La storia americana è ricca di serial-killer all'apparenza perfettamente inseriti nel tessuto sociale; in questo film un ottimo McDermott interpreta un personaggio alla Gacy/Bundy, casualmente scoperto nelle malefatte dal figlio (il convincente Plummer). Una sorta di crossover tra il classico The stepfather e il recente Summer of 84, punta però su uno svolgimento slow-burn da dramma autoriale piuttosto che su elementi tipicamente thriller o di stampo '80s, risultando più realistico della media ed esaminando con cura le dinamiche padre/figlio.
E se l'integerrimo babboyscout tutto chiesa patria e famiglia fosse un serial killer? Essere figli di qualcuno significa dovergli tutto a prescindere? Banalità del male o male della banalità? Lasciando galleggianti per aria le risposte fino a un inatteso finale, il film è più drammaturgicamente interessante (specie quando cala il jolly-drama del “io so che tu sai che io so”) che tensivamente azzeccato nelle sue stropicciate vestigia thrilleroidi e soffre acutamente dii una totale mancanza di brio e di quella perversione coca-zero che tipizza le più imbambolate produzioni pomeridiane.
Dylan McDermott ne è perfetto emblema: rassicurante e misterioso quando la porta accanto è ancora schiusa, complesso e convicente in quella parte centrale molto recitata che dovrebbe fare da ponte e invece risulta il più solido pilastro, determinato ma quasi frenato quando l’attesa dovrebbe rompere i vincoli e scatenare la bestia. Dipende forse anche dalle nostre aspettative, schiave dell’abitudine e qui spiazzate da conduzione e scopo diversi. Buono il finale, anche in parte inatteso, e altrettanto la scelta di musicare al minimo lo spartito narrativo. Tre pallini al fotofinish.
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DiscussioneDaniela • 27/11/18 21:40 Gran Burattinaio - 5928 interventi
x Herr
ammesso che si tratta nel complesso di un film dignitoso e riconosciuta la buona prova dell'ex manzo McDermott, non mi ha convinto la sceneggiatura troppo didascalica unita ad una messa in scena para-televisiva nel senso più convenzionale del termine ed un ritmo latitante che azzera la tensione (vedi la scena del sequestro).
SPOILER
in particolare, la scelta di far intuire fin dall'inizio l'identità del killer seriale andava gestita a mio parere con maggior ambiguità: mentre il giovane protagonista è roso dai dubbi, lo spettatore non è mai portato a dubitare: la falsa pista dello zio invalido che poteva servire a confondere le acque viene buttata lì senza alcuna convinzione - questo senza tener conto di altre incongruenze sparse, tipo il fatto che tutte le vittime sono state incaprettate con nodi di tipo particolare, oppure il tizio che tali nodi insegna a farli non pare essere mai stato neppure sfiorato dalle indagini, anche se i delitti sono avvenuti in un piccolo paese di provincia dove tutti conoscono tutti.
FINE SPOILER
insomma, certo c'è molto di peggio in giro ma il bicchiere mi sembra più mezzo vuoto che mezzo pieno
Capisco le tue perplessità Daniela, anche se credo che il regista volesse perlopiù basare il film sull'aspetto psicologico tra padre/figlio e famiglia; e alla fine a me è piaciuta la vena drammatica e il messaggio di fondo del finale, quasi a voler essere una storia formativa col ragazzo che passa suo malgrado all'età adulta.
Riguardo all'ambiguità, in effetti è stata gestita meglio dal similare Summer of 84 (che se non hai visto ti consiglio); comunque in entrambi i casi, forse per l'ambientazione nella bigotta provincia Usa - e per i ragazzini che si scontrano con gli orrori che vi si nascondono - mi hanno riportato alla mente certe atmosfere kinghiane. In questo senso, penso che alcuni dettagli prettamente legati alla verosimiglianza delle cose (indagini, sospetti) siano stati un po' tralasciati a favore della storia formativa, dato che il protagonista di base non è tanto il killer quanto il ragazzo e il film è di fatto più un dramma che un thriller/horror.
DiscussioneBrainiac • 28/11/18 13:46 Call center Davinotti - 1465 interventi
Herrkinski ebbe a dire: forse per l'ambientazione nella bigotta provincia Usa - e per i ragazzini che si scontrano con gli orrori che vi si nascondono - mi hanno riportato alla mente certe atmosfere kinghiane E ci credo è un plagio di An Ideal Husband del buon Sthephenone!
Tra l'altro anche quello un piccolo buon thriller. Mi sono piaciucchiati entrambi al fin della fiera. Non è affatto originale ma l'idea dell'uomo-medio con le foto di bondage ultraestremo appizzate nel garage è sempre creepy.
