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Titolo originale: The Beast Pageant
Anno: 2010
Genere: fantastico (colore)
Regia: Albert Birney, Jon Moses
LE LOCATION
TITOLO INSERITO IL GIORNO 18/01/22 DAL BENEMERITO SCHRAMM
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Il weird-junker non potrebbe ghermire migliore selvaggina per le proprie fauci. Bimey e Moses, infaticabili zelatori dell'estetica come teurgia, intonano un troparion a quella bellezza a bagnomaria nella segale cornuta dove lisergia e liturgia, pop culture e arcaismo, robotica e teriomorfie fanno assemblea condominiale in una cuspide cine-zodiacale Jan-David . Malauguratamente, la seconda parte mette vieppiù in chiaro il codificato segnale dove topo di città e topo di campagna fanno wrestling, rischiando il paternalismo da pubblicità progresso, ma il massaggio scavalca il messaggio.
La lista dei titoli che provano quanto sia ininfluente un budget considerevole quando si sa padroneggiare uno stile e si ha creatività da vendere, trova nell'opera prima di Birney e Moses un prezioso componente. Mixando Lynch, Tsukamoto, Švankmajer, Gilliam e persino i Beatles (spettacolari le parentesi musicali affidate ai balletti di vegetali umanoidi), il duo di artisti conduce il frustrato protagonista nella Wonderland in bianco e nero più variopinta che si possa concepire. Un trip di plastica, colla e cartapesta che sorprende, diverte e a tratti inquieta. Ottimo commento sonoro.
MEMORABILE: "Tuna" e gli spazzolini doppi e quadrupli; La fabbrica di pesci; La macchina che bacia e carezza; Il ballo degli omini nudi; Il mega-seno partoriente.
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- ed ecco un più o meno lontano parente di saint-bernard, davvero fuorissimo andante con moto ondoso forza 10, una sorta di partita a scarabeo tra swankmajer e lynch al grido di lisergia portami via.
visionarietà a tutto esploso birrificio in questa prima e purtroppo finora ultima prova di due pazzoidi che si spera tornino a colpire e affondare presto.
unico neo (bello grosso per chi scrive) che lo allontana di un pallino dal penta pieno, il messaggio filo-ambientalista che impugna il megafono una volta di troppo (la cantilena natura vs cultura, per lodevolissima che sia, sta un po' schiantando i cabasisi), come di troppo sono anche le incursioni canterine che via via sembrano più parentesi allunga-metraggio che armi drammaturgiche funzionali all'insieme. ciò detto, una delle più belle batoste psicotrope esperite a cavallo tra l'anno uscente e quello entrante che ogni amante del cinema visionario con la v per viennetta maiuscola dovrebbe concedersi senza meno e quanto prima. lo spettatore più illuminista e bisognoso di una codificabile narrazione può invece tranquillamente scansarsi. - Stuzzicante...
- E anche questo, finisce nella lista dei desideri.
- Ovviamente me lo appunto subito!
- Segnatissimo anche questo!
