, delude leggermente la rivelazione finale, un po' troppo "già vista" e che tradisce in piccola parte l'attesa di qualcosa di originale. Comunque riuscito.

Nicola81 13/04/20 21:02 - 2862 commenti

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L'horror italiano torna a battere un colpo. Una storia non originalissima ma che comunque si presta a molteplici chiavi di lettura, un finale a sorpresa magari non così imprevedibile ma pur sempre spiazzante e soprattutto un regista (esordiente!) che si dimostra molto abile nel creare un'atmosfera claustrofobica e raffinata e a tenere ben desta l'attenzione senza ricorrere allo splatter o ai facili spaventi. Bravi i pochi attori: sugli scudi la Cavallin in libera uscita dalle fiction, ma anche il legame tra i due ragazzini è molto ben reso.

Deepred89 11/05/20 16:59 - 3709 commenti

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De Feo gira da maestro e regala al film, misteriosa storia inizialmente in bilico tra Lanthimos e Polanski, una confezione autoriale ma non calligrafica che è esattamente ciò di cui il cinema italiano di oggi ha bisogno, senza alcun provincialismo o terzomondismo d'accatto e con attori finalmente all'altezza (chiudiamo un occhio sulla dizione non impeccabile della Francesconi). Purtroppo il tutto è compromesso da un finale, per quanto ben girato, concettualmente rozzo e puerile, oltre che poco coerente le premesse. Lombardi ottimo villain.

Puppigallo 20/05/20 13:47 - 5279 commenti

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Buio e penombra avvolgono come in un sudario i protagonisti di questa pellicola malata non per i problemi fisici del giovane protagonista, ma per le regole, con tanto di tremende ripercussioni, di chi veglia su di lui. Qua e là il meccanismo arranca un po’ e gli attori secondari non sempre convincono, ma nel complesso il film funziona, grazie all’ambientazione, a madre, figlio e braccio destro “operante” e, soprattutto, a una buona mano registica. Meritevole di visione.
MEMORABILE: "In questa tenuta non c’è spazio per la malattia"; La barzelletta del cavallo e il maiale; "Se non segui il programma verrai buttato come un rifiuto".

Pumpkh75 10/06/20 14:24 - 1751 commenti

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Ben fatto e non solo in funzione della rivelazione finale alla quale approdiamo scaltramente raccogliendo le molliche di pane di Pollicino. E’ ben fatto nella sua interezza, a partire dalla regia delicata fino alla fotografia, dalla costruzione dell’atmosfera alla location, dalla compostezza maligna della Cavallin (una sorpresa) alla follia spigolosa di Lombardi (una sorpresona). L’originalità però non ci farà strappare le vesti, con le mutande che restano salde addosso quando si tratta di pura paura. Soddisfazione italica, ma l’eccitazione incondizionata non abita qui.

Capannelle 24/06/20 00:35 - 4412 commenti

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Film di qualità che vale tre pallini pieni per il recupero di una location strabiliante, la fotografia, le musiche e la direzione degli attori (alcuni di puro contorno, ma quelli principali sono azzeccati). La trama non chiude bene tutto ma sa costruire un buon percorso di tensione e muovere le sue pedine senza abusare del fattore sangue o degli effetti sonori. Così facendo, De Feo può essere accostato senza timore reverenziale ad altri noti registi internazionali e contribuisce a far tornare in voga il genere in Italia.

Giùan 28/06/20 07:52 - 4562 commenti

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Cominciamo con lo sgombrare il campo dagli equivoci della dissertazione: è un ottimo film, in cui De Feo esplicita con gusto e competenze tecniche l'abilità di costruire un atmosfera originale pur poggiandola su fondamenta cinefile (molto Bava sr. e ovviamente The others) e letterarie (un bildungsroman distorto) non di prima mano. Nel cast bene i due ragazzi e Odetto ma è la Cavallin che regge sovranamente l'ambiguità del tutto mentre non sono centrati e un po' infastidiscono il personaggio del medico e i ruoli di contorno. Peccato un finale in cui avrebbe giovato stare più asciutti.

