Una profuga lituana sposa un pescatore dell'isola di Stromboli per non tornare nel proprio paese ma si adatta male alla vita da straniera in una piccola comunità. Primo film girato dalla coppia Bergman-Rossellini, fa parte della "trilogia della solitudine" (insieme ad Europa '51 e a Viaggio in Italia). Benché praticamente ignorato dal pubblico, il film vale per i suoi forti connotati realistici (l'opera appare come un puro svolgimento di fatti, senza alcun elemento interpretativo) e per il forte impatto visivo delle immagini.
Eccezionale ed intenso ritratto di donna rosselliano che rispetto al successivo Europa ’51, risulta più riuscito poiché sgombro da ideologie preconcette e programmaticità nel mettere in scena lo scontro tra due mondi diversi, tra mentalità diametralmente opposte. Di enorme forza visiva le immagini naturalistico-documentarie, che ritroveremo in altri lavori del maestro. Indimenticabile tutta la parte finale così come la prova attoriale della Bergman. Primo e migliore capitolo della trilogia della solitudine.
Più mitico (per la tresca regista-attrice) che altro. La storia (una lituana a Stromboli!?) è pretestuosa, piatta, rabberciata (evidente l’assenza dello script), senza pathos (sostituito da una musica tronfia onnipresente). L’assenza di baci accresce l’aridità del film e denota pure razzismo (per carità: non sia mai che un attore non professionista baci la diva!). Al netto del buon mestiere di Rossellini, un’opera inconsistente, i cui unici motivi di interesse sono gli appunti documentaristici (la pesca del tonno, l’eruzione) copiando Visconti. Troppo poco.
L'aridità dell'isola di Stromboli fa da scenografia a una tormentata quanto infelice storia d'amore tra una profuga dell'est ed un pescatore locale. Immagini molto figurative di forte impatto visivo, vedi la mattanza dei tonni e la sconvolgente eruzione. Efficaci le differenze culturali tra i personaggi ed il grande desiderio di espatriare da parte dei nativi. La Bergman sfoggia un bellezza algida e irraggiungibile.
Un ottimo film in cui Rossellini tratteggia un delicatissimo ritratto di donna, anche coraggioso per l'epoca, oltre a un'intensa e profonda comprensione di certe sfumature dell'italianità in relazione al territorio: nel film la Bergman (intensa e bravissima) arriva a sfidare la natura dell'isola che la terrorizza (e terrorizza anche lo spettatore, grazie a inserti di taglio documentaristico sul vulcano e sulle usanze dei pescatori) piuttosto che i suoi abitanti. Unica pecca, a mio avviso, le musiche di Renzo Rossellini, troppo invasive.
Terra desolata, decadente, bruciata da un imponente, insormontabile vulcano come insormontabile sembra la diversità di provenienza e mentalità. Principalmente un sensibile “vivere assieme” a una donna, profuga con poche possibilità che troppo in fretta decide un destino che non le assomiglia, non le appartiene; e di riflesso l’opera è un occhio sul dopoguerra e sulle grandi difficoltà del quotidiano. Lo stremato, implorante appello a Dio e il suo apparente (?) silenzio assume sembianze tragicamente ascetiche. Emotiva la Bergman. Ottimo.
MEMORABILE: La pesca dei tonni ha dell'incredibile.
La prima parte è involontariamente esilarante: la Bergman immigrata lituana (!) sposa stromboliano per uscire dal campo di internamento; la coppia si trasferisce in una Stromboli postbellica da quinto mondo in cui quasi tutti (non nell'edizione nostrana) conoscono l'inglese e lei diventa isterica. Il film in realtà è quasi tutto qui, ma le scene documentaristiche, la spregiudicata reticenza sulla (presunta?) parentesi adulterina e il finalone esplosivo (mezzo punto in più) lo rendono comunque interessantissimo, pur se lontano dal capolavoro.
