The five - Serie TV (2016)

La prima serie che rivela al mondo della televisione il talento per il giallo di Harlan Coben, già romanziere di grande successo, ha un unico, grande difetto: dura troppo. Dieci puntate di circa trequarti d'ora ciascuna per risolvere il caso della scomparsa del piccolo Jesse Wells vogliono dire diluire oltremodo una storia che non ha ancora la complessità e la stratificazione eccellente che troveremo in molte delle successive. Perché qui, per quanto non manchino ovviamente gli intrecci diabolici che legano tra loro quasi tutti i personaggi presenti, la carne al fuoco è meno del previsto, cosa che costringe, verso la metà, a perdersi in divagazioni oltremodo sfibranti...Leggi tutto e che in verità poco aggiungono alla risoluzione di ciò a cui tutto tende fin dall'inizio. Nel prologo ambientato nel 1995, infatti, è già contenuto il succo dell'enigma: quattro amici (tre maschi e una femmina) salutano nel bosco il fratello piccolo di uno di loro senza preoccuparsi di riaccompagnarlo a casa, dove infatti Jesse non tornerà. Ecco che quindi, dopo la prima scena, abbiamo già quella sparizione che nelle storie di Koben rappresenta la base da cui ogni mistero si diparte. Che fine ha fatto Jesse?

Nel ritorno al presente i quattro amici si ritrovano dopo molto tempo perché Danny (Fagbenle), diventato detective in polizia, ha scoperto che sul teatro dell'omicidio di una escort ci sono tracce del DNA di... Jesse (presente in archivio in quanto persona scomparsa)! Com'è possibile? C'è di che impazzire, e alla cosa non sanno dare una spiegazione né suo fratello Mark (Cullen), oggi avvocato, né Slade (Ingleby), che gestisce un centro di aiuto per senzatetto, né Pru (Solemani), che lavora come dottoressa in una clinica privata. Si affiancheranno tutti a Danny nelle indagini andando a scoprire lentamente le tante sorprese nascoste tra le pieghe della vicenda, mentre a fianco di una nuova vittima verranno nuovamente trovate tracce del DNA di Jessie. E' indubbio che lo spunto intrighi, perché chiunque vorrà sapere se il piccolo Jesse venne davvero rapito dal maniaco che bazzicava nel bosco (Serbedzija) e che dice di averlo effettivamente fatto, o no.

Al solito ogni facile conclusione è bandita e le sfaccettature della verità emergeranno una dopo l'altra passando per false piste, inganni, altro sangue... Far tornare ogni particolare non era facile ma è da sempre una delle qualità degli scritti di Koben, che non tralasciano nulla e si preoccupano di dare una spiegazione ad ogni interrogativo. La serie, profondamente inglese (siamo a Liverpool), mostra l'alto livello raggiunto dai prodotti televisivi di oggi: fotografia eccellente, cast ben diretto, una straordinaria attenzione alle musiche...

Come detto, quello che penalizza l'ottimo lavoro degli autori è soprattutto l'aver voluto lasciare spazio a troppe aggiunte che spesso non vengono sintetizzate come avrebbero meritato. Considerata l'attenzione necessaria a memorizzare decine di nomi ed eventi, sarebbe stato davvero utile sfrondare di molto particolarmente le puntate centrali. Adattandosi a subire minuti in eccesso si può comunque godere di un intreccio molto ben studiato e che continua a ruotare intorno alla scomparsa di Jesse pur portandoci a conoscere i tanti personaggi che interagiranno. La formula di Coben è già quella che ritroveremo nelle tante altre serie tratte dai suoi romanzi, semplicemente ancora da affinare. La costruzione dell'ultima puntata è tuttavia esemplare e chiude senza fronzoli o inutili epiloghi posticci, a dimostrazione di un lavoro di scrittura superiore alla media.

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