Ultimo 17/07/20 17:52 - 1656 commenti

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Un horror complessivamente ben fatto,  diretto in maniera ispirata con attenzione ai dettagli, che sfrutta l'atmosfera gotica per creare un film non molto pauroso ma a tratti inquietante. Le cose migliori si vedono quando sono in gioco i protagonisti (la Cavallin ed il bambino protagonista...), mentre il cast di contorno non si eleva a grandi livelli. Qualche momento lento e superfluo c'é, ma il finale sorprendente e inaspettato porta il tutto alla piena promozione. 

Jdelarge 21/07/20 22:10 - 1000 commenti

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Un buon film caratterizzato da una fotografia tetra di indubbio fascino, coadiuvata da scenografie ben congegnate. La sceneggiatura non convince completamente perché non sembra esserci una vera evoluzione durante la vicenda, anche se il bellissimo finale offre interrogativi, oltre a conferire un senso a tutto il resto. Molto buona la prova del cast. Interessante.

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Fedeerra 31/12/20 03:32 - 770 commenti

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Nel cavillo psicologico che lega i personaggi, soprattutto una madre al figlioletto, manca una cosa fondamentale: la tensione. In un film horror, ben vestito da splendide scenografie e una fotografia ricercatissima, la tensione, si sa, è fondamentale. De Feo però sembra più preoccupato a descrivere gli intenti che ad inscenarli davvero. E così abbiamo un horror senza orrore, un dramma senza drammi e un racconto senza storia. Buono l’uso delle musiche e bravi gli interpreti. Ma viste le premesse iniziali ci si aspettava un po’ di più.

Gestarsh99 21/02/21 16:22 - 1395 commenti

I gusti di Gestarsh99

Stupisce in positivo questa italianissima psicofavola gotica a strapiombo sul dirupo orrorifico. De Feo sforbicia, confeziona e riannera di morte una sua Amityville, è couturier del Vantablack, tenebroso allestitore d'un impianto visivo d'alta maestria formale e gran ricercatezza estetica; i suoi personaggi paiono inginocchiarsi alla sontuosità scenografica di apparati, come rapiti dal lumencristi che irradia, permea e ottenebra ambienti ottocenteschi così elegantemente lugubri. E nel silenzio, religiose evocazioni figurative nel nome del padre, del figlio e dello spirito santo Amer.
MEMORABILE: Occhio a occhio nella toppa; Il ballo improvvisato di Denise sulle note di "Where is my mind" dei Pixies suonato al pianoforte; Epilogo agghiacciante.

Lupus73 13/06/21 15:43 - 1496 commenti

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Sontuosa e tetra villa-maniero, una madre, un figlio paraplegico allevato come fosse nel più spartano dei collegi tra la ristretta comunità della tenuta, protetto dal mondo esterno. Confezione davvero pregevole ed elegante, con una fotografia molto curata e virata al verde petrolio (alcune sequenze praticamente monocromatiche); quello che non convince è la regia, che tende a privilegiare l'atmosfera in maniera troppo dilatata rispetto al soggetto che spesso va fuori fuoco e si diluisce nella decadente aura volutamente impressa alla pellicola. Il finale-twist ne chiarisce il senso.

Anthonyvm 23/09/21 16:05 - 5702 commenti

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Notevolissimo esordio per De Feo, che combina con encomiabile padronanza del mezzo cinematografico (l'attenzione ai dettagli è scrupolosa e sempre al servizio del clima perturbante, dalle scenografie gotiche alla fotografia cupa, dalle musiche alle inquadrature millimetricamente studiate) una fiaba nera che attinge al meglio degli horror "d'atmosfera" di epoche più o meno distanti (le carrellate nei corridoi à la Shining, l'aura di mistero di The others, le giravolte angosciose dagli esiti imprevedibili di M. Night Shyamalan). Lo script non è perfetto, ma resta un'opera memorabile.
MEMORABILE: La punizione del terrificante Lombardi per chi parla troppo; L'esecuzione da macello; Denise danza su "Where is my mind?" al piano; Il twist finale.

