The last breath - Film (2024)

Da aggiungersi alla lunga lista di shark-movies con relitto da esplorare, THE LAST BREATH si apre con un prologo ambientato nel 1944. La nave da guerra USS Charlotte della marina statunitense viene affondata al largo delle isole Vergini britanniche da un sottomarino nazista. L'equipaggio, finito in mare tra le fiamme, è attaccato dagli squali. Ricorda il racconto di Quint nel capolavoro di Spielberg, quello della Indianapolis, ma qui serve solo per far capire che la USS Charlotte sarà il relitto da portare alla luce. Lo farà una coppia di barcaroli ottant'anni dopo. Levi (Sands), stagionatello con la passione dell'uncinetto,...Leggi tutto la stava cercando da anni, Noah (Parr), il suo giovane compare, è quello che s'immerge e un bel giorno se la trova davanti. Che shock! Sogni di gloria e denaro per entrambi, ma intanto sono arrivati lì gli amici di Noah, compresa la sua splendida ex, Sam (Spearman), con relativo fratello pieno di soldi e star di Instagram (Arnold). Insieme a loro il mezzo fumato Logan (Carter) e la bonda Riley (Mullen).

Tutti capiscono subito che Noah sta loro nascondendo qualcosa e quello non riesce a tenere la bocca chiusa, svelando del clamoroso ritrovamento. Brett di conseguenza propone subito di andare ad esplorare il relitto; è disposto a pagare tanto, tantissimo, e alla fine il vecchio Levi, oberato dai debiti, finisce con il cedere. L'indomani i nostri partono, gettano le ancore sopra alla USS Charlotte e scendono tutti e cinque con maschere, pinne e bombole mentre Levi rimane in barca ad attenderli.

Il film di fatto finisce qui, perché il resto arriva a immaginarlo chiunque abbia un minimo di esperienza nel genere. Tra i corridoi e gli angusti spazi della nave (ancora in condizioni pressoché perfette), dopo interminabili sproloqui e scherzi tra amici, nuotate all'interno di un relitto che non offre a dire il vero alcunché di interessante, cominciano i problemi, perché inatteso fa capolino lo squalone assassino, che abbranca subito la gamba del primo sventurato del gruppo e comincia la sua caccia personale ai poveretti.

Va detto che lo sforzo di mantenere tutto in un ambito non trash o semicomico è quasi un valore aggiunto, di questi tempi, con effetti speciali modesti ma dosati con parsimonia, senza sbracare con le esagerazioni che affliggono spesso il genere. Detto questo, però, è impossibile non sottolineare l'aridità di una sceneggiatura poverissima, di un soggetto ridotto all'osso e soprattutto di una mancanza di idee che rende terribilmente tedioso il tutto. Dopo che per minuti interi si va avanti a parlare del nulla, con Noah che dice dobbiamo tornare indietro e Brett che replica ho pagato 50.000 dollari per questa visita e decido io quando si torna, non si spera altro che lo squalo giunga velocemente a porre fine allo strazio. Lo farà, certo, mentre Levi in barca si prepara le sue frittate ignaro di quanto stia accadendo sotto di lui.

Al pericolo poi si aggiunge, come sempre in questi casi, la carenza di ossigeno nelle bombole (da cui il titolo, si presume) che costringe tutti a preoccuparsi ulteriormente quanto inutilmente, visto che la tensione non sale mai. Pure il finale - non gratificato da effetti spettacolari - è stiracchiato e non proprio emozionante (tanto sappiamo benissimo tutti chi si salva e chi no). Routine squalesca, che indispone per l'incapacità di trovarvi un senso ma che magari potrà accontentare qualche fan del genere per l’apparenza relativamente professionale del tutto...

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