DiscussioneDaniela • 28/11/18 19:42 Gran Burattinaio - 5928 interventi
è vero, una certa atmosfera kinghiana c'è (la trama ricorda palesemente A good mariage, che ha avuto purtroppo una trasposizione cinematografica mediocre). Il film è dignitoso ma, ripeto, a mio parere non sfrutta adeguatamente le potenzialità offerte dal soggetto e anche dalla buona prova di McDermott.
PS: Brainiac, riguardo An Ideal Husband: con quel titolo io conosco solo la commedia di Oscar Wilde, non ho trovato in rete un romanzo o racconto di King. Intendevi forse A good mariage?
Brainiac ebbe a dire: Herrkinski ebbe a dire: forse per l'ambientazione nella bigotta provincia Usa - e per i ragazzini che si scontrano con gli orrori che vi si nascondono - mi hanno riportato alla mente certe atmosfere kinghiane E ci credo è un plagio di An Ideal Husband del buon Sthephenone!
Tra l'altro anche quello un piccolo buon thriller. Mi sono piaciucchiati entrambi al fin della fiera. Non è affatto originale ma l'idea dell'uomo-medio con le foto di bondage ultraestremo appizzate nel garage è sempre creepy. Ah ecco haha, l'atmosfera era un po' troppo kinghiana in effetti... Non conosco però l'opera di riferimento, anche se sul titolo forse ha ragione Daniela (A Good Marriage).
Daniela ebbe a dire: Il film è dignitoso ma, ripeto, a mio parere non sfrutta adeguatamente le potenzialità offerte dal soggetto e anche dalla buona prova di McDermott.
Sì, si poteva fare anche di meglio, però alla tripalla considerando vari fattori ci sono arrivato senza troppi problemi. Mi sembra tutto sommato un prodotto che non eccelle ma comunque buono.
DiscussioneBrainiac • 28/11/18 21:33 Call center Davinotti - 1465 interventi
Daniela ebbe a dire: è vero, una certa atmosfera kinghiana c'è (la trama ricorda palesemente A good mariage, che ha avuto purtroppo una trasposizione cinematografica mediocre). Il film è dignitoso ma, ripeto, a mio parere non sfrutta adeguatamente le potenzialità offerte dal soggetto e anche dalla buona prova di McDermott.
PS: Brainiac, riguardo An Ideal Husband: con quel titolo io conosco solo la commedia di Oscar Wilde, non ho trovato in rete un romanzo o racconto di King. Intendevi forse A good mariage? Sì Herr e Daniela, è come dite voi! Mi ricordavo una cosa tipo "un marito ideale" e l'ho googlato insieme a "king". Su cosa sia ora "An ideal husband" che mi ha trovato il motore di ricerca ho paura di indagare!
;-)
DiscussioneDaniela • 29/11/18 13:15 Gran Burattinaio - 5928 interventi
"An ideal husband" è una commedia di Oscar Wilde, garbatamente pungente, che ha avuto anche due o tre trasposizioni cinematografiche, la più recente con Rupert Everett indomabile single infin domato: Stephen King non ci azzecca manco di striscio ;o)
ammesso che si tratta nel complesso di un film dignitoso e riconosciuta la buona prova dell'ex manzo McDermott, non mi ha convinto la sceneggiatura troppo didascalica unita ad una messa in scena para-televisiva nel senso più convenzionale del termine ed un ritmo latitante che azzera la tensione (vedi la scena del sequestro).
SPOILER
in particolare, la scelta di far intuire fin dall'inizio l'identità del killer seriale andava gestita a mio parere con maggior ambiguità: mentre il giovane protagonista è roso dai dubbi, lo spettatore non è mai portato a dubitare: la falsa pista dello zio invalido che poteva servire a confondere le acque viene buttata lì senza alcuna convinzione - questo senza tener conto di altre incongruenze sparse, tipo il fatto che tutte le vittime sono state incaprettate con nodi di tipo particolare, oppure il tizio che tali nodi insegna a farli non pare essere mai stato neppure sfiorato dalle indagini, anche se i delitti sono avvenuti in un piccolo paese di provincia dove tutti conoscono tutti.
FINE SPOILER
insomma, certo c'è molto di peggio in giro ma il bicchiere mi sembra più mezzo vuoto che mezzo pieno
pienamente d'accordo su tutto. non che ci sia da disperarsi ma in altre mani sarebbe stato una più che discreta bombetta. ma coi sarebbe potrebbe dovrebbe non si fa il cinema, e così come è di mani ci mangiamo le nostre. anche se l'architrave è buona.