Buiomega71 12/03/22 01:33 - 2912 commenti

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Se all'inizio Korovkin da la sensazione alla Peter Bark, pian piano il lusinghiero biglietto da visita di De Feo avvolge nel suo macabro fascino, in un mix funereo che sta tra The boy e le regole di The lodgers, per passare dal folk horror (il rito con l'uccisione della vecchia) a quelli che sembrano olezzi demoniaci. Perturbante, inquieto, pervaso da attimi di pura follia (la lobotomia sulle note della "Gazza ladra" e il medico a far da sadico direttore d'orchestra) con un finale shock talmente inaspettato da lasciare basiti. De Feo brilla di deliziose cianfrusaglie goticheggianti.
MEMORABILE: La soffitta con gli inquietanti manichini; L'autolesionismo di Elena nella vasca da bagno; La gita al laghetto; A tu per tu col cinghiale in gabbia.

Cotola 15/05/22 23:53 - 9052 commenti

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Dopo anni e anni, finalmente un horror italiano degno di questo nome. Niente di eccezionale e di originale, intendiamoci. Ma era tanto tempo che non si vedeva un tale controllo del mezzo cinematografico che si traduce in scenografie di grande bellezza ed una fotografia, baviana e suspirianeggiante, che contribuisce a creare ambientazioni ed atmosfere oppressive di grande fascino visivo e ottimamente caratterizzate. La storia, nonostante un andamento abbastanza lento, coinvolge e incuriosisce. Di impatto il finale anticipato da alcuni particolari che solo i più scafati coglieranno.

Nick franc 2/07/22 17:20 - 518 commenti

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Horror che paga dazio a un'eccessiva derivatività ma i suoi difetti sono quasi tutti qui: scenografia, fotografia (che alterna toni freddi a soluzioni baviane) e colonna sonora (con magnifica rilettura di "Where Is My Mind?" dei Pixies, fondamentale nella riuscita delle scene) sono curate e la direzione degli attori convincente (Cavallin e Lombardi in testa ma anche i ragazzi sono ottimi). De Feo dissemina il percorso di indizi che preludono a un riuscito finale in odore di Shyamalan, insaporisce il tutto con spruzzate di Amenábar e Fulci e firma un esordio molto promettente.
MEMORABILE: Le due esecuzioni di Samuel al piano dei Pixies con Denise che balla; La lobotomia con Rossini in sottofondo; Il rito notturno; Il finale.

Magi94 11/08/22 16:06 - 954 commenti

I gusti di Magi94

Un horror italiano apprezzabile e già questa è una buona sorpresa. I difetti ci sono: la regia è di mestiere ma abbastanza convenzionale, con qualche scelta fastidiosa (ralenti di troppo, il ballo della Francesconi che sembra uscito da uno spot pubblicitario, alcuni flashback stucchevoli che uccidono il ritmo); gli attori e i dialoghi arrivano alla sufficienza ma non oltre, e la storia è un tentativo riuscito di ripescare due o tre situazioni horror trite e ritrite e unirle in un nuovo contesto. Eppure la narrazione fila liscia, la tensione si sente e il film diverte. Promosso.

Magerehein 28/10/22 10:42 - 1005 commenti

I gusti di Magerehein

Visivamente curato e pure recitato bene (la Cavallin svetta, ma anche i più piccoli non se la cavano male), eppure c'è qualcosa che non va. Per buona parte del tempo non accade molto e talvolta si ha perciò l'impressione di trovarsi quasi di fronte a un film drammatico a tinte molto cupe (penalizzato tra l'altro da un incedere piuttosto lento e da una trama poco originale). Il finale, chiarificatore e decisamente sorprendente, alza invece il livello e smentisce i dubbi, però si fa attendere un po' troppo (ma perché la madre non ha mai avvisato il figlio in merito?). Migliorabile.
MEMORABILE: La barzelletta del cavallo e del maiale; Elettroshock a ritmo di musica classica.

Nando 13/01/23 21:39 - 3816 commenti

I gusti di Nando

Celebrata come un pellicola che riportava l'horror italico in auge, la stessa si mostra in maniera indubbiamente manierista, con ricostruzioni interne di buon livello e una cupa atmosfera sin dall'inizio. Fondamentalmente si vede un cast non propriamente eccelso con attori che recitano nel vero senso della parola, privi di interpretazione reale. Appare un po' come una copia di The village. Plauso alla Francesconi.

