The greasy strangler - Film (2016)

Surreale horror comedy in cui padre e figlio si contendono l'amore di una donna, mentre in città un killer miete vittime. Ben poco sembra avere senso logico nel mondo creato da Hosking, in cui tutto risponde alle esigenze del grottesco. Parole, situazioni ripetute all'infinito - la sequenza dell'autolavaggio - creano momenti esilaranti di genuino nonsense in un rincorrersi di spunti sempre più lontani dall'ordinario. Non un capolavoro, ma di sicuro un oggetto bizzarro e splendidamente realizzato che chiunque dovrebbe vedere per lasciarsi un po' andare all'assurdo.

Scorrettissimo e scurrile, come se John Waters fosse stato assunto in rosticceria: unto e disgustoso, funziona discretamente fino a che la ripetizione, anche verbale, delle gag diventa oscenamente ossessiva e quando anche quel poco di orrore viene immerso nella sugna, diventa palese che non bastano i sessi finti degli attori (St. Michaels buca lo schermo, la De Razzo è coraggiosa) a portare il film in porto. A lambiccarsi si intuisce una riflessione sulla deformità del ruolo paterno, con i troppi peti a coprirne però l’odore. Tanto cacio, ma i maccheroni dove sono?

Di cosa parliamo quando parliamo di qualcosa che va grassa; della gatta che va al lardo; del grasso che cola: di sudicie amare brodose acque, di un crasso festival di impulsi e istinti fuori controllo, di un impossibile principio ordinatore morale come estetico dove non si sa chi rappresenta non si sa cosa, di un gloria al padre febbricitante il sabato sera. Grasso è bello? Grossi dubbi, quando trash e weird sono troppo consapevoli e compiaciuti di sé e del proprio potenziale psicotronico-epaterale e fanno del loro strapuntino un piedistallo (foraggiano Ben Wheatley e Elijah Wood!).