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TITOLO INSERITO IL GIORNO 7/03/20 DAL BENEMERITO HERRKINSKI
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Herrkinski 7/03/20 15:32 - 8109 commenti

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Dramma a sfondo psicologico che usa il tema del picacismo in una donna incinta come mezzo per affrontare temi d'attualità come il patriarcato, le differenze di classe e l'aborto; un film al femminile ma non necessariamente femminista, in quanto affronta più un disagio sociale invece che fare una propaganda sterile e fine a sè stessa. Brava e molto espressiva la protagonista, ben tratteggiati i personaggi di contorno, luminosa e patinata la fotografia; il finale farà discutere ma il film resta un lavoro anomalo, dal potenziale interessante.
MEMORABILE: Il confronto col padre; Il finale.

Daniela 8/12/20 23:27 - 12662 commenti

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"Fai ogni giorno qualcosa di inaspettato": una pesciolina che vive in un lussuoso acquario segue il consiglio ed inizia ad inghiottire biglie, chiodi, pile... Thriller psicologico molto intrigante nella prima parte quanto i motivi che spingono la giovane donna incinta ad azioni tanto autolesionistiche restano affidate all'immaginazione dello spettatore, perde un poco di fascino quando si passa alle motivazioni d'ordine familiare ma si risolleva nell'epilogo, coraggioso anche se forse semplicistico come risoluzione della crisi. Film originale, confezione elegante, brava Bennett.    
MEMORABILE: L'infermiere siriano, dall'aspetto da buttafuori ma dall'animo più sensibile di quelli che l'hanno assunto. 

Kinodrop 12/12/20 18:16 - 2948 commenti

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Per conquistare l'attenzione degli altri e un ruolo meno passivo all'interno della ricca famiglia del marito, Hunter da poco incinta comincia a ingoiare oggetti sempre più pericolosi. Un dramma psicolgico tirato molto per le lunghe col miraggio di capire le ragioni di questa compulsione (i soliti traumi genitoriali) e trattato asetticamente e senza il supporto di figure di riferimento credibili. Non giova a niente lo sfarzo della location e la profusione di design e anche la velata critica sociale resta sullo sfondo senza incidere. Esordio pretenzioso e privo di mordente.
MEMORABILE: Le sorprese dell'ecografia; L'inutile barbuto infermiere; La decisione nel finale.

Bubobubo 4/01/21 12:02 - 1847 commenti

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La commessa Hunter (una Bennett lawrenciana) viene "salvata" dalla facoltosa famiglia dell'insopportabile Richie (Stowell), che ne fa regina e prigioniera di una casa iperlussuosa. Costretta ad un ruolo di perenne passività, la ragazza comincia a sviluppare un'ossessione per l'ingestione di oggetti non commestibili... Anche senza lavorare di fino sui dettagli psicanalitici, l'utilizzo metaforico che Mirabella-Davis fa del picacismo in chiave anti-patriarcale e anti-classista non presenta alcuna ombra. Il rischio, tuttavia, è che sulla lunga durata il gioco tenda a logorarsi.
MEMORABILE: Il finale, che sembra scritto apposta per polarizzare e far discutere.

Zampanò 5/01/21 16:08 - 381 commenti

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Conosce i dogma di Haneke e Lanthimos l'esordiente Mirabella-Davis (da tenere d'occhio): l'estetica igienizzata infuoca la voglia matta di degradazione. Tutto è sulle spalle anzi nella bocca di un'eccellente Bennett, burrosa e triste, compressa dalla macchina da presa. In un lager di vetro e calma piatta ogni singola inquadratura è un focus feticista; la lotta di Hunter è ìmpari contro i congiunti e gli oggetti, toccati da un'ulcera metafisica. Si rotola nel precipizio senza salti logici benché il passato traumatico sia argomento fragile. Evacuatorio in ogni senso il finale.
MEMORABILE: La prima punessa ingoiata; La telefonata di Hunter alla madre.

Giùan 11/08/21 16:37 - 4559 commenti

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L'impressione, peraltro in gran parte comprensibile e dunque perdonabile, è che l'esordiente Mirabella-Davis non sia in grado di governare con appropriato equilibrio filmico una trama e una tessitura eminentemente fassbinderiani. In effetti a una prima parte di un naturalismo dai barlumi perturbanti fa seguito una invero fastidiosa urgenza di spiegare perché la Bennett (dal fatidico phisique di rôle) ingoi ogni amaro boccone, allontanandoci dal nucleo misterico del film. Piutttosto buona tuttavia la resa scenografica e indovinati i personaggi della suocera e del "badante" siriano.

Schramm 26/01/22 20:08 - 3495 commenti

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È lo schermo-specchio il primo a deglutirci: non siamo forse noi (gli) Hunter, i predoni preda del rappresentabile? Non siamo noi gli ingordi patologici di immagini, gli insaziati picadores del vedere che tutto devono metabolizzare e fanno indigestione della qualunque purché sia e pazienza se non è nutritiva, vi siamo intolleranti o è tossica? Sarà perciò che interprete (una Bennett perforante meritevole ogni possibile premio) e rigoglioso taglio estetico finiscono con l'inghiottirsi a vicenda, mentre noi deglutiamo noi stessi. Meta-thriller autoptico di bivalve lettura, che ubriaca.

Enzus79 22/05/22 21:25 - 2895 commenti

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Thriller psicologico di tutto rispetto. Il picacismo è il soggetto di questa storia: una donna, forse per noia o per il suo passato "traumatico", si ciba di prodotti tutt'altro che salutari. Carlo Miralbella-Davis riesce nello scopo di non far scemare mai il coinvolgimento. Il film non è un capolavoro, ma sa creare molti spunti di riflessione. Haley Bennett più che brava, regia davvero convincente.

Cotola 5/04/24 19:18 - 9043 commenti

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La prima parte è la più interessante: la tensione narrativa è quella giusta e cresce bene. Quando però si arriva al dunque, a circa metà, le risposte sono piuttosto banali. Ma come riempire l'altra metà del film? In modo troppo semplice e senza particolari guizzi. Il risultato però non è certo negativo e non ci si annoia mai, il che non guasta, grazie anche a una durata contenuta. Riuscito in toto invece da un punto di vista visivo, pur senza meraviglie particolari. Tra i personaggi il più interessante è l'infermiere siriano su cui aleggia un interessante non detto.

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