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VOLTI ITALIANI NEL CAST
LE LOCATION
TITOLO INSERITO IL GIORNO 2/06/07 DAL BENEMERITO IL GOBBO
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- Capolavoro assoluto (e ce ne sono pochi!):
Fedeerra, Teddy - Un film straordinario, quasi perfetto!:
Gippal, Silvia75 - Grande esempio di cinema:
Bubobubo - Davvero notevole!:
Caesars, Galbo, Domino86, Luchi78, Lou - Quello che si dice un buon film:
Giacomovie, Vstringer, Cotola, Paulaster, Nando, Enzus79 - Non male, dopotutto:
Fabbiu - Mediocre, ma con un suo perché:
Il Gobbo, Saintgifts, Capannelle, Noodles
Tre vicende di epoche diverse che hanno come filo conduttore Virginia Woolf e il suo libro Mrs. dalloway; anzi, in una delle storie (che sono intrecciate nel montaggio) la protagonista è la Woolf stessa, ormai in preda alla sua follia. Attricione a servizio di un copione che richiede un'ingente quantità di amuleti per evitare di ricorrere a più volgari scongiuri dopo già mezzora di film. In questa sarabanda di sfighe la classe delle protagoniste non basta a scacciare un tedio mortale. Le "hours" sembrano quattro.
Film molto interessante anche se sicuramente non di facilissima digeribilità. Si intrecciano storie di 3 donne appartenenti ad epoche diverse legate dal filo condottore del libro "Mrs. Dalloway" di Virginia Wolf. Bel soggetto, buona regia ed ottima interpretazione delle protagoniste ne fanno un'opera assolutamente meritevole di visione. Da segnalare anche la bellissima colonna sonora di Philip Glass.
Film sicuramente non facile ma importante per la qualità narrativa della sceneggiatura ed il grande impegno dell'ottimo cast. Una storia al femminile scomposta in tre parti che si intrecciano tra di loro, basata su una sceneggiatura mai banale, con dialoghi ben scritti ed affidata all'interpretazione di tre grandi attrici (ma c'è anche Ed Harris in un bel ruolo) in un film a volte troppo "aristocratico" e freddo ma certamente meritevole.
Mi ha lasciato perplesso: il cast è buono oggettivamente, ma in fin dei conti queste interpretazioni così sofferte di protagoniste infiltrate in situazioni estremamente drammatiche, dove il dramma è esageratamente fine a se stesso, finiscono con l'infastidire. Ciò che è davvero apprezzabile è la sceneggiatura: l'intrecciarsi delle "tristezze" avviene con colpi di scena che di certo non lasciano indifferenti; ma è tutto il contesto a non essere più di tanto digeribile, a maggior ragione se si è soliti stare alla larga dai maxi-drammi.
Sembra un puzzle junghiano di conseguenze causa-effetto che collega in modo trasversale e con la contrapposizione tra passato e presente, la vita di tre donne. Piacerà sicuramente a chi ama l'arte dello scrivere. Il soggetto del film non è semplice ed è interpretato da tre grandi attrici in modo delicato ed intimista. Tale sensazione di delicatezza è pure alimentata da una colonna sonora semplice, intensa, continua.
Film ostico, algido e intimista, squisitamente femminile, superbamente sceneggiato, molto ben diretto da Daldry e superbamente recitato dalle tre protagoniste, dove la Moore regge il confronto con il duo Streep-Kidman. Pellicola che rifiuta la definizione di prodotto di intrattenimento per porsi come sguardo colto (ma non snob) sul male di vivere al femminile: guai però a credere che sia un film "da donne", è semplicemente cinema di alto livello.
Si sa che dopo il commento bisogna assegnare i pallini, che alla fine è il giudizio in assoluto. Dopo la visione di film come questo c'è la voglia matta di assegnare 2 pallini ad essere generosi. Poi si ragiona e si dà tutto il giusto merito alla notevole classe e professionalità del lavoro dalla regia alle interpretazioni e pensi ci sono state anche 9 nominations. Poi pensi ancora che tutta questa buona roba è sprecata per un film, va benissimo scritta su un libro. Non credo si possa usare la MdP come una penna, si rischia lo stucchevole.
