Susanna tutta panna - Film (1957)

Classica commedia degli equivoci con situazioni talvolta tirate un po’ troppo per le lunghe, ma rese comunque piacevoli dalla classe dei grandissimi interpreti: da Manfredi ad Agus, da Carotenuto a Furia, da Tedeschi alla Facchetti, da Ferrari alla Mondani, alla Valori, a Pisu… In un cameo c’è pure l’aiuto regista Lucio Fulci. La prosperosa Allasio è brillante, spigliata ed erotica come una Marilyn Monroe nostrana.

Forse il filmetto più simpatico e divertente fra quelli interpretati dalla "Marilyn Monroe de noarti", al secolo Marisa Allasio (qui doppiata da Adriana Asti). Spassosi i siparietti comici, animati dai numerosi, strepitosi attori e attrici del nostro cinema coinvolti nell'operazione, fra i quali ricordo uno spassoso Alberto Bonucci (mai rimpianto abbastanza), Gianrico Tedeschi, Bice Valori, la Mondaini, Manfredi, Paolo Ferrari, la Campori, Carotenuto, Agus. Indovinata l'ambientazione "milanese".

Notevole farsa diretta da Steno con grande brio. Le idee divertenti, nella sceneggiatura di Vittorio Metz e Marcello Marchesi, non mancano di certo: dal tassista sconvolto dalle grazie della Allasio (e ti credo) ai baraccati in realtà ricchissimi perché gestiscono il racket dell'accattonaggio (forse il pezzo più divertente in assoluto, con un Memmo Carotenuto strepitoso). Cast stellare come spesso accadeva in quegli anni, naturalmente. Rimane il rimpianto che la radiosa Marisa Allasio abbia abbandonato le scene troppo presto, dopo il suo matrimonio con un bietolone dal sangue blu.

Steno gira un frizzante vaudeville ricco di gag, dal ritmo che diventa, nel finale “shakespeariano”, scatenato e dileggiante. "Star" del film è una ghiotta torta chiamata "Susanna tutta panna", che è anche il nome della pasticciera interpretata da Marisa Allasio. Il corpo esplosivo dell’Allasio è dinamite pura e va governato con somma cautela ma Steno ci riesce alla grande con la soffice schiuma del bagno e con un ingegnoso allestimento scenico di tapparelle, asciugamani, tappeti, separé e porte girevoli... Il pudore è salvo ma anche la malizia più allusiva.

Commedia a sketch, un po' sfilacciata e altalenante nel ritmo ma godibile, principalmente per il cast di gran classe in cui si distinguono i fratelli Carotenuto (Memmo eccezionale finto povero) e il giovane Manfredi. La Allasio è una buona protagonista e la sua procacità sembra quasi anticipare le commedie sexy degli anni settanta.

Una simpatica (e procace) Marisa Allasio è la protagonista di questa semplice commediola degli equivoci abbastanza ritmata e ricca di sketch non sempre riusciti. Attorno a lei ruota un numero considerevole di grandi caratteristi di quegli anni che rallegrano la vicenda nei limiti del possibile. Disimpegno totale.

Visto 69 anni dopo, come succede a me, è un'altra cosa, ma le curve di Marisa Allasio, della quale mi pregio di essere conterraneo, non tramontano mai. La rima con Susanna (che la Bibbia vuole casta, come la Nostra vuole essere) è rimasta nella memoria collettiva, grazie a un filmetto che ebbe successo, vuoi per le citate curve (e l'esposizione di pelle e anatomie che premono sotto il lieve tessuto, tanto che sembra di sentirne il profumo), vuoi per l'effervescenza pompata a suon di attori. I tempi sono molto cambiati, ma si può rivedere.

La ricetta segreta di una torta è fonte di equivoci. Commedia sullo spionaggio industriale da un lato e sentimentale dall'altro. Piuttosto puerile la classica gelosia prematrimoniale e il nascondiglio del biglietto nella torta. La trama vive di sketch separati: ottimi i finti poveri e discreta la fase a teatro; la tentata rapina e altre gelosie sono forzate a dir poco. La Allasio dimostra la sua prorompente fisicità con allusioni da buco della serratura.