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Minitina80 8/02/24 19:39 - 2984 commenti

I gusti di Minitina80

Al termine della visione verrebbe da dire che si tratta di un’opera riuscita a metà. Il soggetto è un rimaneggiamento di qualcosa già visto altrove, a cui si aggiunge poco di nuovo. Ciò nonostante, l’attenzione per i dettagli e la direzione disciplinata degli attori consentono di raggiungere una discreta quadratura. Quello che manca palesemente all’appello è un ritmo incalzante, anche sporadico, capace di propinare uno status tensivo fondamentale per spezzare lo stato catatonico in cui si è immersi per tutto il tempo. Particolare che non gli consente di fare il salto definitivo.
MEMORABILE: Il finale con il “risveglio” in mezzo ai campi.
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  • Homevideo Taxius • 16/12/19 20:18
    Addetto riparazione hardware - 181 interventi
    A quanto pare molti Bluray in circolazione mostrano problemi e non partono. Se ne avete uno controllate ;-)
  • Discussione Gestarsh99 • 23/02/21 19:12
    Vice capo scrivano - 21546 interventi
    Nell'arco di quest'ultimo anno e mezzo dalla sua uscita, ho avuto modo di rivedere il film varie volte (anche in tv) e ancora non mi capacito del fatto che un horror moderno di tale confezione sia al 100% opera nostrana.
    De Feo ha imparato molto bene da maestri di varia caratura come Bava, Argento, Kubrick, Haneke, Amenabar, Shyamalan (e decine di altri)mettendo a frutto le loro lezioni estetiche, narrative e concettuali in un componimento molto personale a metà via tra algida prosa liturgica e macabra poesia barocca. Certo, il contenuto avrebbe potuto essere assai più consistente e strutturato, ma non si può avere tutto da un esordio nel lungometraggio.
    A me va più che bene, visto anche il panorama di genere italiano odierno (qualificabile con aggettivi che è meglio non riportare).

    P.S. Curiosa ma casuale la semiomonimia tra il regista Roberto De Feo e il Ronald DeFeo jr responsabile della strage familiare di Amityville avvenuta nel '74 a Long Island (e poi fonte d'ispirazione per una lunga serie di horror domestici).
  • Homevideo Buiomega71 • 12/03/22 10:38
    Consigliere - 26011 interventi
    Ottimo il dvd edito dalla Cecchi Gori

    Formato: 2.35:1
    Audio: italiano
    Sottotitoli: italiano per non udenti
    Come extra: Backstage (11 minuti dietro le quinte del film). Sul set (3 minuti di making of). Provini (tre minuti di provini sugli attori). Bloopers (tre minuti di papere sul set). Breakstage (tre minuti di effetti speciali e trucchi che riguardano lo scioccante finale del film).
    Durata effettiva: 1h, 44m e 01s

    Immagine al minuto 0.09.04.

    [img size=424]https://www.davinotti.com/images/fbfiles/images60/PDVD-257.jpg[/img]
    Ultima modifica: 12/03/22 10:52 da Zender
  • Discussione Buiomega71 • 12/03/22 14:30
    Consigliere - 26011 interventi
    Il talento di De Feo è fuori discussione (grande cura sia per la compostezza e eleganza visiva, sia per la fotografia suspiriosa, sia per gli omaggi colti e raffinati-il punto di vista di ripresa visto dalla bara con l'oblò che rende tributo al Vampyr dreyeriano-) e abilissimo a sviare sull'elemento prettamente horror, che si insinua tra The Boy e le regole di The lodgers, passando dal folk horror (il rito pagano-o satanico?- dell'uccisione della vecchia) al cinema settario di derivazione polanskiana, agli acri sapori del ghost movie (The Others), fino a lambire il "Giro di vite" e presunti patti diabolici alla Annabelle 2.

    Citare altri presunti film (soprattutto uno spagnolo dei gloriosi anni 70) sarebbe peccato mortale (e dannato spoiler), nello sterzare bruscamente fino ad un twist finale che lascia di ghiaccio, fa rimanere completamente basiti, da tanto arriva come una fucilata e sopra ogni (im)possibile e (ir)ragionevole previsione (almeno per il sottoscritto).