MEMORABILE: Unico raggio di sole, la figlia di Clarissa.
Film molto bello dove le ore scorrono lentamente (e si percepisce proprio questo lento scandirsi del tempo) e insieme a loro la tristezza e la disperazione struggente di tre donne in epoche differenti. Bravissime le tre protagoniste, una menzione particolare per come è stata resa Nicole Kidman: irriconoscibile. Pellicola che va sicuramente vista.
Tre storie, con al centro altrettanti personaggi femminili, legate dalla figura di Virginia Woolf (protagonista di uno dei tre segmenti) e dal suo romanzo Mrs. Dalloway. Di sicuro la scrittura è la qualità principale del film: lo sceneggiatore intreccia, infatti, con grande sapienza e capacità i vissuti dei vari personaggi. Anche la regia di Daldry è buona, così come le musiche di Philip Glass. Ottimo tutto il cast, con una Kidman (imbruttita) cui è stato tributato l’oscar.
Gli ingredienti sono ottimi, a cominciare dal parco attori primario e secondario (Harris, Daniels, Colette, Reilly). Un regista capace, musiche suadenti. Però è troppo verboso, la combinazione di drammi e musica pare ciclare all'infinito, non capisci dove vada a parare la Streep mentre lo sai già per la Moore (peraltro bravissima). Un progetto ambizioso, che non ha lesinato sugli sforzi ma che non è riuscito. E, calcisticamente parlando, stavolta non parliamo di Moratti.
Nicole Kidman HA RECITATO ANCHE IN...
Difficile trasposizione di un'opera letteraria molto femminile e allo stesso tempo molto drammatica. Le interpretazioni delle tre protagoniste sono di alto livello, la scrittura prevede di far viaggiare le tre storie in parallelo alternandole, ma solo dopo la metà del film si acquisisce una certa linearità. Finale altamente drammatico ma convincente. Mi è piaciuto.
Film molto strutturato e pretenzioso. Forte di un cast femminile stellare riesce a sviluppare la storia in tre epoche differenti, grazie a legami non banali. La sceneggiatura è scritta molto bene, anche se la parte romanzata prende il sopravvento. Forse è l'unico limite, dove gli adattamenti scenografici adempiono perfettamente al compito di separare il tempo e di rendere sempre livido il colore delle immagini, a tono con la disperazione delle protagoniste.
MEMORABILE: La stanza d'albergo allagata; La Kidman alla stazione.
Tre storie con un unico filo conduttore, la scrittrice inglese Woolf. Tre personalità femminili ben delineate interpretate da tre attrici di razza. Le storie si concatenano in tre spazi temporali differenti senza risultare comunque frammentarie. La lieve lentezza narrativa è però compensata da un appropriato commento musicale. Interessante.
Dallo splendido libro di Cunningham, ispirato a "Signora Dalloway" di Virginia Wolf, Daldry realizza un film intenso e particolare, lontano dai classici ritmi cinematografici. La trasposizione sullo schermo di un testo così denso di riferimenti letterari e di implicazioni intimiste si conferma impresa ardua, che comunque il regista inglese riesce ad affrontare con perizia, grazie anche alle tre grandi attrici protagoniste, capaci di recitare col cuore e di restituire appieno la condizione di tragico disagio esistenziale descritta nel testo.
Progetto ambizioso e difficile, perché difficile è voler adattare una storia a tre livelli con un libro come filo conduttore. Nicole Kidman non è la perfetta Virginia Woolf, ma riesce a dar vita a una memorabile interpretazione. Qualcosa della Virginia del Diario e delle lettere traspare, ed è abbastanza. Un film che non può non colpire o far riflettere, tra le sue differenti trame e intrecci. Ciò che più colpisce è la trasposizione visiva di sensazioni ed emozioni che solo la Letteratura può trasmettere. La soundtrack di Philip Glass è unica.
