The medium - Film (2021)

Nel suo exomentary, Pisanthanakun si lancia in un corpo a corpo all'ultimo frame con gli stereotipi iconografico-modali: rende suprematista la paura e - clamoroso al Cibali! - proattivi i jumpscares scansando triti transmorfismi, ma capitombola anch'egli nel madornale paradosso foundfootagistico del... medium, appunto, che scolla dall'immersività (gli impassibili cameraman che non intervengono né scappano mai dicasi mai qualsiasi peggio accada – del resto viceversa non avremmo il film). Lo scafateo non si scompone, ma riconosce che per tutti gli altri è riflesso pilomotorio costante.

Esorcistico thai di lunghezza spropositata, macina 60 minuti di premesse familiari per poi sfarinare un'effettistica del maligno che Scary movie ti fa ciao: una pisciata sul tavolo, qualche spruzzo di vomito (nero), un barboncino bollito vivo - tutto in rigoroso paranormal activity mode. Chiude con 20 minuti di pandemia parazombica che forse era meglio Bruno Mattei. Disfunzionale la chiave del mockumentary: l'inerzia degli operatori è inverosimile e scatena l'ilarità già tenuta faticosamente a bada. Di qualche interesse antropologico il rituale. Nel filone, [Rec] rimane ancora insuperato.

Una troupe dapprima tampina un'anziana sciamana che afferma di essere "posseduta" da uno spirito benigno, poi si accoda alla nipote più giovane e avvenente vittima di uno spirito molto più inquieto... Tutti i fake-doc horror devono cercare di rendere credibile come, in situazioni di estremo pericolo, l'operatore continui a girare imperterrito: alcuni ci riescono più o meno bene, magari ricorrendo a un escamotage, altri invece falliscono come nel caso di questo film thailandese, con il rischio che l'assurdità della situazione depotenzi anche le sequenze in teoria più terrificanti.