    Se il bravissimo ragazzino paraplegico, all'inizio, mentre gioca con il robottino, da l'impressione di un Peter Bark 2.0, il mistero di quello che sta succedendo nell'enorme e tetra magione con immenso parco annesso, avvolge subito in un aurea malsana e necrofora, in un goticheggiare sgradevole e oscuro (la madre virago, il medico sadico, la servitù assoggettata, le lobotomie su chi parla troppo, il rossetto lynchiano, l'autolesionismo a colpi di lametta di Elena, nuda, nella vasca da bagno, a tu per tu con il cinghiale nella gabbia, l'inquietante soffitta con i manichini, il lascivo guardiano criptopedofilo, la surreale e allucinata festa di compleanno, il rispettare ferreamente le regole imposte-pena assaggio di strangolamento-la musica classica, il pianoforte, la dimora vista come un Eden assoluto da soffocante campana di vetro) che infittisce il mistero e non si sa bene dove De Feo voglia andare a parare, mantenendo alta la tensione e l'atmosfera plumbea e disturbante.

    Quello che succede alla fine è una doccia gelata imprevista (e imprevedibile), ma quello che avviene dentro quella decadente e spettrale villa accanto al cimitero mette davvero i brividi (su tutti una tentata lobotomia sulle note della "Gazza ladra", con il sadismo del dottor Buster Keaton che si improvvisa grottesco e delirante direttore d'orchestra) con una mater terribilis che ondeggia tra la glacialità e la crudeltà, con governanti che si impiccano o che lasciano "villa inferno" di propria spontanea volontà e che solo un gesto semplice, come rispondere ad un telefono che squilla, comporta punizioni eccessive e insensate (almeno così sembra di primo acchito).

    Una tenera amicizia tra ragazzini che sboccia in sentimento (le sigarette, l'i-pod, la gita al laghetto, l'eccitazione del ragazzino, il fingere di non piacersi reciprocamente, il primo bacio), la danza di Denise sulle note suonate al pianoforte da Samuel (verrà ripresa con lei parzialmente lobotomizzata, macabra pantomima alla Moglie di Frankenstein-non per nulla destinata in moglie servizievole e muta al piccolo Samuel, sorta di Fabbrica delle mogli in micro), la distrazione continua di Samuel che vede Denise alla finestra mentre la madre le spiega i doveri per mantere la gigantesca tenuta, sono tutti tasselli che aumentano il coinvolgimento emotivo, in una coltre di angoscia e presunta follia istitutrice.

    Bravissimi tutti i protagonisti (menzione speciale per una gelida Cavallin e per Lombardi medico pazzo in odor di Mengele, che si definisce lui stesso un mostro, con la fissa "alexanderdelargeiana" per Beethoven) e uso delle location suggestivo e fiabesco alla fratelli Grimm, nonchè un'alienazione ambientale che sembra perduta nel tempo e nello spazio (se non fosse per le automobili o l'I-Phone potrebbero benissimo essere i primi dell'800 o un'epoca ancor più fosca e indecifrabile).

    Plauso alla Colorado Film di Gabriele Salvatores per aver creduto nel progetto, dando alla luce il talento di un autore tra i più personali e stilisticamente interessanti degli ultimi anni, in questo suo lusinghiero biglietto da visita.

    E come diceva la Dorothy del Mago di Oz, nessun posto è bello come casa mia (dopo aver assistito a quel finale raggelante, si può capire il perchè).


    Ultima modifica: 13/03/22 00:33 da Buiomega71
  • Musiche Mr.chicago • 21/03/24 09:58
    Galoppino - 16 interventi
    A parte Bach e Beethoven vorrei sottolineare la potenza del brano dei Pixies (Where is my mind, famosissimo brano rock reso ancor più tale dalla colonna sonora di Fight Club) che alterato goticamente con un sound che quasi verrebbe voglia di trasmutarlo ancor di più in chiave organistica, incanta lo spettatore e ti entra nel cervello immortalando secondo me una scena bellissima di lei che balla al suono di questa musica quasi tremante ma talmente incisiva.(tra l'altro la seconda volta che la ragazza balla su queste note il titolo della canzone acquisisce ancor di più un significato profondo)..la musica ha un ruolo chiave per De Feo e questa ne è un'altra chiara dimostrazione, dietro c'è uno studio non indifferente, ancora complimenti a lui!
    Ultima modifica: 21/03/24 14:25 da Zender