Lo sguardo ruvido e contrito di Nicole Kidman, la pantomima di finto perbenismo di Julianne Moore, la smania tormentata di Meryl Streep. Un racconto su tre donne, su tre vite, su tre epoche ma, soprattutto, su tre dolori esistenziali. Indimenticabili il pianto disperato nel bagno e l'ultimo istante di vita prima del suicidio annunciato. Leggiadro e raffinato il magnetismo registico di Daldry e monumentali le interpretazioni di tutti gli attori. Splendida (e oramai fonte d'ispirazione) la colonna sonora di Philip Glass.
Dal capolavoro di Cunningham, un film che riesce nella difficile impresa di restituire la complessità psicologica di tre figure femminili strettamente (ma inconsapevolmente) legate fra di loro. Talvolta lento - ma accelerare il ritmo avrebbe portato alla distruzione degli intenti dell'opera originaria -, è però una trasposizione di sguardi, di inquadrature, di non detti, di repressi. Tre eccellenti protagoniste, con una personalissima preferenza per la singolare figura tormentata di Laura Brown-Moore.
Tratto da un romanzo vincitore del Pulitzer. Dramma psicologico e introspettivo in cui ad un buon contenuto si associa un'apprezzabile l'interpretazione delle tre protagoniste, fra le quali Nicole Kidman (giustamente premiata con l'Oscar) si rivela essere qualche spanna sopra le altre. La storia, pur avendo degli sbalzi temporali, non fa mai scemare l'interesse e fa riflettere su tematiche anche amare.
Le tre protagoniste saranno bravissime, la confezione di pregio... ma che noia! Uno strazio lungo due ore, straparlato e privo di mordente, con un'insopportabile sequela di drammi e angosce che dopo mezz'ora di pianti e sospiri davvero non se ne può più; anche perché dopo un po' si sente puzza di dramma forzato. Le poche note positive non riescono a dare alcun fascino a una pellicola noiosissima, apprezzabile solo come esercizio di stile e poco altro. Anche la musica, troppo presente, viene presto a noia. Un'esperienza francamente evitabile. Deludente.
La storia di tre donne che vivono in epoche differenti ma che sono collegate tra di loro. Film sull'infelicità, la malattia ma anche sull'amore. Una di loro è la grande scrittrice inglese Virginia Woolf interpretata da Nicole Kidman. Bellissimo film, regia perfetta, accuratissima ricostruzione storica, splendido commento musicale di Philip Glass. Bravissimi tutti gli attori ma Meryl Streep è eccezionale. C'è anche la bella Natasha Richardson.
Stephen Daldry HA DIRETTO ANCHE...
È la storia di tre donne poste di fronte a una schiacciante frattura tra il loro presente e il loro futuro. Demonizzate dalla società, santificate dall’ego, obnubilate da un istinto primordiale paurosamente in bilico tra la vita e la morte. Finora il miglior film di Stephen Daldry, quanto più agganciato all’accuratezza della letteratura, tanto più sovrano di gareggiare con il mezzo cinema. Incredibile la bravura del cast, con una Kidman in un delirio emozionale senza pari.
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- Disponibile in edizione Blu-Ray Disc dal 07/12/2011 per Miramax/Eagle Pictures:
- Daldry (Billy Elliot, The reader) si riconferma autore delicato e pacato, dotato di tatto e sensibilità.
Il film, in pratica, non appartiene a nessun genere (è fatto di connessioni tra tempi e persone); notevoli attori e attrici (Harris l'ho sempre adorato, bene la Kidman con protesi annessa).
Che dire, coraggioso realizzare un lungometraggio così intimo e sincero, sia a Hollywood, sia per un pubblico per lo più mainstream e non necessariamente di palato ricercato (o che semplciemente non ha voglia di vedere un film del genere).
L'autore ha comunque saputo ritrarre le tre donne con un piglio che nulla ha da invidiare all'Allen delle sue opere migliori.
Notevole cura tecnica, ottime musiche.
L'ho apprezzato; buono, buono, buono.
Capisco che non tutti apprezzino; i dialoghi e le situazioni non sono abbordabilissime.Ultima modifica: 27/12/16 04:08 da Raremirko
