The binding - Film (2016)

Un pastore sostiene che Dio gli appaia ogni notte ordinandogli di sacrificare la sua stessa figlia, evitando così l'Apocalisse; sua moglie tenterà di tutto per fronteggiare i deliri mistici. Pur condividendo temi e stilemi da horror religioso (voci demoniache, incisi esorcistici), il film di Krieger si rifà in pieno alle (lente) movenze di un dramma psicologico, ma sopprime in mari di dialoghi e nella freddezza para-televisiva della confezione qualsiasi scintilla tensiva. Si giunge così annoiati al finale che il twist in chiusura, seppur derivativo e telefonato, coglie di sorpresa.

Quello che in Second name era il principio fondamentale di una setta, qui è la visione di un pastore che cade in trance e ha visioni di Dio: la richiesta del sacrificio del figlio (come per Abramo) che in questo caso eviterebbe la fine del mondo. Pellicola non così entusiasmante ma che comunque ha qualcosa di interessante, come il fatto di tenere lo spettatore sul filo dell'ambiguità fino alla fine: vere visioni, deliri, possessione, malattia mentale? Buone anche alcune caratterizzazioni e gli aneddoti del pastore più anziano o dello psicologo. Guardabile ma poteva dare di più.

Nel cuore della notte un pastore riceve la chiamata del Signore che gli lascia un messaggio con un compito che deve eseguire per il bene dell'intera umanità. Da lì in avanti la vita della sua famiglia subirà un brusco cambiamento. Horror che deve il suo appeal alla sensazione di dubbio che rimane sino alla fine sulla natura delle visioni del protagonista che sono sempre a metà strada tra la possessione demoniaca e il disturbo schizofrenico. Il film, nonostante abbia un taglio di tipo televisivo e un budget risicato, riesce a catturare lo spettatore fino al sorprendente finale.