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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

In spregio a quella sorta di regola non scritta che richiederebbe, per dar vita all'ennesimo shark movie, almeno un'idea nuova, OZARK SHARKS ambienta nella zona delle Ozark mountain (meridione degli Stati Uniti) un vuoto clone figlio di un sottogenere ormai inflazionatissimo. Qui gli squali si muovono nel fiume – con soggettive curiose dominate dal giallo delle acque paludose e contestuale ricorso a immagini di repertorio - andando a rubare il mestiere ai piranha, che in ambienti simili (ma ad altre latitudini) avevano già offerto buoni spunti. Tutto avviene il giorno della locale festa pirotecnica da svolgersi sul fiume, con previsti fuochi d'artificio, tricche tracche, imbarcazioni a remi, gonfiabili...Leggi tutto e tende da campeggio. Ad arrivare lì una famigliola composta da madre, padre, due figli e simpatica nonna (destinata a finire decapitata al volo da uno squalo appena se ne scende a guadare). A questi si aggiungeranno poi la giovane, pettoruta ragazza unica superstite del primo attacco, il boyfriend cretino della figlia e soprattutto un venditore di articoli da pesca con la fissa per le armi (Murphy), modellato in parte sul Michael Gross dei TREMORS e che dovrebbe forse dare una marcia in più al film. Non sarà così, visto che il borioso amico non farà altro che dare istruzioni sulle sue armi, coccolarsi la sua “Big Betty” (un grosso fucile artigianale sparatutto) e sputare banalità in sequenza. Come tutti d'altronde, visto che la sceneggiatura si tiene ben lontana dalla decenza e lascia alla regia l'incombenza di rendere per quanto possibile interessante il film. Un vero problema, dal momento che chi conosce il genere non troverà nulla di sfizioso o di originale e che i soliti squali salterini che decapitano e azzannano al volo ormai non impressionano più nessuno (anche perché plastificati dalla solita computer graphic che li rende tutti uguali). Se ci aggiungiamo un parco attori deprimente (particolarmente insopportabile il ragazzo che deve infilare a forza battute sceme), incongruenze a iosa, personaggi inutili quanto scioccamente pigri (lo sceriffo che fa le parole crociate in ufficio) e dialoghi da far cadere le braccia non si capisce proprio cosa poter salvare... Gli unici sussulti arrivano da uno squalo a cui viene cacciato in bocca un fuoco artificiale e che si blocca appoggiato al pontile cominciando a sparare luminarie come un cannone di capodanno (idea in parte ripresa nel ridicolo finale) e da quella che possiamo probabilmente definire la morte più idiota sperimentata nel genere: ucciso da denti di squalo sparati da un tritatutto in cui viene fatto passare un pescecane intero... Insomma, siamo quasi dalle parti della parodia, come capita sempre più spesso in questi casi, ma dal momento che non bastano cinque o sei scempiaggini per poter soddisfare chi cerca di farsi due risate, SUMMER SHARK ATTACK può dirsi un fallimento su tutta la linea...

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 1/01/17 DAL DAVINOTTI
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