MEMORABILE: La Bergman smarrita sul vulcano che invoca Dio stile Mike Bongiorno bloccato sul Cervino.
Alternanza di parti spettacolari e riuscite, di pathos sincero, ad altre un po' legnose ed enfatiche, quindi meno riuscite. La Bergman nella sua potenza d'attrice è al pieno (o almeno così mi è sembrato), ma c'è qualcosa che non convince del tutto nel suo personaggio. Per il resto il cast è di non professionisti (e va bene così). Un po' finzione un po' documentario atipico, con scene e sequenze eccezionali e potenti. Comunque da non perdere, è pur sempre un'opera ispirata.
Vicino alle vette di un vulcano attivo, in un'isola dimenticata dal mondo, una donna si strugge per un amore infelice, per un tipo di vita che fondamentalmente non le appartiene. Quante donne, all'epoca, sposavano senza convinzione un uomo del Sud per essere poi condotte al suo luogo natio, dove erano destinate a patire e soffrire? Ingrid Bergman è perfetta per la parte: bella più che mai ma troppo poco modesta (perché dovrebbe?). Un plauso finale a Mario Vitale, attore non professionista scoperto dallo stesso Rossellini.
Donna lituana sposerà un pescatore dopo l’internamento. L’isola vulcanica si presta a mostrare la durezza delle condizioni di vita, la spettacolarità dell’eruzione e l’imponderabilità degli eventi. Il rapporto tra la natura e Dio è analizzato mettendo bene a confronto i credenti ma primitivi abitanti e la (quasi) laica Bergman. Intensa prova dell’attrice, straniera e additata come “civetta” (una donna senza modestia). Conclusione visivamente d’impatto, forse con un “misericordioso” di troppo.
MEMORABILE: "Dio non mi ha mai aiutato"; Il furetto contro il coniglio; I canti alla tonnara; Col guardiano del faro nella grotta.
Lettera d'amore di Rosellini alla Bergman, Stromboli rimane perfetto esempio di cinema-osmosi (come Persona per Bergman), antesignano nel filmare l'emancipazione femminile nel dopoguerra. Tra l'onirico e il documentaristico, rimane pietra miliare della storia del cinema, capace di raccontare una metafora esistenziale in grado di parlare a tutti: come rimanere indifferenti di fronte a quel ribelle pellegrinaggio dantesco di Karin, che fa eco ai paessaggi ruvidi di Turner e Friedrich piu che a Visconti? Ispiratore di tutta la Nouvelle Vague e non solo, ha animato cineforum ovunque.
MEMORABILE: Lo schiaffo di Karin ad Antonio; Il vagabondare sulle pendici del vulcano.
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Questo film scatenò la c.d. " guerra dei vulcani": la Magnani, scaricata da Rossellini per la Bergman, per ripicca accettò di girare appunto...Vulcano.
Nessuno dei due film ebbe successo, ma si scatenarono divertiti pettegolezzi sui giornali dell'epoca.
HomevideoGestarsh99 • 22/01/12 21:51 Vice capo scrivano - 21546 interventi
Disponibile in edizione Blu-Ray Disc dal 20/03/2012 per Flamingo Video/Cecchi Gori HV:
Raremirko ebbe a dire: Che roba la pesca dei tonni - poverini - e la scena della lotta con il coniglio; Rossellini anticipa di 10 anni certe formule alla Mondo cane XD
La scena del coniglio sbranato dal furetto è sorprendentemente compiaciuta in effetti!
DiscussioneRaremirko • 13/07/14 18:01 Call center Davinotti - 3862 interventi
Deepred89 ebbe a dire: Raremirko ebbe a dire: Che roba la pesca dei tonni - poverini - e la scena della lotta con il coniglio; Rossellini anticipa di 10 anni certe formule alla Mondo cane XD
La scena del coniglio sbranato dal furetto è sorprendentemente compiaciuta in effetti!