Una famiglia americana - altamente disfunzionale - gestisce un impero dei media. La serie è un inedito ed efficacissimo mix di satira (produttori esecutivi: Adam McKay e Will Ferrell) e dramma familiare, stilisticamente ancorato ad un effetto-realismo fatto di zoom (dosato con cura) e camera a mano, amplificato dall'incredibile bravura di ogni singolo componente del cast e fortemente incentrato su temi attuali. Praticamente niente, qui, è lasciato al caso, e questa ennesima eccellente produzione targata HBO si appresta ad ascendere nell'Olimpo della serialità "televisiva".
Un vecchio magnate fiaccato dalla malattia, un impero nel campo dei media e dell'intrattenimento tra i più potenti al mondo, quattro figli sempre vissuti nell'ombra paterna ansiosi di farsi strada... Può sembrare lo spunto per una nuova versione di re Lear e invece il riferimento è a Cronos, il dio che divora i suoi figli non volendo esserne soppiantato. Formidabile mix di toni tra dramma e satira, una serie tv di algida perfezione: sceneggiatura calibratissima con dialoghi taglienti, messa in scena curata in ogni aspetto, attori validi ben calati nei rispettivi ruoli.
MEMORABILE: Greg, il cugino povero; La scommessa da 1 milione di dollari; Il pranzo del Ringraziamento.
Un potentissimo uomo d'affari e padre despota, dopo un'improvvisa malattia dovrà riprendere le fila del suo impero economico e difenderlo dai figli altrettanto protervi ma incapaci. Serie tv sul mondo del network televisivo e sulle dinamiche di una famiglia sfacciatamente ricca e "squaliforme", che stupisce per densità di situazioni e per lo spessore psicologico dei personaggi, che si muovono in uno scenario costruito con ricchezza di mezzi e con sapiente cura dei dettagli e delle interazioni umane. Tanto veleno, tanto sarcasmo e tanta tensione per le continue svolte narrative.
MEMORABILE: L'inaspettata guarigione; La riunione per sfiduciare il padre; La matrigna; La festa di matrimonio tra problemi e colpi bassi.
Per qualità, uno dei caposaldi tra le serie tv degli ultimi decenni. Succession parla di ricchezza e di legami (di sangue e non) in una famiglia disfunzionale dominata da un patriarca che distrugge periodicamente i suoi figli. Non c'è spazio per i sentimenti ma solo per il denaro, l'avidità e la brama del potere. Dialoghi che in alcune puntate sfiorano il capolavoro di scrittura, scenari che trasudano potere e opulenza e un gruppo di attori in stato di grazia, a partire dal grande capo Brian Cox, leone mai domo sempre al centro della scena, anche quando non compare. Da non perdere.
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CuriositàDaniela • 12/07/22 21:56 Gran Burattinaio - 5941 interventi
25 candidature per Succession agli Emmy 2022, tra cui ben sette riservate al cast nelle seguenti categorie relative alle serie drammatiche; migliore attore protagonista: Brian Cox e Jeremy Strong; migliore attore non protagonista: Nicholas Braun, Kieran Culkin, Matthew Macfadyen; migliore attrice non protagonista: J. Smith-Cameron e Sarah Snook.